Meglio un taxista o un robotaxi?

L’Europa sta per conoscere i robotaxi. Lyft (statunitense, gestirà la piattaforma) e Baidu (cinese, fornirà i mezzi) hanno appena annunciato una partnership strategica: dalla primavera 2026, migliaia di robotaxi elettrici Apollo Go RT6, senza conducente, saranno disponibili in Regno Unito e Germania, integrati direttamente nell’app Lyft e in Freenow (app appena comprata da Lift e operativa in 9 Paesi e 180 città). 

Non è più una questione di sperimentazione dato che queste macchine hanno al loro attivo milioni di corse in Cina e negli Stati Uniti. I costi dei tragitti variano tra un quarto e metà di quelli umani, le corse medie giornaliere sono circa 20 rispetto ad una media di 13,2 con il conducente. Anche la sicurezza migliora con il 93% incidenti in meno con pedoni e l’81% in meno con ciclisti rispetto ai taxi tradizionali

Quello che possiamo aspettarci è una reazione da parte dei taxisti e dell’opinione pubblica che avrà bisogno di tempo per accettare l’innovazione. A San Francisco tra teppismo mirato ai taxi autonomi e incidenti lievi con pedoni non tollerati hanno portato a costringere la compagnia Cruise a inserire un autista umano.

Nei panni dei pedoni, ciclisti e passeggeri sicuramente può essere una rivoluzione trasformativa con più sicurezza, meno costi e meno attese. Ma soprattutto assisteremo ad una mobilità urbana ridisegnata con meno auto private e necessità di parcheggi. Se ad aprire il mercato europeo saranno Lyft e Baidu il prossimo anno, a prepararsi ad entrare ci sono anche Tesla, Waymo, Cruise e Uber (già attiva con Wayve e Motional).
Nei panni dei 28.604 taxisti e 127.508 NCC italiani quello che succederà è abbastanza chiaro: a Phoenix hanno visto una contrazione del 5% del numero di taxisti attivi nel primo anno adozione e in Cina hanno visto una riduzione tra il 10 e il 20% nelle aree di maggiore penetrazione nel giro di due anni.  

Vedendo i dati credo che possa essere un’evoluzione importante per le nostre città e le battaglie di retroguardia di salvaguardia dello status quo taxistico potrebbero danneggiare l’economia del Paese. È necessario prevedere probabilmente sin d’ora una forma compensativa per i taxisti (come successo in alcuni casi in Cina), ma evitare di rimanere solo clienti di aziende che ci forniranno sì il servizio, ma portando il valore aggiunto altrove.