L’Italia deve investire in ricerca e sviluppo

L’Italia deve iniziare ad investire su se stessa e non pensare di aumentare solo la spesa corrente. Tra tutti i Paesi del G7 L’Italia arriva ultima. 

Le nostre imprese non investono a sufficienza in nuove attrezzature e tecnologie.

In Italia si investe il 18% del PIL in investimenti fissi lordi (media tra il 2010 e il 2020) rispetto al 23% della Francia o al 24% del Canada o il 27% della Norvegia.

Se non investiamo non possiamo aumentare la produttività. E infatti negli ultimi dieci anni è aumentata di un mero 0,1% in Italia, al confronto di Giappone, Germania, Francia e Canada nello stesso periodo hanno avuto una crescita di dieci volte tanto.  Non è sempre stato così: ad esempio negli anni ‘90 in Italia superava l’1,5% di crescita della produttività media annua

Il tutto parte dagli investimenti di Ricerca e Sviluppo sul PIL che ci permettono di acquisire le conoscenze necessarie per investire. Oggi in Italia siamo al 1,46%. La Germania investe più del doppio. La Svezia e Taiwan quasi il triplo. La Corea del Sud (4,64%) e Israele (4,9%) il triplo lo superano.

Non è un caso che prendiamo il taxi con un’app tedesca (FreeNow), ascoltiamo musica con una svedese (Spotify) e in tasca abbiamo spesso un telefono coreano (Samsung). 

I Paesi che investono su se stessi prendono il mercato. L’Italia se non cambia rotta passerà dal essere l’ottava economia mondiale ad essere la tredicesima.