Formiamo un quinto dei lavoratori italiani sull’AI come in UK?

A giugno il Governo UK ha convocato Amazon, BT, Google, IBM, Intuit, Microsoft, Sage, Salesforce, Accenture, Barclays e SAS per definire un piano ambizioso: formare 7,5 milioni di lavoratori britannici alle competenze di base sull’IA entro il 2030, ovvero un quinto della forza lavoro nazionale. Microsoft si è già impegnata a formare 1 milione di persone entro fine anno, mentre entro il 2035 si stimano 10 milioni di ruoli che faranno quotidiano uso di AI.

“L’intelligenza artificiale è la nuova frontiera economica… se vogliamo realizzare il suo potenziale, dobbiamo garantire a tutte le età e in ogni angolo del Paese le competenze necessarie” – Peter Kyle, Ministro per Scienza, Innovazione e Tecnologia

In Italia abbiamo parecchio da recuperare:

  • Solo 8% delle imprese italiane ha introdotto strumenti di IA nel 2024, contro il 20% di quelle tedesche e valori superiori in Francia e Spagna 
  • Appena 45,8% dei cittadini 16-74 anni possiede competenze digitali di base, ben al di sotto della media UE (55,5%) e lontano dall’obiettivo dell’80% entro il 2030.

Gli esempi internazionali da cui prendere spunto non mancano:

  • Singapore: programma “AI for Industry” per formare 25 000 professionisti in coding e implementazione AI entro il 2025, più altri 100 000 in corsi di alfabetizzazione digitale
  • Germania: Microsoft investirà 3,3 miliardi di € in data center e punta a formare 1,2 milioni di persone nell’ambito del suo piano AI
  • Finlandia/EU: il MOOC gratuito “Elements of AI” (University of Helsinki & Reaktor) ha superato 1 milione di iscritti in più di 110 Paesi 

In Italia dobbiamo accelerare:

  1. Obiettivo “1/5 della forza lavoro”: puntare a formare 5 milioni di italiani entro il 2030 su AI e digital basics.
  2. Partnership pubblico-privato con le grandi tech per risorse, piattaforme e contenuti si può fare molto, ma bisogna voler coordinare un obiettivo comune.
  3. Focus sul gap territoriale, ma soprattutto generazionale: nel Mezzogiorno appena il 36% possiede competenze digitali di base; è cruciale intervenire sulle scuole, ma soprattutto sul concetto di formazione continua.

Sono sempre rimasto colpito dalla strategia di Toomas Hendrik Ilves (per 10 anni presidente dell’Estonia) che mi ha detto che la sua strategia per far fare al Paese il “balzo della tigre” nell’era della digitalizzazione è stato quello di formare un’intera generazione che potesse aiutare a farlo. Per questo la sua prima attività è stata portare i pc e internet nelle scuole. Credo che oggi ci troviamo in una situazione simile per l’AI: formare un Paese o perdere il treno dell’AI.