Investimenti e innovazione. L’acqua pubblica è smart e guarda al futuro

L’acqua è di tutti ma non è per tutti. Si stima che nel mondo 1,9 miliardi di persone tra sei anni vivrà in condizioni di scarsità idrica, anche a causa dei cambiamenti climatici. Per questo va fatto ogni sforzo per ridurre gli sprechi e rendere più efficiente l’uso della risorsa più preziosa.
Si deve risolvere il problema delle reti colabrodo, dato che in Italia si perde per strada oltre il 40% dell’acqua che sgorga dalle sorgenti, e si deve riflettere su un dato evidenziato dalle Nazioni Unite: il 70% delle risorse idriche utilizzabili del Pianeta sono destinate all’agricoltura e all’allevamento.

La sfida, dunque, è grande e importante e va di pari passo con il processo di affidamento della gestione dell’acqua in mano pubblica, in modo da ottenere maggiore efficienza del servizio e bollette più basse, come già accade in molte parti d’Europa e del mondo. Molto semplicemente, se teniamo gli speculatori fuori da questo settore resteranno più risorse economiche per ammodernarlo e rinnovarlo, anche ricorrendo alle tecnologie più avanzate.

Un sistema idrico “smart”, che ricorra a una rete di sensori e sistemi avanzati di misurazione per ridurre costi e sprechi e renda sostenibile l’intero ciclo, depurazione compresa, non è dunque un vezzo ma un obiettivo strategico che porta con sé vantaggi ecologici, economici e occupazionali. I gestori, le imprese e i cittadini dovranno puntare sempre di più su questi sistemi, già ampiamente sperimentati all’estero e con esperienze importanti anche in Italia.

Uno di questi sistemi lo propone una start up italiana impegnata sul fronte della gestione automatizzata dell’irrigazione, segnalata di recente tra quelle più promettenti al mondo. Si chiama Revotree e l’hanno fondata dei giovani professionisti provenienti da diverse parti d’Italia con l’obiettivo di far risparmiare acqua e tempo agli agricoltori. Come funziona? Un piccolo impianto inserito nel terreno e alimentato con pannelli solari consente di controllare grazie da smartphone o tablet umidità e temperatura delle coltivazioni. Questo monitoraggio consente di irrigare soltanto quando il terreno ne ha effettivamente bisogno e il risparmio idrico è di circa il 50%.

Le tecnologie a disposizione di privati, imprese e gestori delle reti sono ormai numerose e con la nostra legge sull’acqua pubblica potremo concentrare energie e risorse per renderne più efficiente l’utilizzo anche grazie all’innovazione. Ricorrendo all’Internet delle cose, ai Big data e all’intelligenza artificiale, ad esempio, molte aziende idriche nel mondo monitorano le perdite e i consumi, arrivando a identificare nel dettaglio i punti in cui intervenire per le riparazioni o quelli in cui concentrare maggiori o minori quantitativi di acqua a seconda della domanda. Sensori e nuove tecnologie possono monitorare costantemente la qualità dell’acqua a monte del consumo e a valle della depurazione, producendo un flusso di dati continuo e un sistema interattivo analogamente a quanto accade per le forniture energetiche. Ci sono poi le impianti alimentati dall’energia solare che dissalano l’acqua nelle comunità rurali e nelle scuole dei Paesi in via di sviluppo (progetto cui stanno lavorando un gruppo di giovani ricercatori del Politecnico di Torino), o le città che da anni stanno sperimentando la produzione di energia utilizzando la forza dell’acqua che scorre nelle reti e negli acquedotti. Il futuro è già qui. Con la nostra legge sull’acqua pubblica rilanciamo gli investimenti e ce lo andiamo a prendere!