La ”profezia” dei dazi Usa, spiegata bene

di MoVimento 5 Stelle

In questi giorni levate di scudi si sono alzate da più parti, Pd ovviamente in prima linea (così come fece a sostegno della Clinton durante le ultime presidenziali Usa), contro i presunti dazi decisi dall’amministrazione Trump. Sui principali quotidiani nazionali abbiamo letto titoli di ogni genere, abbiamo sentito parlare di “minaccia gravissima” contro la nostra economia. A onor del vero, occorre intanto spiegare che parliamo di una non-notizia, cioè solo di un’indiscrezione del Wall Street Journal su un’annosa querelle tra Usa e Ue.

Una querelle ben precedente all’amministrazione Trump e che va avanti da diversi anni, come sottolinea lo stesso Wsj nel suo articolo intitolato “U.S. Weighs Tariffs Against Vespas, Cheeses in Trade Beef With EU”. Sul quotidiano statunitense si legge infatti che nel 2015, quindi durante la presidenza Obama, il congresso americano approva misure che “rendono più semplice per gli Usa imporre dazi doganali”.

Insomma, a sottolineare come l’argomento sia datato (il braccio di ferro tra Usa e Ue sulla materia prosegue dalla fine degli anni Novanta) è proprio il Wall Street Journal, ma il dato, guarda il caso, passa del tutto inosservato a media e tg nazionali. In un solo colpo, il retroscena del Wsj diventa una certezza. C’è chi inizia a prendere a pretesto le parole del Segretario al commercio americano, Wilbur Ross (“siamo in una guerra commerciale”) per raccontarci la storiellina di un uomo brutto e cattivo, Donald Trump, che vuole radere al suolo il nostro tessuto commerciale.

In realtà, non c’è stata alcuna dichiarazione da parte della presidenza Usa. Nessuno tra gli esponenti governativi statunitensi ha parlato dell’Italia o dei suoi prodotti, o delle sue aziende. Eppure, qui da noi è scoppiato il putiferio, con giornalisti di ogni genere che ti inseguono per avere un commento su qualcosa che, ad oggi, non esiste. Trattasi di un’abitudine piuttosto nota tra i partiti: discettare su future, possibili, ipotetiche e immaginarie illazioni invece che parlare dei problemi reali del Paese.

Il M5S commenta i fatti, non le profezie. Il M5S parla dell’Italia e la difende a fronte di ogni tipo di ingerenza. Che sia di natura politica o commerciale. E lo fa con la consapevolezza che il mainstream va in una precisa direzione. Lo scontiamo tutti i giorni sulla nostra pelle. Basti guardare uno degli ultimi articoli pubblicati da La Stampa in cui, citando “fonti governative” (quali? dove? perché?), si parla di un’allerta Usa “sui rapporti M5S-Russia per destabilizzare” la regione. Comicità allo stato puro. E questo solo perché da tempo chiediamo la revoca della sanzioni Ue alla Russia, costateci oltre 7 miliardi di euro.

Ebbene, a quanto pare ai partiti e ai partitini di casa nostra non importa nulla degli imprenditori e dei lavoratori italiani se c’è da punire Mosca, però sono pronti alle barricate se è un quotidiano americano a pubblicare una indiscrezione su dei dazi in vigore da oltre dieci anni, decisi e confermati da Barack Obama. Questo è lo stato delle cose. Per quanto ci riguarda ogni leader politico ha l’obbligo e il dovere di tutelare gli interessi dei propri concittadini. E’ quel che farà il M5S al governo del Paese.

Del resto, anche in Ue tutti difendono i propri interessi (vedi Francia e Germania), solo chi ci ha governato finora ha abdicato a quest’onere in favore di interessi altrui. La legge Fornero, il Fiscal Compact, il pareggio di bilancio in Costituzione e il regolamento di Dublino III sono solo alcuni esempi. Come fatto sino ad ora, il M5S difenderà il nostro made in Italy con i denti, senza scivolare tuttavia nel gioco di chi vuole tornare a un mondo diviso in due blocchi, in eterno conflitto militare e politico. Siamo per un’Italia multilaterale e amica di tutti i popoli. Ma, soprattutto, per un’Italia libera e sovrana.