Nel decreto Rilancio diciamo stop alle deroghe per lo stoccaggio dei rifiuti

Grazie all’approvazione in commissione Bilancio della Camera di un emendamento al decreto legge Rilancio abbiamo bloccato le deroghe per lo stoccaggio dei rifiuti.

L’emendamento a mia prima firma è il frutto di un lavoro corale di approfondimento, portato avanti con i colleghi del MoVimento 5 Stelle in commissione Ecomafie e Ambiente. La norma soppressiva dell’art. 113 bis del Cura Italia, che aveva introdotto tali deroghe, è stata sottoscritta da tutti i portavoce pentastellati in commissione Ambiente alla Camera, nonché sostenuta anche dai colleghi al Senato, con l’obiettivo di abrogare una misura proposta da Forza Italia che introduceva la possibilità di derogare sui quantitativi e sui tempi di stoccaggio dei rifiuti nei depositi.

Così abbiamo evitato gli effetti di deroghe pericolose per l’ambiente e la salute dei cittadini: protrarle oltre la fase dell’emergenza sanitaria non avrebbe avuto alcun senso ma avrebbe comportato tanti rischi. Queste deroghe, infatti, sono state pensate per arginare possibili conseguenze derivanti dall’emergenza Covid anche nel settore rifiuti, ma oggi, davanti all’evidenza di una diminuzione di circa mezzo milione di tonnellate di rifiuti urbani, esse possono costituire un fattore di rischio per la tutela della legalità.

Dagli approfondimenti della Commissione Ecomafie, che sul tema della gestione dei rifiuti legata all’emergenza sanitaria ha condotto a termine un’importante inchiesta, emerge che il rischio connesso all’estensione dei termini temporali di deposito e stoccaggio è quello di lasciare invitanti spazi per lo smaltimento illecito dei rifiuti, nonché per incendi dolosi già ricorrenti prima dell’emergenza.

Le deroghe che abbiamo abrogato con il decreto Rilancio in via di conversione in Parlamento riguardano sia i quantitativi sia i tempi. Abbiamo così eliminato un fattore che avrebbe potuto in qualche modo agevolare eventuali azioni illecite e alimentare gli appetiti della criminalità organizzata. Inoltre, l’art. 113 bis del Cura Italia conteneva criticità non di poco conto. Una fra tutte: la misura, così come è stata concepita, non contiene alcuna indicazione transitoria, è quindi una norma a carattere definitivo che aumenta fino al 50% il quantitativo di rifiuti depositati e prolunga il deposito temporaneo fino a 18 mesi, il che sconfina con i tempi previsti dalle norme italiane ed europee sulle discariche in quanto oltre i 12 mesi di permanenza, le norme definiscono tali luoghi come discariche. Quest’ultima evidenza è stata confermata anche in commissione Ecomafie, nel corso dell’audizione della Procura generale della Corte di Cassazione, nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei rifiuti in tempi di Covid.

Con l’emendamento approvato in commissione e ora all’esame dell’Aula della Camera eliminiamo un fattore di pericolo non soltanto per la legalità, ma anche per la salute delle persone e per la corretta gestione del ciclo dei rifiuti.