Istigazione al suicidio

La pubblicità delle automobili va proibita, come per il fumo. In un tranquillo week end di morte se ne è andata una parte della nostra meglio gioventù. 9 ragazzi tra i 17 e i 30 anni. Non per tragedia, non per fatalità. Per la vendita del mito della velocità. Spacciata come si spaccia l’eroina. Ma alla luce del sole. Con la complicità dei media. Nel Corriere di oggi, nella rubrica Motori: “Mercedes classe R… dai concetti innovativi che coniugano design raffinato, comfort di guida e la possibilità di andare dappertutto… in versione Amg V-Max consente di raggiungere la velocità massima autolimitata di 275 km orari“. E nell’articolo: “Prova d’autore” si magnifica la “Principessa Mégane, potenza senza freni inibitori” che ha “velocità max 236 km/h, da 0 a 100 km in 6,5 secondi“.
Le pubblicità sono al 45% di telefonini e al 45% di macchine di grossa cilindrata. Il rimanente 10% di finanziarie. Uno si indebita. Compra macchina e cellulare. E si schianta mentre parla al cellulare a 200 all’ora. Le rate rimangono agli eredi.
Il ministro Bianchi tuona con il “ritiro dei punti ai minorenni che guidano motorini e minicar“. Perchè non mette un freno anche ai tricicli? I ragazzi non c’entrano. Vanno ritirati dal mercato i maggiorenni, non i minorenni. I maggiorenni produttori di auto e i loro manager. Gli editori e i pubblicitari di velocità allucinogena.
Qual’è il limite di velocità in Italia? 110, 130? Bene, se una macchina va più veloce, va ritirata dal mercato. Chi la pubblicizza commette un reato di istigazione al suicidio. E deve andare in galera.