I prossimi anni vedranno il lavoro cambiare come mai prima. Se da una parte in Italia assisteremo a 100 mila persone l’anno che andranno in pensione senza essere sostituite da nuove leve, dall’altra le aziende vedranno questo fenomeno come ulteriore incentivo ad investire in automazione per evitare di dover subire il problema.
Il pensionamento dei baby boomer degli anni ‘60 coincide infatti con la possibilità di utilizzare l’Intelligenza Artificiale per sostituire il lavoro con tecnologia.
Quello che è emerso dallo studio condotto dall’Associazione Gianroberto Casaleggio – che ha coinvolto 30 tra i principali esperti italiani di questo tema – è che l’IA potrebbe sostituire lo stesso numero del gap generazionale, ma in altri settori. Si creerà il fenomeno dove in alcuni settori faremo fatica a trovare il personale (in particolare quello meno scolarizzato per sostituire operai, camerieri e bagnini), dall’altra avremo settori che saranno travolti da un anno all’altro (pensate ad esempio agli 80 mila che lavorano nei call center in Italia o ai 2.500 che lavorano come doppiatori, o ancora ai 15 mila traduttori o infine i 16 mila portuali). Alcuni ambiti più tecnologici stanno già vedendo il nuovo fenomeno della crescita aziendale tramite il licenziamento del personale. Ad esempio il comparto delle big tech mondiali ha licenziato 281 mila persone nel 2024, seguendo le 240 mila licenziate nell’anno precedente; eppure hanno continuato la loro crescita. Aziende come Spotify licenziano migliaia di persone ogni anno pur aumentando di oltre il 100% l’anno il valore del titolo in borsa grazie ai forti investimenti in IA. Le soluzioni esistono, ma devono essere attuate tempestivamente. È quindi necessario da subito iniziare a monitorare il fenomeno da vicino per poter favorire gli investimenti tecnologici sull’AI per mantenere competitive le nostre aziende e dall’altra attivare un programma di reskilling e di formazione continua durante tutta la vita delle persone. Dobbiamo ripensare il sistema scolastico perché non termini quando iniziamo a lavorare, ma ci segua per tutta la nostra vita lavorativa. Come in ogni rivoluzione economica le aziende e gli Stati che si muoveranno per primi riusciranno a gestire ed avvantaggiarsi di questo cambiamento. Chi rimarrà a guardare ne contabilizzerà solo i problemi.