Gianroberto Casaleggio: la libertà non è star sopra un albero

Con questa rubrica ogni settimana vogliamo regalarvi un estratto degli scritti di Gianroberto Casaleggio. Per ricordare parte di quel pensiero, di quelle idee che lo hanno portato a fondare il MoVimento 5 Stelle e il Progetto Rousseau.

Di seguito “La libertà non è star sopra un albero” tratto dal suo libro “Web ergo sum” pubblicato nel 2004.


“La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero, libertà e partecipazione”.

Il successo delle aziende si basa sulla condivisione di obiettivi e sulla trasparenza dei processi, quindi sulla partecipazione. L’introduzione di intranet rende indispensabili questi concetti.

La definizione di intranet più pertinente e di Tyson Greer nel libro “Understanding intranets” e risale al 1997: “Intranet è il web aziendale in cui business e comunicazione vengono attuati e differisce da Internet in quanto accesso e proprietà sono privati”.

La mia definizione, del 1999, è: “Intranet è un modello organizzativo basato sulla persona”.

Un’azienda, di norma, è gerarchica ed autoritaria: intranet rappresenta un cambiamento di rotta, un pericolo per chi ha il potere e non ama condividerlo 0 perderlo e per chi non ha valore aggiunto, voglia di assumersi responsabilità e di mettersi in gioco. Questi due gruppi sono gli ostacoli più forti all’introduzione di intranet nelle aziende, non la tecnologia.

All’uscita da un seminario, due operai addetti all’allestimento che avevano seguito un mio intervento su intranet mi hanno chiesto: “Con intranet tutti potranno partecipare alle decisioni aziendali e non comanderanno più solo poche persone?” Avevano capito perfettamente.

Vediamo ora il cammino fin qui seguito da intranet, con due chiavi di lettura: il suo utilizzo e gli attori implicati.

All’inizio intranet è stata sviluppata in modo caotico. Ingegneri ed informatici, grazie all’interfaccia web che consente la visualizzazione univoca dei dati, progettarono, anche all’insaputa dell’azienda, reti separate di comunicazione.

Vi fu una rapida ed incontrollata crescita a macchia di leopardo di mini intranet con scarsi risultati, per la mancanza di veri investimenti e di una regia.

In seguito, intranet fu usato come canale di comunicazione e di pubblicazione, alla pari di un sito web di informazione. Si puntò alla riduzione dell’uso della carta, pubblicando on line comunicati aziendali e rassegne stampa.

Alcuni usarono intranet come un canale televisivo e trasmisero discorsi di importanti dirigenti. L’approccio fu rigorosamente top down: l’azienda parla, il dipendente ascolta. Improvvisati comitati di redazione acquistarono importanza, gestendo intranet come un giornale. Si comprese pero che andava avviato un approccio strutturato ai contenuti informativi aziendali, per poterli gestire.

Entrarono quindi in gioco le basi di conoscenza a supporto del business e della produzione. L’esigenza di rispondere alla richiesta di un cliente, di accedere ad un’informazione legata al proprio progetto 0 di consultare materiale di marketing furono i motori dello sviluppo di strumenti di gestione della conoscenza. I direttori dei sistemi informativi, fin qui rimasti ai margini, acquisirono importanza insieme ai responsabili del business.

Si capì che la formazione relativa alle regole aziendali ed alle specifiche professionalità poteva essere erogata e misurata in rete con tagli di costi, rapidità ed efficienza. Il responsabile del personale assunse un ruolo centrale.

L’introduzione di intranet impose quindi riflessioni non procrastinabili alle imprese, relative all’architettura complessiva, alla sicurezza, all’organizzazione aziendale a supporto dei processi in rete, alla scelta di nuove applicazioni software ed all’usabilità (intuitività d’uso).

Si delineò un nuovo ruolo aziendale, il CKO (Chief Knowledge Officer), con il compito di gestire la conoscenza in rete.

Il posizionamento in rete dei processi aziendali, la creazione di mappe funzionali (chi fa cosa in azienda) ed il ritorno degli investimenti (ROI) divennero punti focali.

Vennero coinvolti i responsabili dell’organizzazione aziendale e la direzione.

Un portale di accesso alla intranet per gruppi di persone appartenenti ad una stessa area funzionale (per esempio il marketing) fu il passo successivo. Ma si comprese che ogni persona doveva disporre di un proprio portale di accesso a processi, contenuti e relazioni. Venne quindi creato il portale personale profilato, con la possibilità da parte del singolo di definirlo secondo le sue necessità. Da qui in avanti, la comunità aziendale diventa centrale. Nascono strumenti di collaborazione, di creazione e di condivisione della conoscenza. Il social network, che analizza la relazione in rete, assume grande importanza.

La traiettoria seguita da intranet si può riassumere in: contenuto, transazione, relazione.

Si delinea l’avvento dell’azienda-rete, in cui le persone accedono, in modo indipendente dalla localizzazione geografica, a servizi e relazioni in base alla loro identità. La conoscenza, la cooperazione e la relazione sono i valori aziendali più importanti: ”Intranet non è star sopra un albero”.

Le leggi matematiche di analisi del valore delle reti lo confermano: la legge di Sarnoff afferma che il valore di una rete di trasmissione, per esempio la televisione, è proporzionale al numero di persone raggiunte; la legge di Metcalfe stabilisce che il valore di una rete dove un qualunque nodo è connesso con ogni altro cresce con il quadrato del numero di nodi; la legge di Reed afferma che se in una rete è data la possibilità di formare dei gruppi, la crescita di valore e esponenziale.

Il pensiero individuale è alla base della crescita di intranet e dell’evoluzione delle organizzazioni.

Certo, non tutti saranno d’accordo, come ha già detto Gaber: …ma come, con tutte le libertà che avete volete anche la libertà di pensare?…”