La rete di Sharing per l’accessibilità universale

Nella rubrica Cittadinanza Digitale vogliamo proporvi approfondimenti e spunti di riflessione sui temi più attuali inerenti la cittadinanza digitale, da sempre obiettivo di ricerca, studio e approfondimento della Rousseau Open Academy.


Giovedì 3 dicembre si celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità e noi metteremo in pratica un progetto per far fare al nostro Paese un altro scatto in avanti verso l’accessibilità universale.

Lo faremo con i nuovi strumenti che Rousseau ha sviluppato in questi anni e che ci permettono di attuare pienamente una vera cittadinanza digitale intesa come un’estensione delle forme di partecipazione. Una partecipazione più efficace che porterà, grazie al potenziamento della funzione Sharing, alla presentazione coordinata in tantissimi Comuni di un atto condiviso per stimolare l’azione ma soprattutto un avanzamento culturale e valoriale sull’accessibilità universale.

Troppi comuni sono ancora molto indietro sui temi dell’accessibilità, li relegano a una mera questione di barriere fisiche che riguarda solo le persone con disabilità. E’ necessario stimolare la discussione e far capire prima di tutto che l'”accessibilità” riguarda tutti (ogni cittadino) e tutto (non solo spazi fisici, ma ogni servizio o evento).

Una città accessibile, che elimina sia le barriere fisiche che quelle immateriali, che offre servizi accessibili (anche digitali), che organizza eventi accessibili, è una città che permette a tutti di esprimersi al meglio, di agire, di contribuire, di partecipare e arricchire la comunità. Permette a tutti di godere delle libertà che la costituzione garantisce, di essere autonomi di lavorare e promuove quindi un welfare attivo molto più efficace per le persone e più efficiente in termini di risorse degli enti locali.

Una città accessibile è una città che non discrimina e che accoglie non solo le persone con qualche tipo di disabilità, ma anche gli anziani, i bambini, i genitori con passeggini o persone con disabilità temporanee.

L’atto che abbiamo preparato vuole quindi essere uno spunto all’azione, al miglioramento ma anche alla crescita culturale e alla piena comprensione dei valori che l’accessibilità universale comporta per la comunità.

Le premesse dell’atto fanno il punto sull’attuale situazione:
– la nostra Costituzione
– la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità delle Nazioni Unite (approvata nel 2006 e ratificata dall’Italia nel 2009). La Convenzione promuove, protegge e assicura il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti e di tutte le libertà da parte delle persone con disabilità. Lo scopo è la partecipazione in modo pieno ed effettivo alla società senza alcuna discriminazione
– l’Atto Europeo sull’accessibilità che il Parlamento Europeo ha approvato nel 2019 per garantire nel miglior modo l’accessibilità prevista dalla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità dell’ONU
– la figura del disability manager e il suo attuale inquadramento
– la legislazione nazionale in merito ai Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA)

La parte dispositiva dell’atto è adattabile alla situazione del proprio comune. Tenendo conto della generale situazione di arretratezza di molti comuni, abbiamo inserito le richieste base:
– richiedere l’adozione dei PEBA qualora il comune non li avesse ancora predisposti
– verificare e sollecitare il finanziamento e l’attuazione dei PEBA ove questi siano rimasti solo sulla carta
– coinvolgere i cittadini per raccogliere segnalazioni per pianificare l’eliminazione di ogni barriera materiale o immateriale
– dotarsi della figura del disability manager, magari anche nelle eventuali aziende partecipate del proprio comune
– adottare un cambio di mentalità conformando ogni azione, servizio o comunicazione… all’accessibilità universale che richiede un coinvolgimento trasversale di tutti i settori e competenze dell’ente.

Se il vostro comune è abbastanza virtuoso, potete verificare che i PEBA siano stati estesi con i Piani di Accessibilità Urbana. Se volete spingervi ancora oltre, qualora il vostro comune fosse già molto virtuoso, potreste chiedere di co-progettare con la città un Piano Per l’Inclusione Universale (PIU) che includa i PEBA: un unico strumento che coordini (e sviluppi) trasversalmente tutte le politiche e le progettualità comunali rilevanti (Lavori pubblici, urbanistica, mobilità, commercio, cultura, welfare, dirtitti sociali….).

La mozione si conclude con un invito al governo per supportare tutti gli enti locali anche i più piccoli in cui spesso il problema principale è la mancanza di competenze adeguate.

Questo invito aggancia e sostiene il grande lavoro che stanno facendo i nostri portavoce alla Camera e al Senato per innovare il quadro nazionale in tema di disability manager e sostegno all’implementazione pratica nei territorio dell’accessibilità universale.

Marco Piazza, referente della funzione Sharing di Rousseau


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