I fondi della Lega, i silenzi e le minacce

Sul caso fondi della Lega su cui sta indagando la magistratura e sui “custodi” dei conti del Carroccio si aggiungono nuovi, inquietanti, elementi.

E’ di ieri la notizia che un altro professionista è finito nel mirino della magistratura, fermato mentre stava cercando di scappare in Brasile.

L’intervento è scattato all’interno di un’inchiesta su presunte operazioni immobiliari a prezzo gonfiato, in cui sono indagati Alberto Di Rubba, ancora oggi direttore amministrativo della Lega al Senato, e Andrea Manzoni, fino a non molto tempo fa suo omologo alla Camera.

Già un anno fa i consiglieri del MoVimento 5 Stelle in Regione Lombardia avevano portato il caso di queste operazioni all’attenzione del Consiglio regionale, ricevendo dalla Giunta una risposta tutt’altro che soddisfacente.

Ora, la presunzione di innocenza non è in discussione, la magistratura dovrà fare le sue verifiche e le indagini fare il loro corso. Ma (forse eh!) qualche spiegazione la Lega e il suo leader dovrebbero darla visto che tra libri e articoli di inchiesta e indagini giudiziarie, sono anni che ai due uomini dei conti della Lega vengono ascritti dalla magistratura comportamenti non proprio specchiati.

Invece delle spiegazioni, un Matteo Salvini evidentemente nervoso ha già minacciato in via preventiva querele nei confronti di chi accosterà il suo nome a quella di “gente mai vista né conosciuta”. Ma per “gente mai vista né conosciuta” intende Di Rubba e Manzoni? La stessa gente “mai vista né conosciuta” come quel Gianluca Savoini esperto di Russia?