Il licenziamento che prova il fallimento del #jobsact

“Il M5S denuncia da mesi che il contratto a tutele crescenti introdotto con il Jobs Act, non è un contratto stabile che da, dunque, certezze come sostiene il governo, ma si tratta invece dell’ennesimo contratto precario. Il caso del licenziamento di un lavoratore della società Pigna Envelopes S.r.l. di Tolmezzo, dimostra che le denunce erano fondate.
L’ex lavoratore della società Pigna, dopo essere stato assunto mediante il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, è stato facilmente licenziato soltanto 8 mesi dopo. Alla faccia della stabilità del lavoro!

Il fallimento del Jobs Act è ormai realtà. Se da una parte i lavoratori assunti a tempo indeterminato sono diventati lavoratori precari e facilmente licenziabili, dall’altra parte troviamo datori di lavoro che licenziano i dipendenti solo alcuni mesi dopo dall’avvenuta assunzione, nonostante abbiano usufruito, in ogni caso, degli sgravi contributivi previsti per tutto il primo anno, pari ad 8.060 euro. Il risultato è che ci ritroviamo il lavoratore a casa senza posto di lavoro, che grava sulla collettività, e il datore di lavoro che ha percepito gli sgravi, pur licenziando liberalmente, senza alcun obbligo di restituzione. Un vero inganno!
Tutta questa situazione paradossale creata dal governo, potrebbe avere una soluzione solo qualora fosse vigente il Reddito di cittadinanza del M5s che accompagnerebbe il lavoratore nella ricerca di una nuova occupazione e di conseguenza aiutandolo al reinserimento nel mondo del lavoro. Oltre al fatto che il Reddito di cittadinanza farebbe ripartire l’economia reale rappresentando, prima di tutto, una vera e propria manovra economica.
Il governo faccia marcia indietro.” M5S Parlamento