Undici anni dopo il primo V-Day

di Luigi Di Maio

Sono passati undici anni dal primo V-Day con cui è iniziato un percorso di cittadinanza attiva in Italia. In questi 11 anni è cambiato tutto, anche nel modo di vivere la politica da parte dei cittadini.
Gli unici che non se ne sono accorti sono i media, che continuano a trattarci come undici anni fa. Ci sottovalutano nei sondaggi, l’abbiamo visto spesso: quando otteniamo dei buoni risultati diventiamo la settima, l’ottava notizia o veniamo totalmente ignorati. Quando, invece, starnutiamo e non ci soffiamo il naso diventiamo la prima notizia della CNN, della BBC, di Rai1, del TG1.
Ed è fantastico perché adesso che siamo lì al Governo mi ritorna in mente una frase con cui, negli anni passati all’opposizione, ci rispondevano i giornalisti: “voi non siete al Governo, se ci andate poi diventiamo filo-governativi”. Già questo è un discorso abbastanza ignobile, però è assurdo che ora che siamo al Governo continuino a massacrarci.
Questo è il primo caso nella storia in cui al Governo ci vanno forze politiche che non stanno con le lobby e all’opposizione ci sono tutti gli interessi dei grandi potentati economici.
Sono passati esattamente tre mesi dalla nascita di questo Governo e come Movimento 5 Stelle rivendichiamo tantissimi risultati che abbiamo portato a casa.
La vita dei cittadini la cominceremo a cambiare dal primo gennaio 2019, quando sarà entrato in vigore il reddito di cittadinanza, ma in questi famosi 100 giorni abbiamo già abolito i vitalizi alla Camera, siamo diventati il primo Paese in Europa ad aver abolito la pubblicità sul gioco d’azzardo.
Il primo Governo ad eliminare la legge vergogna che impediva ai magistrati di intercettare i politici: lo ha fatto il ministro Alfonso Bonafede. Abbiamo fatto una legge sulle delocalizzazioni: d’ora in poi le aziende che prendono soldi dallo Stato e portano i macchinari in Turchia non lo possono più fare perché ci devono pagare una penale con gli interessi.
Siamo il Governo che ha mandato a casa il Jobs Act grazie al Decreto Dignità, che contiene una serie di misure per combattere il precariato dei giovani.
Abbiamo diminuito le emissioni nocive a Taranto del 20% per salvaguardare la salute dei cittadini.
Abbiamo abolito il redditometro, lo spesometro, eliminato le cadenze intermedie, lo split payment, che è un’altra cosa assurda per le partite iva.
Abbiamo licenziato l’Air Force Renzi, il più grande simbolo di una dominazione culturale della politica attraverso la quale si spendevano i nostri soldi per gli sprechi, visto che ci si facevano costruire le docce negli aerei: abbiamo interrotto il contratto, non si poteva fare.
Stiamo presentando un disegno di legge anticorruzione sul quale la Corte di Strasburgo ci ha fatto i complimenti. Ha detto che è una buona cosa perché questo è un Paese che ha distrutto la meritocrazia e favorito i corrotti. Se l’avessero fatto quelli di prima sarebbe diventata la prima notizia del Financial Times e invece continuiamo a ricevere attacchi.
Per non parlare di quello che stiamo facendo sulle concessioni autostradali: veniamo chiamati populisti da quando è successa la tragedia del ponte Morandi. Ebbene, per la prima volta abbiamo deciso di intervenire sulle concessionarie, togliendo le concessioni a quei soggetti che hanno fatto crollare un ponte. E noi saremmo i populisti?

Il movimento è nato nel 2009 e fino al 2013, quando siamo entrati in Parlamento, ci dicevano “non andrete da nessuna parte, avete al massimo il 5 per cento, siete un piccolo partito” e invece Grillo e Casaleggio ci avevano visto lungo. Camminavamo da soli senza rimborsi elettorali con la promessa di tagliare lo stipendio ai parlamentari e siamo arrivati ad essere la prima forza politica del Paese. Ci avevano detto che Renzi avrebbe distrutto il Movimento 5 Stelle perché ci aveva rubato i temi, ma evidentemente non ha realizzato nulla e infatti gli italiani lo hanno mandato a casa con il referendum.
Poi è arrivato Gentiloni e ci hanno detto che serviva un po’ di moderazione, eravamo troppo estremisti e incompetenti e poi, ancora una volta, il 4 marzo abbiamo vinto le elezioni politiche. Abbiamo vinto le comunali nelle grandi città, abbiamo vinto il referendum.
E’ vero che in undici anni nei media non è cambiato niente, ma noi abbiamo la rete, le piazze che non abbiamo mai abbandonato e oggi siamo una forza politica che quando fa una campagna come quella “bye bye vitalizi” è riuscita ad arrivare a 23 milioni di italiani. Il TG1 fa 6 milioni quando gli va bene, noi abbiamo raggiunto 23 milioni con una campagna e questo grazie alla lungimiranza che hanno avuto Gianroberto e Beppe: credere nella rete, in internet, nella capacità di condividere le informazioni.
La svolta per creare questo Governo è nata attorno al contratto: quando incontravo gli investitori esteri dicevano che il Movimento da solo al Governo sarebbe stato il peggiore scenario possibile e quindi, in qualche modo, ci hanno combattuto. Forse qualche danno ce l’hanno fatto, però alla fine siamo riusciti a formare un Governo che sta facendo le cose. Quella più grande sarà cambiare la vita dei cittadini italiani con il reddito di cittadinanza. Come capo politico del Movimento 5 Stelle sto lavorando per istituire un sistema che permetta alle persone di avere una vita serena e un lavoro.
Dobbiamo formare lavorativamente tante persone, riqualificarle e reinserirle nel mondo del lavoro: questo lo porteremo nella Legge di Bilancio, è la nostra priorità, come il superamento della Legge Fornero, come il disegno di legge che sta facendo Alfonso Bonafede sull’anticorruzione.

Vi rendete conto che siamo a un passo dal Daspo per i corrotti e dall’agente sotto copertura per i reati di corruzione? Significa che se tu corrotto vieni beccato con le mani “nella marmellata”, la pubblica amministrazione non la vedi più, che tu sia un politico o un funzionario pubblico.
Si parla sempre del cambiamento culturale. Per noi significa garantire un lavoro e un reddito ad una persona per fare in modo che non possa finire più nelle grinfie del voto di scambio e garantire che chi è corrotto d’ora in poi venga espulso dalla società.
Quello che stiamo facendo non è semplice, perché vedo continuamente che mettono la Lega contro di noi, ma vi dico che a Salvini dico subito quando non siamo d’accordo. Gli ho detto che non deve attaccare i magistrati, perché quei magistrati sono gli stessi che arrestano i mafiosi, gli stessi che arrestano i corrotti, gli scafisti, quindi vanno rispettati sempre.
Non possiamo basare il dibattito politico sulle dichiarazioni, dobbiamo badare ai fatti: questo è il primo Governo che sta facendo una rivoluzione. Tra l’altro, all’interno del disegno di legge di Bonafede c’è una norma che dice che d’ora in poi i partiti e le fondazioni di partito devono essere trasparenti. Cioè chi finanzia i partiti e le fondazioni deve dire chi è, altrimenti non può finanziarli.
Troppo spesso non si raccontano le tante cose che stiamo provando a fare, ma le dovete raccontare anche voi, dovete condividere questi video, farli girare sempre di più.

C’è un presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che è la perfetta sintesi di questo Governo, un cittadino che si fa Stato. E questo è fantastico. L’altro giorno lo criticavano perché fa il professore universitario, come criticano me che faccio il ministro e facevo lo steward allo stadio San Paolo. In Italia c’è la concezione di dover fare il politicante a vita, devi fare come questi soggetti che nascono parlamentari e finiscono la loro vita a fare i presidenti della Repubblica. Tutto questo sta cambiando.
L’8 settembre di 11 anni fa ho iniziato la mia prima raccolta firme e oggi siamo al Ministero dello Sviluppo Economico. Qui stiamo facendo cose incredibili: per esempio il piano clima-energia, che cambierà la concezione energetica di questo Paese. Stiamo lavorando al piano del “made in Italy” e alla lotta alla contraffazione. Ho pronto il primo provvedimento che abolisce 140 leggi in modo da avere un unico codice del lavoro, per fare in modo che imprese e persone siano molto più facilitate ad accedere a questa giungla normativa.
Stiamo lavorando alla lotta agli sprechi, al reddito di cittadinanza, che significa aiuto anche alle famiglie che fanno figli, stiamo lavorando al business sull’immigrazione, ma c’è veramente ancora tanto da fare. Però ci dovete stare vicini, perché l’atteggiamento che vedo è sempre lo stesso da 11 anni: provare a spaccarci, a metterci ansie e tentare di creare il mito che il Movimento stia per morire.

Siamo al Governo e continueremo ad essere una forza politica dalla parte della gente perché realizzeremo le cose, non ce lo dimentichiamo mai. E questo 8 settembre 2018 lo festeggio insieme a tutti voi, con un grande abbraccio che mando a Beppe Grillo e un grande “grazie” a Gianroberto Casaleggio e Davide, che sta facendo un grande lavoro sulla piattaforma Rousseau, perché una forza politica come la nostra non esiste da nessun’altra parte e dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo creato in questi 11 anni.