La rivoluzione AI cerca elettricità economica?

Nel mio ultimo viaggio a Los Angeles ho avuto il piacere di pranzare con Erich Schmidt che da quando ha lasciato la guida di Alphabet (Google) è diventato uno dei più attenti studiosi della transizione tecnologica in corso. Ho ritrovato i suoi pensieri in una recente intervista dove spiega che la rivoluzione è in corso, che siamo nella fase di accelerazione e che il costo energetico sarà il modo per capire quali Stati ne beneficeranno di più:  “Il costo dell’intelligenza si sta comprimendo di 10 volte l’anno grazie all’industrializzazione delle piattaforme che innovano rapidamente il metodo di creazione. Un po’ come quello che è successo dai primi motori delle automobili rispetto a quelle che abbiamo oggi, con la differenza che sta succedendo in 5 anni e non in 70. Siamo solo all’inizio di una nuova rivoluzione, come quella che ho visto con i chip che progettavo quando ho iniziato la mia carriera”. “Siamo nella fase di esplosione del settore e non c’è alcun segno di rallentamento per la maturità del settore”. “Per capire dove ci sarà lo sviluppo [di questa nuova rivoluzione industriale] è sufficiente guardare una cartina del mondo con i costi energetici. E in Europa i costi dell’elettricità sono alti.”

In questa intervista Schmidt dialoga con Andrew Feldman, CEO di Cerebras. “La transizione avverrà senza accorgercene, come è successo con i nostri telefoni: da un giorno all’altro preferiamo avere il telefono rispetto al nostro portafoglio, e oggi anche le chiavi della macchina.” “Siamo talmente fuori nell’oceano inesplorato che non abbiamo neanche le metriche per misurare il successo”.  

In questa nuova era economica l’Italia ha due strade chiare: la prima è ridurre il costo energetico con investimenti sulle rinnovabili (che sono economicamente molto più convenienti del resto grazie al costo ribassato delle batterie) e sulla fusione nucleare (su cui dobbiamo ancora investire, ma che cambierà il modo in cui guardiamo all’energia tra meno di dieci anni). La seconda è la consapevolezza che non possiamo competere nella battaglia degli LLM (e non ha senso fare leggi che costringono le aziende ad utilizzare server in Italia più costosi), ma possiamo concentrarci in tutto lo strato superiore di utilizzo funzionale di questi sistemi.