La visione strategica del governo sul Made in Italy e il supporto all’export

di Marco Simonelli, membro del Team del Futuro Esteri e Unione Europea


Due settimane, questo è il tempo record che è servito al governo “Conte 2” per imprimere già una prima svolta storica alla gestione statale delle attività di Export per supportare il Made in Italy.

È il 21 settembre 2019 quando in gazzetta ufficiale viene pubblicato il Decreto Legge n.104 che dispone, con carattere di urgenza, il trasferimento di funzioni strategiche tra ministeri e riorganizza gran parte delle istituzioni italiane, con lo scopo primario di supportare lo sviluppo economico del paese e migliorare la gestione delle attività collegate all’export.

Approvato in via definitiva dalla camera solo due mesi dopo, il provvedimento basterebbe da solo a confermare che l’attuale esecutivo sta imprimendo una svolta storica in tema di supporto all’export ed alle piccole e medie imprese del territorio, poiché riesce li dove molti governi del passato hanno fallito o nemmeno tentato.

Diversi governi recenti, sbandierati per anni come “sponsor” delle imprese italiane, hanno pensato di centralizzare le attività collegate all’export e di imprimere quel taglio commerciale necessario alle istituzioni italiane all’estero, come consolati ed ambasciate, non riuscendo tuttavia mai ad essere pienamente incisivi per supportare, nella quotidianità, le imprese italiane nei complessi mercati sovranazionali.

In particolare il decreto ha stabilito:

  •       La realizzazione di una piattaforma unica per l’internazionalizzazione attraverso l’integrazione di 128 ambasciate, 80 consolati, 78 uffici dell’agenzia italiana per il commercio estero.
  •       L’ottimizzazione dei processi per la gestione dei poteri e delle risorse per la promozione ed internazionalizzazione delle imprese.
  •       L’esercizio diretto della vigilanza sulle attività dell’istituto per il commercio estero italiano, da parte del ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. (MAECI)
  •       L’esercizio delle funzioni per la promozione della partecipazione a società ed imprese miste operanti all’estero da parte del MAECI.
  •       La gestione del fondo per la promozione degli scambi e dell’internazionalizzazione delle imprese al MAECI.
  •       La gestione del fondo per la realizzazione delle campagne, e più in generale delle azioni a sostegno del Made in Italy, in capo al MAECI.

Provvedimenti rapidamente adottati per far crescere l’export e i partenariati con le nostre imprese, attraverso azioni di accorpamento e di ottimizzazione della pubblica amministratore, idea positivamente commentata anche da Confindustria ed identificata dall’allora “nuovo” ministro del MAECI Luigi di Maio che, prima ancora di fare il suo ingresso al ministero, aveva già probabilmente studiato la strada maestra da seguire. Sulla carta pochi chilometri, nella stessa città di Roma da Via Veneto a Piazzale della Farnesina, nel concreto dal MISE al MAECI per semplificare l’accesso ai mercati globali alle imprese italiane.

Provvedimento rapido a cui segue una veloce risposta del mercato dell’export italiano che chiude il 2019 con una crescita del 2.3% verso l’anno precedente, occorre tornare indietro di ben 13 anni per trovare una crescita simile, ma solo in percentuale, perché il saldo positivo di 52.9 Miliardi con l’import rappresenta un record nazionale.

Seguono due mesi, gennaio e febbraio 2020 decisamente positivi per l’export italiano e per il Made in Italy, il primo chiuso a + 2.3% e il secondo a +1.1%, un trend che proietta a fine anno il nostro paese ben oltre l’ambizioso traguardo dei 500 Miliardi di export, se considerassimo il solo scenario pre Covid-19.

La stessa rapidità e capacità di “leggere” ed interpretare gli andamenti macroeconomici mondiali la dimostra, l’attuale esecutivo, quando intravede all’orizzonte le criticità che avrebbero iniziato, di lì a pochi giorni, a penalizzare le aziende italiane sui mercati internazionali, quando il 3 marzo 2020 il MAECI presenta il piano straordinario per la promozione del Made in Italy – Misure di supporto all’emergenza Covid-19.

Sei giorni prima del lockdown italiano e prevede:

  •       316 Milioni di euro e 400 Milioni del fondo 394 Sace-Simest, a supporto di misure emergenziali.
  •       Rimborsi da parte dell’ICE alle aziende per mancata partecipazione a fiere, causa COVID-19.
  •       Partecipazione gratuita per le aziende agli eventi internazionali dell’ICE (200 eventi in 50 mercati).
  •       Servizi ICE gratuiti ad aziende italiane fino a 100 dipendenti.
  •       Definizione di campagne di comunicazione personalizzate per accesso a mercati esteri.
  •       Semplificazione per l’accesso ai fondi per le Start-up.
  •       Promozione dell’Italia all’Expo di Dubai (poi rinviato causa Covid).

Seguono mesi difficili per l’export mondiale a causa del Covid-19 ed anche quello italiano subisce un calo importante, marzo -37.6%,aprile -34.9% ed è proprio durante il periodo più complicato, durante i mesi di lockdown, che il governo dimostra nuovamente di avere una visione chiara sulle strategie di supporto al Made In Italy, lavorando ai piani per la ripartenza.

Già ad aprile, dal 14 del mese, vengono coordinati dal Sottosegretario Manlio di Stefano 12 tavoli settoriali con lo scopo di raccogliere celermente indicazioni e feedback, da ciascuna categoria economica significativa per l’Export italiano, e si definiscono le linee guida del Patto per l’Export, stanziando la cifra record di 1.4 Miliardi di euro a supporto del Made in Italy. Proposte e contenuti, condivise anche con le regioni che siglano il patto, sui quali costruire il futuro dell’export nazionale, riassunti in sei pilastri:

  •       Comunicazione. Realizzare campagne strategiche per il supporto del Made in Italy, utilizzando frequentemente e principalmente le piattaforme digitali.
  •       Promozione integrata. Ragionare in “ottica di sistema” per massimizzare l’impatto delle azioni promozionali.
  •       Formazione/Informazione. Facilitare l’accesso ai mercati per le aziende esportatrici anche attraverso investimenti per fornire Digital Manager e Temporary Export Manager.
  •       E-commerce. Piu’ contratti, piu’ prodotti, piu’ paesi. Facilitare accesso alle piattaforme digitali.
  •       Sistema fieristico. Rafforzare la partecipazione alle fiere per le imprese italiane. Lanciare fiere virtuali.
  •       Finanza. Potenziare le risorse ampliando le opportunità e la facilità di accesso.

Ed ecco che i numeri tornano nella giusta direzione, maggio export italiano + 35%, giugno + 14.9% merito anche di strumenti innovativi a disposizione delle imprese italiane come l’e-book Export una guida per ripartire, un manuale d’istruzione rilasciato l’8 giugno 2020 per accompagnare le imprese italiane nei mercati esteri, spiegando il “linguaggio dell’export”, le opportunità di finanziamento e le modalità con le quali raggiungere l’ultimo miglio.

Il Decreto Legge n.18 del 17 marzo 2020 (Decreto cura Italia) con il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, la moratoria sui prestiti, la garanzia statale per l’accesso al credito e il fondo di 150 milioni per la promozione integrata per il Made in Italy, sono ulteriori esempi dell’azione concreta di governo per il supporto all’export.

Il Decreto Legge n.34 del 19 maggio 2020 (Decreto rilancio), approvato dalla camera il 9 giugno e il 16 luglio in senato, introduce ulteriori misure a supporto del settore tessile e della moda, delle fiere e per il sostegno alle camere di commercio estere, con contributi a fondo perduto per Start-up, crediti d’imposta, ulteriori rimborsi per mancata partecipazione a fiere, fondi a connazionali all’estero e amplia il raggio d’azione del fondo Simest.

Il livello di dettaglio di attenzione dimostrato verso le aziende italiane e le startup, per agevolarle nei diversi mercati transnazionali, subirà nei prossimi giorni un notevole incremento potendo le aziende contare sul nuovo “portale unico per l’internazionalizzazione”, un database dotato di intelligenza artificiale che fornirà, in tempo reale, notizie mirate e informazioni specifiche profilate su misura per la singola azienda.

Settembre, già identificato come mese per la ripartenza delle fiere, attende con ansia un DPCM previsto in arrivo nei prossimi giorni e che potrà, potenzialmente, dare la definitiva autorizzazione alla ripartenza post Covid-19 anche per le manifestazioni previste nei vari settori merceologici e spianare ulteriormente la strada alla piena implementazione del Patto per l’export.

Il prossimo passo per supportare l’export del Made In Italy? Sul punto, il governo pare abbia le idee molto chiare:” Aboliamo quelle leggi nemiche della capacità dello stato di poter investire quanto stabilito dal Recovery Fund”.