Anche la diplomazia salva le vite – Intervista a Luigi Di Maio

di seguito l’intervista del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio al “Fatto Quotidiano”:


Nessun dubbio sulla linea, casomai il contrario: “Abbiamo degli alleati certi, come gli Stati Uniti. E poi abbiamo investito sull’amicizia con Cina e Russia e abbiamo fatto bene visto l’aiuto che ci stanno dando, la diplomazia salva delle vite”. Alle prese con mascherine e ventilatori polmonari da trovare ovunque (“i nostri ambasciatori in giro per il mondo riempiono i magazzini”), il ministro degli Esteri Luigi Di Maio difende il governo: “Nessuno è andato a scuola di lockdown, questa è una crisi senza precedenti. Si può sempre fare meglio, ma se si riguardano le recenti dichiarazioni di molti emerge che giorni fa in tanti si erano schierati contro le chiusure. Eviterei polemiche: pensiamo a fare squadra”.

Partiamo dalle mascherine: scarseggiano e sembra che l’Italia se le sia fatte spesso soffiare da altri Paesi.

L’Italia ha bisogno di 100 milioni di mascherine al mese e di 10mila ventilatori polmonari, stando alle proiezioni sull’evoluzione del coronavirus. Per sopperire abbiamo chiuso un contratto con la Cina per ottenere 20 milioni di mascherine a settimana, per un primo lotto da 100 milioni.

Bastano per un mese…

Il contratto è ampliabile, ci stiamo lavorando. Nell’attesa, dalla Cina ci verranno donati 3 milioni di mascherine e 200 ventilatori polmonari. E poi abbiamo sbloccato carichi fermi in vari Paesi, dalla Turchia alla Repubblica Ceca fino a Romania ed Egitto.

Perché erano stati fermati?

Sono intervenute le agenzie delle dogane, perché tanti Paesi stanno bloccando l’esportazione di materiale medico. Lo abbiamo fatto anche noi. Ma per rimediare ho chiamato i ministri degli Esteri: in diversi casi non sapevano neppure del fermo dei materiali.

Cosa hanno chiesto in cambio?

Di essere aiutati se dovessero ritrovarsi nelle nostre condizioni.

E cosa otterrà la Cina, la definitiva acquisizione dell’Italia nella sua sfera di influenza?

Non ci sono rischi geopolitici, ci sono solo rapporti di amicizia, come quello con la Russia, che ci ha mandato nove aerei con materiale e medici. Mi fanno sorridere quelli che ci contestavano di aver aperto la via della Seta. Avevamo ragione quando abbiamo inviato 40mila mascherine in Cina appena scoppiata l’epidemia a Wuhan. Ed è stato importante anche il concerto organizzato al Quirinale con il più importante artista cinese.

Cina e Russia buone, Europa cattiva? Molti Paesi hanno ignorato le vostre richieste.

Io non mi sento affatto abbandonato dall’Occidente. Molti Paesi europei ci stanno aiutando. Ricordo anche che ci è arrivato oltre un milione da una fondazione statunitense, ed è giunta una donazione dall’India.

Nell’Eurogruppo di domani (oggi, ndr) si parlerà del Mes, il fondo salva-Stati. Il M5S è contrarissimo a usarlo, come ripete il capo politico Vito Crimi. Lei?

Condivido quanto detto da Crimi. Certi strumenti sono stati già utilizzati dopo la crisi dei mutui subprime e hanno dimostrato di non funzionare, cioè di non garantire serenità ed eguaglianza ai cittadini. Serve un’altra soluzione.

Giuseppe Conte che posizione ha? I falchi del Nord Europa invocano già la clausola di condizionalità per chi farà ricorso al Mes.

Sono d’accordo anche con il premier: ha detto chiaramente che una cosa sono i soldi del Mes, soldi nostri, un’altra ciò che li contiene. La crisi economica che seguirà quella sanitaria non verrà superata con i memoranda.

Le “comunicazioni” di sabato sera di Conte hanno provocato una bufera. Ha parlato quando il decreto non era ancora chiuso.

Se non avesse parlato sarebbero uscite le prime bozze del decreto, e gli avrebbero contestato di essere rimasto zitto. Non esistono tempi contingentati, e preferisco un premier che aggiorna costantemente i cittadini.

L’impressione è che si vada a tentoni: ordinanze blande il venerdì e strette il sabato. Ripeto, è una crisi senza precedenti.

Il governo si sta muovendo con gradualità, in base all’evoluzione dello scenario. Siamo al secondo giorno di calo nei contagi. È un piccolo segnale, ma dobbiamo continuare in questa direzione.

I sindacati minacciano lo sciopero, la Regione Lombardia è sempre sul piede di guerra con voi.

Si incrociano interessi diversi. Abbiamo adottato il lockdown e ora dobbiamo puntare ai risultati. Quando si avranno, saranno stati merito di tutti.

Le opposizioni reclamano il coinvolgimento del Parlamento. Non è doveroso?

Il Parlamento va certamente coinvolto, e i partiti hanno gli strumenti per farlo. Ma nell’emergenza si prendono decisioni di emergenza. Per questo abbiamo adoperato i decreti legge e i decreti del presidente del Consiglio.

Arriveranno sanzioni più dure per chi viola i divieti?

Si, se una minoranza di irresponsabili non la smetterà di prendere in giro lo Stato. A queste persone non è bastato neppure vedere le file di bare a Bergamo, evidentemente.