L’Europa parli con una voce sola – Intervista a Luigi Di Maio

Intervista di Alessandro Trocino a Luigi Di Maio per il Corriere della Sera


Luigi Di Maio, l’incontro fallito con Al-Sarraj e Haftar è stato un pasticcio. Cosa non ha funzionato?
«L’impegno dell’Italia è massimo, in questi giorni sono stato a Bruxelles, Istanbul, Il Cairo e sono appena rientrato da Algeri. Dall’Iran alla Libia ci troviamo di fronte a cornici complesse, serve prudenza, bisogna agire con responsabilità. Gli attacchi rivolti a Conte sono gratuiti e ingiustificati, il presidente sta dando il massimo. Ricordo a tutti che è lui l’autore della Conferenza di Palermo».

L’incaricato di Mosca per la Siria ha spiegato che «l’Italia non è riuscita a organizzare in modo corretto l’incontro». La Farnesina ha organizzato o coordinato l’incontro?
«Il presidente ha la sua agenda, specie se deve ricevere un omologo. Il governo si muove in sintonia».

Perché si è deciso di incontrarli nello stesso giorno e di vedere prima Haftar, accusato tra l’altro della strage dei cadetti? Scelta di Conte o Di Maio?

«Non provate a metterci l’uno contro l’altro, perché non è così. Con Conte ci coordiniamo costantemente. Così come ho sentito ripetutamente il ministro Guerrini. Oggi ho visto Conte e abbiamo fatto il punto sui dossier. Anche la situazione iraniana preoccupa fortemente».

Si dice che Conte voglia tenere rapporti prioritari con Al-Sarraj, mentre lei tiene soprattutto a Turchia e Russia, contrari all’incontro con Al-Sarraj. E’ vero?
«Il governo lavora insieme. Ed è giusto che da ministro degli Esteri debba avere buoni rapporti con tutti. In queste ore, sentendo il mio collega tedesco Maas, stiamo preparando la conferenza di Berlino. Siamo convinti che sia opportuno coinvolgere tutti gli interlocutori. Quella in corso è una guerra per procura e se non coinvolgiamo tutti non riusciamo a fermare le interferenze esterne».

Si dice che sia stato Macron a bloccare Al-Sarraj.
«Non rispondo alle speculazioni giornalistiche, credo che l’Ue debba parlare con una sola voce. A tutti i partner ho chiesto responsabilità. Le fughe in avanti peggiorano solo la situazione».

I diplomatici hanno parlato di «errore madornale»: non abbiamo perso credibilità come mediatori?
«Il nostro corpo diplomatico è leale e corretto sempre. Nei retroscena c’è di tutto, la realtà è un’altra cosa».

Perché non ha firmato la dichiarazione del vertice convocato al Cairo sulla Libia? L’hanno firmata Egitto, Francia, Grecia e Cipro.
«Essere invitati come Italia è stata già una conferma importante alla nostra intraprendenza. La dichiarazione conclusiva era troppo sbilanciata contro Serraj e la Turchia, che per noi resta un alleato chiave. Invito tutti all’equilibrio, soprattutto i partner Ue. L’Italia è forte ed ascoltata. Ma immaginerà quanto abbiamo dovuto lavorare per recuperare il terreno perso, visto che solo qualche governo fa l’Italia ha contribuito a bombardare la Libia. Ma tanto so che daranno la responsabilità a noi anche di questo ».

Per Timmermans in Libia servirebbe uno come Minniti. Le piacerebbe come inviato speciale Ue in Libia?
«A tempo debito comunicheremo il nome dell’inviato speciale, prima bisogna completare il processo di Berlino. Dopo, sarà bene che ci sia un ruolo deputato a tutelare gli interessi dell’Italia».

Da ministro degli Esteri sta affrontando una crisi gravissima ed è spesso all’estero. Dove trova il tempo di fare anche il capo politico del Movimento? Non sarebbe il caso di dedicarsi a tempo pieno alla Farnesina?
«Stasera (ieri, ndr) sarò in assemblea congiunta, proprio come capo politico. La situazione internazionale è complicata, ma lavoriamo su ogni fronte. Il Movimento si appresta a concludere un percorso di riorganizzazione durato un anno e il 20 gennaio voteremo per i facilitatori regionali».

In un documento, un gruppo di senatori chiede la fine dei doppi incarichi, compreso il suo.
«Il documento è stato firmato da tre persone. Legittimo per carità, ma tre persone sono un po’ poche. Dopo di che, agli Stati Generali si potranno avanzare proposte».

L’impressione è che il ministro De Micheli sia disposta a evitare la revoca ad Autostrade, a patto che il risarcimento sia più alto e ci sia una significativa riduzione dei pedaggi. E’ d’accordo?
«Non commento le impressioni. Il ministro De Micheli sta facendo un buon lavoro. Quel che vedo sono le continue perizie che parlano di una mancata manutenzione da parte di Autostrade e ci sono famiglie che ancora stanno piangendo. Bisogna rivedere gli affidamenti. La revoca si inserisce in questa cornice, è indispensabile per abbassare anche il costo dei pedaggi».

Il Movimento perde pezzi e voi li accusate di non voler restituire. Possibile che vi lascino solo per avidità? Non avete sbagliato qualcosa?
«Se sono stati commessi errori è umano, ma perché chi lascia non si dimette da parlamentare invece di passare al misto? E andiamo».

E’ allo studio un nuovo sistema per la rendicontazione, con una parte fissa. Casaleggio fa resistenza. Come cambierà il sistema?
«È allo studio, da parte del comitato di garanzia, una proposta di revisione della procedura per le restituzioni. La proposta sarà relativa alla semplificazione del procedimento di caricamento dei dati su tirendiconto.it. Inoltre c’è la previsione della facoltà di avvalersi di un meccanismo forfettario di restituzione».

Si torna a parlare di Craxi, per il ventennale della morta. Se fosse stato adulto e al Raphael quel giorno, avrebbe tirato anche lei le monetine? Craxi fu uno statista, nonostante gli errori, o merita l’oblio?
«Nessuno merita l’oblio».