La scuola riapre per tutti e in sicurezza. Il nostro lavoro non ha eguali in Europa

Ci siamo: dopo mesi di intenso lavoro per garantire il diritto all’istruzione nonostante le problematiche legate all’emergenza sanitaria, le scuole riaprono le porte a tutti gli studenti, le studentesse e il personale scolastico, nella massima sicurezza. Dall’1 settembre sono iniziati i corsi di recupero e dal 14 settembre gran parte delle Regioni darà il via alle lezioni, mentre alcune scuole l’hanno già fatto.

Il primo traguardo per questo anno scolastico è stato raggiunto, ed era tutt’altro che scontato. È in primis un successo per le nostre ragazze e i nostri ragazzi, perché potranno tornare ad apprendere tra i banchi, ritrovando quella socialità che tanto è mancata durante il lockdown. Ma è anche la dimostrazione che l’impegno profuso in questi difficili mesi ha dato i suoi frutti: innanzitutto, l’impegno straordinario della ministra Lucia Azzolina e del Governo, ma anche dei dirigenti scolastici, dei docenti e dei vari attori coinvolti nella ripartenza della scuola.

Quanto fatto finora per fare in modo che l’Italia fosse pronta all’appuntamento dell’inizio dell’anno scolastico non ha eguali in nessun Paese europeo. Da gennaio a oggi sono stati investiti in istruzione circa 7 miliardi di euro, per affrontare l’emergenza e per far progredire il mondo della scuola puntando su sicurezza, innovazione e qualità della didattica, inclusione e aumento del personale.

Abbiamo innanzitutto consentito alla scuola di non fermarsi mai, stanziando 180 milioni per dotare tutti, in particolare le ragazze e i ragazzi meno abbienti, degli strumenti digitali necessari per svolgere la didattica a distanza. Abbiamo garantito gli esami di maturità in presenza e rispettando tutti i protocolli di sicurezza.

Solo per la ripartenza a settembre abbiamo stanziato 2,9 miliardi per acquistare, tra le altre cose, materiali per l’igiene, per adattare gli spazi interni ed esterni delle scuole, innovare la didattica e migliorarla per gli studenti con disabilità. Ogni giorno le scuole saranno dotate di 11 milioni di mascherine, mentre è iniziata la distribuzione di 2,4 milioni di banchi monoposto.

Abbiamo dato agli enti locali 330 milioni per interventi di edilizia leggera e altri 30 milioni straordinari per l’edilizia scolastica, finanziando quasi 6mila realtà. Finalmente, dopo anni, è iniziata una stagione di concorsi: 78.000 nuovi docenti entreranno nei prossimi mesi nelle nostre scuole con un contratto a tempo indeterminato, mentre sono state autorizzate nuove 70.000 assunzioni a tempo determinato di docenti e personale ATA per fronteggiare l’emergenza.

Abbiamo provincializzato e digitalizzato le graduatorie per le supplenze, in modo da velocizzare e rendere più trasparente l’iter di assegnazione delle cattedre. Questi risultati sono sotto gli occhi di tutti e contribuiscono a rendere l’Italia un modello a livello internazionale per la gestione dell’emergenza, anche nel settore dell’istruzione.

Eppure si continua a fare disinformazione, con lo scopo di screditare il lavoro di Governo e maggioranza. Incredibile che a far circolare fake news di ogni tipo, a polemizzare sempre e comunque, siano esponenti di quel centrodestra che anni fa, alla guida del Paese, si rese responsabile di 8,5 miliardi di tagli all’istruzione. I nostri investimenti vanno anche a colmare i vuoti prodotti da loro in passato.

La scuola non è e non può essere terreno di propaganda elettorale: mai come in una fase delicata come questa c’è bisogno di collaborazione e di unità, ed è davvero triste che tutto questo sia venuto a mancare per il desiderio di conquistare qualche voto in più. La sfida del nuovo anno scolastico è grande e noi siamo pronti ad affrontarla, certi di aver fatto tutto il possibile per garantire tanto il diritto all’istruzione quanto quello alla salute. Ma la parola d’ordine dovrà continuare ad essere “responsabilità”: dopo il lavoro per riaprire le scuole, lavoriamo tutti insieme per mantenerle aperte.