Stop inquinamento: l’Italia soffoca

L’Italia soffoca e muore di diesel. I dati della ricerca promossa dall’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) e del Norwegian Meteorological Institute (MetNorway), vedono le varie zone della Pianura padana in cima alle classifiche europee di morti premature per diesel con concentrazioni di Pm 2.5 allarmanti.

Situazioni drammatiche, si registrano anche in altre aree metropolitane come Roma, Napoli e Firenze, tanto che Virginia Raggi ha già programmato lo stop alla circolazione dei mezzi diesel dal 2024.

Come denunciamo da anni, l’Italia è la maglia nera sui dati di morti per emissioni da diesel. Siamo la maglia nera anche nelle politiche di rilancio di settori innovativi e sostenibili.

Occorre invertire la rotta. Sia il piano energetico del Movimento 5 Stelle che quello sulla mobilità predispongono soluzioni concrete e di rilancio industriale innovativo e amico di salute e ambiente.

Ogni giorno oltre 25.000 TIR viaggiano sull’autostrada Milano-Venezia.Si vogliono spendere 10 miliardi di euro per far transitare al massimo 58 treni merci sulla inutile linea ad alta velocità Brescia-Padova. A questo aggiungiamo che si vogliono realizzare nuove inutili autostrade come la Cispadana, la bretella Campogalliano-Sassuolo, le varie Pedemontane che non faranno che aumentare l’inquinamento.

Il professor Stale Navrud della Norvegian University of Life Sciences ha spiegato chiaramente che “più strade costruisco, più inquinamento creo e quindi avrò maggiori danni economici e sanitari”.

Con un quinto della cifra, si potrebbe rivoluzionare in maniera sostenibile il trasporto merci in tutta la pianura padana con raddoppi e potenziamenti ferroviari locali e interregionali.

È possibile programmare per i prossimi anni il divieto d’immatricolazione di autovetture diesel /benzina. Una scelta che è già stata fatta da altri paesi.

Appoggiamo ogni blocco del traffico per mezzi diesel da parte delle città italiane, a partire da quelle della Pianura padana.

Gli accordi di programma per la Pianura padana siglati nel giugno 2017 tra il Ministero dell’Ambiente e le Regioni interessate, non hanno avuto nei fatti alcuna copertura economica concreta. E’ ora d’invertire radicalmente rotta.

E’ una questione di sopravvivenza umana, prima ancora che politica.