La Gran Bretagna costituisce il Ministero della Verità?

La Gran Bretagna ha introdotto, lo scorso 25 luglio, regole rigide che impongono il controllo facciale o l’upload di documenti anziché semplici dichiarazioni d’età per accedere a determinati contenuti online. In teoria è per tutelare i minori, ma il risultato è disastroso.

  • Contenuti innocui come notizie, musica, forum di supporto o gruppi anti-abuso sono stati bloccati (comprese ad esempio foto del David di Donatello o pezzi d’Arte simili) 
  • I contenuti che rispettano la norma hanno perso traffico, mentre siti non conformi lo hanno triplicato
  • Attivisti, giornalisti e persone che il governo ritiene controverse sono esposti a enormi rischi per la privacy (la scorsa settimana anche un famoso comico britannico è stato arrestato per un tweet)
  • Informazioni sulle guerre in corso in Ucraina e Palestina sono inaccessibili ai minori e limitate ai maggiorenni
  • Wikipedia ha provato ad andare in tribunale perdendo per tutelare la riservatezza dei suoi moderatori, oltre che dei lettori di alcune pagine che potrebbero ricadere nella definizione del governo 

Ad aggravare la questione sono linee guida non chiare da parte della commissione dedicata (Ofcom) che spinge le piattaforme digitali a tutelarsi andando a limitare l’accesso anche a contenuti ai quali i ragazzi dovrebbero probabilmente poter accedere. 

La riforma ha ovviamente portato a una protesta pubblica senza precedenti: quasi 1 milione di firme raccolte contro le nuove regole, oltre che a reazioni di sberleffo come il coder che ha risposto con un fake-ID generator satirico, che a sua volta ha portato ad un’ulteriore forma di protesta nel caricare documenti di identità falsi dei parlamentari per accedere ai siti pornografici. 

Ma soprattutto l’uso delle VPN in UK ha visto una crescita del 3 mila percento. 

Tutta questa riforma ha un pericoloso tassello: una singola persona (il Segretario di Stato) può aggiungere di suo pugno cosa è permesso leggere e cosa no senza prima identificarsi. 

È il primo passo verso il Ministero della Verità?