Noi al lavoro per far ripartire il Paese. Ieri, oggi, sempre.

 

Quest’anno il Movimento 5 Stelle compie 10 anni di vita.

Dai primi meetup, da quei primi incontri siamo cresciuti, abbiamo girato l’Italia, come cittadini, non come politici.  E da cittadini abbiamo incontrato e parlato con tanti altri cittadini illustrando i nostri progetti, la nostra idea di Paese e decidendo, insieme, cosa avremmo fatto una volta al governo.

Dal Reddito di Cittadinanza a una legge sull’anticorruzione, dalla tutela dei beni comuni a nuove politiche ambientali. Da una legge sul conflitto di interessi al rilancio delle nostre imprese.

Siamo entrati in Parlamento e in 5 anni di opposizione abbiamo acquisito l’esperienza necessaria per realizzare le nostre idee.

Abbiamo chiesto ai cittadini di darci un’occasione di governo e, il 4 marzo del 2018, 11 milioni di persone ci hanno dato fiducia. Non avevamo una maggioranza parlamentare assoluta ma i nostri progetti non si sono fermati.

Sin dalla campagna elettorale abbiamo detto che avremmo governato con chiunque avesse accettato di mettere in pratica queste nostre idee.

Abbiamo passato questi primi 14 mesi insieme a una forza politica con cui, grazie al nostro impegno e al lavoro in Europa del presidente Conte, abbiamo fatto quella manovra di bilancio espansiva che serviva al Paese.

Dopodiché Salvini si è fatto prendere da un delirio di onnipotenza e ha scelto di fermare tutti i nostri progetti.

Ha iniziato addirittura ad inventarsi che eravamo quelli del “no”, ma la verità è che aveva paura di tutti i nostri “sì”.  Di quei “sì” che ci aspettavano a settembre: il taglio dei parlamentari, una riforma della giustizia seria, nuove politiche ambientali ben lontano dagli inceneritori e altre porcherie del genere.

Salvini poi, oltre ai “sì” che non voleva dire a noi, aveva anche una sincera paura di non riuscire a mantenere tutte le promesse che aveva fatto senza alcun criterio a cominciare dalla Flat Tax, tanto per dirne una.

Salvini è scappato. Ad agosto. Ma noi, noi siamo rimasti, perché siamo convinti che il Paese abbia realmente bisogno delle soluzioni che abbiamo proposto.

Ora vogliamo andare avanti, tutelati dal nostro presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che con un lavoro incredibile si è conquistato la stima internazionale. Ora vogliamo andare avanti perché il Paese non ha smesso di avere bisogno di una riforma della giustizia, di una manovra che scongiuri l’aumento dell’IVA, che contenga il salario minimo e il taglio delle tasse sul lavoro.

I cittadini non hanno smesso di avere bisogno di nuove politiche economiche solo perché lo ha deciso Salvini. Queste cose vanno fatte. Salvini è scappato? Peggio per lui. Noi ci siamo con chi vuole esserci, con chi condivide questi progetti.

Con chi vuole, come noi, non fermare le idee che servono per far ripartire il Paese.

Ieri, come oggi.