Second hand economy: l’usato fa bene all’ambiente (e alle nostre tasche)

Second hand market: una tendenza degli ultimi anni che in realtà è il classico mercato dell’usato. La necessità di risparmiare, unita a una crescente sensibilità ambientale e anche a una forte passione per il vintage ne stanno decretando il successo, sia negli spazi fisici che online. Ed è un bene, perché acquistare e vendere prodotti di seconda mano è una scelta intelligente che ci consente di risparmiare qualche soldo e contribuisce attivamente alla salvaguardia dell’ambiente.

In questo modo, infatti, non si evitano solamente le emissioni di anidride carbonica dovute alla produzione ma anche nuovi rifiuti e l’utilizzo di materie prime come plastica, alluminio e acciaio, molto comuni nel processo di fabbricazione di beni di largo consumo.

Negli Stati Uniti il giro di affari è altissimo e si prevede possa arrivare a 51miliardi di dollari nel 2023. Ma anche in Italia sono sempre di più le persone che ogni giorno si rivolgono al mercato dell’usato. Secondo il report dell’Osservatorio second hand economy, l’economia dell’usato in Italia vale 23 miliardi di Euro (dato aggiornato al 2018), ossia l’1,3% del Pil, con una crescita del 28% negli ultimi 5 anni. In pratica, un italiano su due compra e vende usato.

Dare nuova vita a un oggetto vuol dire contribuire al benessere del nostro Pianeta. Lo dice la ricerca Second Hand Effect, condotta dall’Istituto Svedese di Ricerca Ambientale (Ivl), che ha quantificato l’impatto ambientale della compravendita sulla piattaforma Subito Italia. Il risultato? Solo su Subito sono stati venduti oltre 18 milioni di oggetti, che hanno generato un risparmio di 5 milioni di tonnellate di CO2, in crescita rispetto all’anno precedente del +10,3%.

Numeri importanti: per fare un paragone, per evitare l’emissione di 5 milioni di tonnellate di anidride carbonica bisognerebbe fermare il traffico di Roma per 15 mesi. Abbiamo risparmiato il corrispettivo delle emissioni prodotte da 4,8 milioni di voli a/r Roma-New York, oltre a 1,8 milioni di tonnellate di acciaio, più di 173 tonnellate di alluminio e 276 tonnellate di plastica. E questo semplicemente attuando delle scelte più consapevoli.

Tutti possiamo farlo.

Si tratta di piccoli cambiamenti, ma che possono avere un grande impatto. Del resto, secondo i dati riportati da Melany Libraro, Ceo di Subito, la compravendita di:

  • un’auto usata permette di risparmiare 5,6 tonnellate di CO2
  • un computer portatile 270 kg, un divano 250 kg
  • uno smartphone 75kg
  • una bici 69kg
  • un paio di jeans 33 kg.

Tra le regioni più green ci sono la Campania, con 770.437 tonnellate di CO2 risparmiate, la Lombardia (664.677 tonnellate) e l’Emilia Romagna (525.255 tonnellate). A seguire, Lazio e Veneto. C’è chi compra e c’è chi vende, ovviamente. Nel 2018 chi ha venduto oggetti usati ha guadagnato in media 725 euro all’anno, un buon gruzzolo per dare sostegno alle casse familiari.

Insomma, ormai è chiaro: comprare e vendere oggetti usati fa bene all’ambiente (e anche al nostro portafogli).