Lifelong learning e reskilling sono le nuove parole magiche per il futuro del lavoro.

Abbiamo già parlato della formazione permanente nelle scorse settimane. Come abbiamo già raccontato  qui e qui, se da una parte l’Intelligenza Artificiale sostituirà alcune mansioni umane con una inevitabile perdita di posti di lavoro, dall’altra sposterà la necessità di competenze specifiche in altri ambiti. In pratica, i luoghi e i settori in cui emergeranno nuove opportunità di lavoro non saranno gli stessi di quelli dove i posti di lavoro sono stati persi. Entro il 2030, tra i 75 milioni e i 375 milioni di lavoratori (tra il 3 e il 14% della forza lavoro globale) avranno bisogno di cambiare categoria professionale, come stimava McKinsey già nel 2017. Anche se non è facile prevedere come questo cambiamento avverrà, la sfida principale per tutti sarà avere le competenze necessarie per svolgere nuove attività, attività di cui sappiamo poco o nulla per il momento. Per gestire le transizioni determinate dall’automazione e dall’AI, i sistemi educativi svolgeranno quindi un ruolo fondamentale. Il tema non sarà tanto quello di sostituire le competenze tradizionali di base offerte dai sistemi di istruzione tradizionale, ma di integrarle con nuove competenze, compito per il quale i sistemi attuali non sembrano adeguati. Per questo, si stanno moltiplicando soluzioni innovative che vanno incontro alle nuove esigenze di formazione e di istruzione personalizzata. Skillshare, per esempio, è una comunità di apprendimento online basata negli Stati Uniti che mette in contatto persone con competenze diverse con altre persone che desiderano imparare da loro. Oggi la community di Skillshare è composta da oltre 5 milioni di membri, di cui 6.000 insegnanti, che offrono corsi da oltre 100 paesi in tutto il mondo. Oltre a prendere lezioni, i membri possono anche utilizzare il sito per ricevere feedback sui progetti, connettersi con altri lavoratori nel loro settore e scoprire nuove opportunità di carriera. L’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia di Zurigo (ETHZ) offre, invece, un programma di formazione continua personalizzata. Le competenze sono valorizzate e ampliate in modo mirato, che tiene conto degli interessi e dei bisogni di ciascun studente, tra i quali ci sono anche molti lavoratori che necessitano di riqualificazione e aggiornamento. Open Loop è, invece, un progetto innovativo dell’Università di Stanford, sviluppato come parte di un esercizio per immaginare come l’università potrebbe cambiare entro il 2025. Nel sistema a ciclo aperto, gli studenti potrebbero iniziare l’università ogni volta che si sentono pronti (a 18 o 24 anni), avrebbero un totale di sei anni di istruzione per tutta la vita, da utilizzare ogni volta che pensano sia utile. Gli studenti potrebbero iniziare i loro studi, poi lasciare l’università dopo due anni per entrare in un’azienda, quindi tornare indietro ai trenta, quaranta o cinquanta, per esempio. Gli adulti esperti sarebbero quindi in grado di orientare le carriere e riconnettersi con la comunità universitaria, contribuendo a rendere gli studi universitari più in linea con la domanda del mercato del lavoro.

Sul fronte delle aziende, la formazione è un tema molto sentito e che riguarda sia i grandi gruppi, sia le piccole realtà. Oggi nei loro progetti di formazione continua, le aziende si concentrano soprattutto sulle necessità per le attività correnti. A eccezione di una piccolissima minoranza, i datori di lavoro non stanno preparando le loro aziende o i loro dipendenti per un’economia modellata dall’AI. La maggior parte dei programmi di formazione professionale e di apprendimento permanente, inoltre, sono concepiti per le grandi imprese e non sono adattati alle esigenze delle piccole imprese che devono, quindi, già oggi adattarsi a svolgere un ruolo più ampio e a funzionare come istituzioni semi-educative. Ma esistono anche esempi positivi di riqualificazione dei dipendenti.

Nel 2013, per esempio,  il gigante delle telecomunicazioni americano AT&T aveva previsto che il 40% della propria forza lavoro nell’arco di 10 anni sarebbe diventata inadeguata rispetto alle esigenze aziendali. AT&T ha quindi intrapreso il programma di riqualificazione Workforce 2020, per conservare il maggior numero possibile dei propri dipendenti, invece che licenziarli per assumere nuovi talenti. Come parte di questo processo, la società ha semplificato la propria struttura organizzativa e creato un sistema online, il “Career Intelligence”, per aiutare i dipendenti a orientarsi verso nuove prospettive di carriera interne. Oggi più della metà dei dipendenti di AT&T ha completato un totale di 2,7 milioni di corsi online in settori quali data science, sicurezza informatica, project managing e informatica.

In questo quadro, i percorsi di carriera lineari saranno sempre più rari. Il vecchio modello di un unico lavoro per tutta la vita non esiste più e questa tendenza aumenterà nel prossimo futuro: i lavoratori dovranno affrontare non solo cambiamenti sul lavoro ma anche intere transizioni di carriera. Acquisire nuove abilità sarà dunque fondamentale, perché il pericolo non è che le persone con l’introduzione dell’intelligenza artificiale e delle altre tecnologie esponenziali restino disoccupate, ma che siano inoccupabili.