Referendum sul taglio poltrone? Non vediamo l’ora

Lo sapevamo. Pur di mantenere le poltrone intatte il sistema avrebbe fatto di tutto, ed oggi ne abbiamo la riprova.

I vecchi partiti serrano i ranghi e si ritrovano in Cassazione per depositare le firme dei parlamentari necessarie per la richiesta di referendum. Sono 71 le firme raccolte: ben 7 in più del numero minimo richiesta di 64. Auguri!

Tra loro ci sono tanti berlusconiani, come Schifani, Cangini, Caliendo. Ma anche alcuni senatori del PD e renziani e, dulcis in fundo, addirittura sei leghisti. Avete capito bene: il partito di Salvini, dopo aver votato favorevolmente per ben quattro volte in Parlamento al taglio delle poltrone, fa retromarcia. Alla faccia della coerenza. Non riescono proprio a resistere alla voglia di tenersi strette le poltrone.

Per il MoVimento 5 Stelle ogni referendum, ogni occasione in cui il popolo può far sentire la propria voce, è sacro.

Dovranno spiegarci però perché dovremmo mantenere 345 parlamentari – con i loro stipendi che oscillano tra i 12 e i 15 mila euro al mese – in più rispetto a quanti ne avremmo con il TagliaPoltrone.

Dovranno spiegarci perché dovremmo mantenere il Parlamento con il più alto numero di eletti in Europa.

Dovranno spiegarci perché gli italiani dovrebbero dire di NO al risparmio di mezzo miliardo di euro a legislatura: parliamo di 100 milioni di euro all’anno, 300 mila euro al giorno! Soldi che potrebbero essere investiti in strade, ospedali, scuole, sicurezza.

Il MoVimento 5 Stelle è sempre stato per far esprimere direttamente i cittadini e per proporre referendum popolari. E adesso i cittadini avranno il potere di mandare a casa poltrone, privilegi, doppi stipendi e politici e dimezzare la casta.

Noi non vediamo l’ora di iniziare questa campagna referendaria per confermare il taglio dei parlamentari.

Gli italiani sapranno scegliere nel migliore dei modi!