Gianroberto Casaleggio: gli adoratori del banano

Con questa rubrica ogni settimana vogliamo regalarvi un estratto degli scritti di Gianroberto Casaleggio. Per ricordare parte di quel pensiero, di quelle idee che lo hanno portato a fondare il MoVimento 5 Stelle e il suo cuore pulsante: il Progetto Rousseau.

Di seguito “Gli adoratori del banano” tratto dal suo libro “Veni, vidi, web” pubblicato nel 2015.


In un’isola tropicale le persone sembrano immerse in un torpore profondo, come paralizzate. I loro movimenti sono percepibili solo dopo un’attenta osservazione.

Giorno e notte gli isolani rimangono immobili in apparente adorazione di piante di banano. Alcuni scienziati studiano le cause di questi comportamenti e uno di loro ne capisce le ragioni quando cade nello stesso stato catatonico. Vede allora le piante muoversi alla velocità degli animali, foglie e liane svilupparsi in pochi secondi: si trova in sintonia con il mondo vegetale.

La storia è tratta da un racconto di fantascienza degli anni ‘50.

Piotr Demianovich Ouspensky, il più noto tra i discepoli di Gurdjieff, l’uomo che introdusse lo Zen in Occidente, si trovò un giorno in una singolare situazione.

Dopo aver trascorso un lungo periodo con il maestro, isolato dal mondo esterno, si recò a Varsavia. Tutte le persone che incontrò gli sembrarono addormentate, in preda a un sogno, automi privi di volontà, macchine. Ouspensky fu preso da una comprensibile angoscia, ma solo lui era cambiato.

Secondo Gurdjieff, la nostra principale illusione è crederci svegli, e il primo passo per l’acquisizione della consapevolezza è renderci conto che non siamo consapevoli. Seguendo i suoi insegnamenti, Ouspensky aveva acquisito un livello di coscienza superiore.

Un mondo rallentato e la mancanza di consapevolezza della realtà sono presenti anche intorno a noi.

La Rete e le nuove tecnologie hanno introdotto nella vita quotidiana una paradossale coesistenza e sovrapposizione di organizzazioni e di comportamenti.

Dirigenti che si fanno stampare la posta elettronica dalla segretaria e annotano, per la stessa, le risposte a penna; banche con anagrafiche diverse dello stesso cliente e senza il suo indirizzo di email; spese in sicurezza informatica vanificate dal collegamento libero dei pc degli estranei alla rete aziendale.

Strutture del passato convivono con il presente e lo ostacolano. Le persone non ne sono consce e quando percepiscono l’inutilità del loro ruolo si alterano. Preferiscono non riflettere, non svegliarsi.

Devo incontrare un responsabile marketing, ho a disposizione solo mezz’ora. Mi presento in anticipo all’ingresso dell’azienda e fornisco i miei dati alla guardia che mi dà un tesserino e telefona alla segretaria del dirigente, che non risponde. Riprova più volte senza risultato. Su mia insistenza, dopo un quarto d’ora, si azzarda a chiamare il numero diretto del dirigente, che rimane muto. Il tempo scorre e decido di chiamarlo al cellulare (ne conoscevo il numero). Risponde che mi stava aspettando e chiede di passare il cellulare alla guardia, che lo ascolta seccata e mi fa passare.

Ho bisogno di contattare l’amministratore delegato di una società di New York. Via telefono ed email aziendale è sempre filtrato dalla segretaria che mi rimbalza (alcune volte ho il sospetto che le segretarie degli amministratori delegati li proteggano non solo da qualunque contatto esterno, ma dal lavoro stesso). Rintraccio la sua email privata (non è stato difficile). Gli scrivo, mi risponde e lo incontro.

La Rete sta penetrando la realtà, la sta tagliando a fette.

Le dinamiche di relazione stanno cambiando a segmenti, a compartimenti stagni. Le organizzazioni e le funzioni sociali assomigliano sempre più a ruderi gloriosi, a resti di un’antica civiltà. Le barriere relazionali cadono, non sono più necessarie. L’accesso all’informazione ed alla persona che la detiene sono possibili in modo diretto.

Gurdjieff usava una tecnica, apparentemente senza senso, per aumentare il livello di coscienza dei suoi allievi. Faceva ripetere un’azione sempre più velocemente, come dipingere una staccionata, falciare l’erba del giardino o scavare una buca. La ripetizione dell’atto e la sua velocità provocavano un cambiamento, le persone acquisivano la coscienza di poter eseguire delle attività in un tempo minore e, con essa, una consapevolezza superiore di sé.

La Rete sta accelerando il cambiamento. Per seguirla, tutti gli adoratori del banano dovrebbero andare a scuola da Gurdjieff.


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