L’equilibrio tra salario minimo e innovazione

Il salario minimo penso sia una misura da attuare, ma con la cautela del conoscere le sue possibili conseguenze armonizzandolo con le altre misure a sostegno dei più deboli. Abbiamo già visto aziende trasferirsi all’estero (es. ex.FIAT, i call center), abbiamo visto aumentare il nero in molti contesti come l’agricoltura, e abbiamo visto anche come la scala mobile degli anni ‘80 fosse parte del problema inflattivo.

Un fattore nuovo (almeno per la velocità che sta prendendo) è l’accelerazione della produttività. Negli Stati Uniti hanno studiato come l’applicazione di salari minimi incentivi le imprese ad automatizzare questi lavori. Ad ogni dollaro di aumento del salario minimo l’effetto immediato è quello di licenziare 0,43% delle persone a basso reddito il cui lavoro può essere automatizzato (e 0,73% nella manifattura).

Per questi motivi è necessario identificare il valore corretto in base al tessuto imprenditoriale che abbiamo.
Per compararsi ad altri Paesi si usa il rapporto con lo stipendio mediano, come suggerito da tutti gli studi in merito. Se volessimo compararci alla Germania (dove il salario minimo vale il 51% dello stipendio mediano) dovrebbe essere di circa 6 euro lordi, se volessimo compararci alla Francia dovrebbe essere di 7,2 euro (volendo tenere in conto anche l’inflazione dell’ultimo anno potremmo aggiungere 60-70 centesimi). La cifra di 9 euro sarebbe sopra qualunque Paese europeo in rapporto allo stipendio mediano (in Italia di 12 euro/ora secondo l’INPS ) e sotto solo a Paesi come la Colombia, Costa Rica e Cile che tuttavia hanno tassi di disoccupazione doppi rispetto alla media OECD e sono in fondo alla classifica per produttività.

E’ quindi inutile comparare i valori assoluti ad esempio del Lussemburgo con 15,2 dollari perché l’impatto su una economia dove gli stipendi sono già molto più alti non è comparabile e gli effetti sarebbero completamente diversi.

Infine, ma forse dovrei dire soprattutto, per calcolare lo stipendio netto che arriva in tasca alle persone bisogna tenere in considerazione una serie di tasse che potrebbero aumentare e agevolazioni che potrebbero venire meno. Proprio in Francia circa l’80% dei benefici portati dal salario minimo sono assorbiti dal fatto che a molte di queste persone vengono meno i benefici sulla casa e sulla fiscalità lavorativa. In Slovenia per ragioni simili legate ad un sussidio integrativo di sussistenza l’impatto sui benefici netti per il lavoratore è completamente nullo.