La scuola nella natura: crescita e apprendimento per il futuro

Ieri mattina ho avuto il piacere di incontrare e di ringraziare, in collegamento, l’Associazione Bimbisvegli, l’Istituto Comprensivo Serravalle d’Asti e l’Università di Macerata per il bel progetto realizzato quest’estate, organizzando attività a contatto con la natura per le bambine e i bambini.

Far uscire la Scuola dalla Scuola, come hanno proposto, è un approccio che condivido pienamente per le sue enormi potenzialità. Un approccio che stimola le alunne e gli alunni al rispetto dell’ambiente circostante, permette loro di riappropriarsi degli spazi all’aperto, guarda alla natura come insieme di stimoli ed esperienze sensoriali.

La scuola diventa così un luogo più flessibile, aperto e le attività extra-scolastiche rientrano integralmente nel percorso di sviluppo, di apprendimento e di crescita.

Maria Montessori definiva il bambino come «il più grande osservatore spontaneo della natura, il quale ha indubbiamente bisogno di avere a sua disposizione un materiale su cui agire».

Questo vale a maggior ragione oggi, nel delicato contesto che ci troviamo a vivere a causa della pandemia che ha imposto distanze, creato nuove vulnerabilità e lacune nel quotidiano.

Abbiamo il dovere di pensare e valorizzare nuove forme di didattica, come questa.

A tale scopo, al Ministero dell’Istruzione abbiamo avviato un ciclo di convegni dal titolo “Ripensare l’educazione nel XXI secolo”, dove esponenti della comunità scolastica, della società, pedagogisti e psicologi contribuiscono a dare spazio ad una pedagogia nuova e a far uscire la scuola ancora più forte da questo particolare periodo storico che stiamo attraversando.


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