Così abbiamo generato welfare territoriale con il cohousing – #StorieGuerriere

#StorieGuerriere è la rubrica del Blog delle Stelle dedicata alle iniziative portate avanti in questi anni da attivisti e portavoce locali del MoVimento 5 Stelle che hanno generato risultati positivi concreti e tangibili per il loro territorio o per i cittadini che lo abitano. L’impegno e la generosità di cittadini attivi che hanno portato un valore aggiunto per il nostro Paese.
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a cura di Cinzia Boniatti e del gruppo di lavoro Cohousing del MoVimento 5 Stelle in Trentino:

Abbiamo creato un gruppo di lavoro (GdL) che si è incontrato con l’obiettivo di divulgare il COHOUSING, ovvero una soluzione abitativa nata nei paesi scandinavi, negli anni 70 e diffusa in tutto il mondo, che aiuta le persone a vivere in modo collaborativo grazie alla realizzazione (progettata insieme) di spazi comuni. Promotori dell’iniziativa sono stati Cinzia Boniatti con Alex Marini, consigliere provinciale del M5S supportati dalla consigliera comunale del M5S ad Arco, Lorenza Colò, dal consigliere comunale del M5S a Riva del Garda Andrea Matteotti e da un gruppo di lavoro a cui hanno partecipato attivamente, in particolare, Marisa Peddoni, Marisa Biotti e Marina Secchi.

• IL PROBLEMA 

Lo stile di vita moderno, soprattutto nelle città, è la causa di molte fragilità. Siamo stati abituati da troppo tempo ad isolarci e vivere in appartamenti e in condomini in cui individui, coppie, famiglie e in particolare gli anziani, affrontano la vita quotidiana per conto proprio, diventando sempre più fragili, isolati, e vittime della crescente complessità. La conseguenza di questo fenomeno è conosciuta dai sociologi in tutto il mondo ed è alla base di gravi disagi sociali (ludopatie, alcolismo, abuso di droghe, malattie psicofisiche e suicidi ecc.). La crescita del disagio sociale è alla base del forte aumento dei costi di welfare e della sanità.

Senz’altro la complessità dei bisogni coinvolti e la segmentazione delle soluzioni di welfare che la pubblica amministrazione è abituata ad erogare in una logica di “welfare assistenziale”, non aiutano a realizzare politiche abitative e sociali adeguate alle nuove esigenze di questa società in rapido cambiamento. Tuttavia, proprio come nei paesi scandinavi, più di 50 anni fa, è dal basso che partono le innovazioni sociali più concrete. Dai cittadini che non hanno più voglia di aspettare, passivamente, soluzioni parziali e molto burocratizzate (come, ad esempio, le case popolari con graduatorie che facilitano solo alcune categorie di abitanti). Abbiamo quindi deciso di dare una svolta alla situazione puntando un faro sulla gravità del fenomeno e ponendo il tema dell’abitare collaborativo all’attenzione sia dell’opinione pubblica che della politica comunale, provinciale e nazionale.

• L’INIZIATIVA

Grazie al supporto di alcuni nostri Consiglieri comunali sul territorio e, con l’aiuto di attivisti del M5S, abbiamo iniziato ad organizzare serate divulgative su questo nuovo approccio di abitare in modo collaborativo che è il cohousing. Ispirati da Alex Marini, ora Consigliere provinciale del M5S, abbiamo iniziato a sensibilizzare il territorio scrivendo una Petizione (strumento di democrazia diretta) che, con il supporto di molti cittadini, ci ha permesso di raccogliere firme e chiedere ai Sindaci di alcuni importanti comuni (Trento, Rovereto, Arco e Riva del Garda) il riuso di immobili pubblici (in comodato d’uso gratuito) per avviare progetti di abitare collaborativo (cohousing) anche intergenerazionale.

Parallelamente, ci siamo mossi anche attraverso le reti nazionali del Cohousing, degli Ecovillaggi e del BuonAbitare ed abbiamo costituito un gruppo di lavoro che, con esperti in materie giuridiche, economiche e sociali, hanno scritto una proposta di legge: “riconoscimento giuridico delle comunità intenzionali” ora in Parlamento, all’attenzione del senatore Gianluca Perilli.

• IL RISULTATO

Sindaci e pubbliche amministrazioni hanno iniziato ad interpellarci per cercare di creare sia risposte in termini di proposte legislative che di mappatura del patrimonio immobiliare pubblico da mettere a disposizione per sperimentare la tipologia dell’abitare collaborativo in cohousing. Sono stati presi impegni con atti legislativi comunali (https://www.comune.trento.it/Comune/Atti-e-albo-pretorio/Deliberazioni/Deliberazioni-di-Consiglio/Delibera-59-del-2016-Consiglio-Comunale) e sono in corso di approvazione emendamenti sulla Legge Provinciale in materia di edilizia abitativa. Alcuni immobili sono stati individuati ed è in corso una trattativa per la messa a disposizione.

Parallelamente, è nato un incubatore di pratiche di Cohousing e del BuonAbitare. Grazie all’aiuto di esperti sociologi, psicologi e facilitatori di comunità è nata l’iniziativa “Cohousing Trentino Alto Adige” che ha generato gruppi di persone che, supportati da laboratori di formazione, danno vita alla creazione di “comunità intenzionali” con l’obiettivo di sostenersi reciprocamente. 

Infatti, è attraverso la condivisione di momenti importanti della vita quotidiana come, ad esempio: i pasti, la cura dei bimbi e degli anziani, la crescita di un orto o la gestione di attività come la manutenzione (bike, mobili, brico, ecc), spazi di co-working e attività aperte anche al vicinato e al quartiere, ecc. che si genera un welfare diffuso e generativo.

Siamo stati coinvolti in gruppi di lavoro dal mondo accademico e dai sindacati che si stanno interessando per sviluppare questo nuovo modello abitativo per anziani (senior cohousing). E’ evidente che, davanti al continuo crescere della popolazione anziana, questo approccio può garantire una miglior qualità di vita a costi inferiori delle case di riposo (con importante contenimento della spesa sanitaria). Questo modello abitativo è molto diffuso in Europa anche tra i giovani, nella fattispecie dell’eco-villaggio che può garantire la sostenibilità esistenziale anche in assenza di un vero posto di lavoro (precariato). Genera inoltre un importante valore economico individuale e familiare nel risparmio che si crea dalla condivisione di utensili, elettrodomestici, veicoli (car-sharing) ma anche l’acquisto di prodotti in Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) ecc.

Infine, divulgare questi stili di vita è una sfida fondamentale per la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo. Infatti, cohousing, coliving ed ecovillaggi sono orientati al consumo sobrio, al Km Zero, al riuso, al rispetto dell’ambiente, all’impronta ecologica nel limitare gli spostamenti usando mobilità sostenibile e nell’uso e divulgazione di soluzioni ad alto risparmio energetico (chi può progetta case in paglia ed argilla ecc.) ed uso di energie rinnovabili. 

• COSA SERVE PER REPLICARE L’INIZIATIVA?

– Formare un gruppo di lavoro che si incontra con l’obiettivo specifico di studiare, capire e divulgare questi modelli abitativi (è opportuno avere un luogo reale dove incontrarsi: la casa di qualcuno, la sede del Meetup, ecc.);

– crearne una pagina FB (un luogo virtuale dove fare rete, scambiare approfondimenti, divulgare eventi ecc). Ecco il nostro esempio: https://www.facebook.com/CohousingTrentino/;

– scrivere una PETIZIONE rivolta al Sindaco e raccogliere le firme necessarie (il fac-simile è scaricabile dal nostro sito <http://www.cinziaboniatti.it/joomla30/index.php/newsletter#N8>;

– essere disponibili ad andare a parlare con le pubbliche amministrazioni quando, in risposta alla Petizione, si viene chiamati per audizioni;

– inizialmente può essere utile ispirarsi al nostro sito web per avere una visione delle migliori esperienze già realizzate le c.d. “best practices” < http://www.cohousingtrentino.it/services/>;

– E’ opportuno iscriversi alle Reti nazionali già esistenti e partecipare alle iniziative analoghe che si svolgono nelle varie regioni.

– La Rete Italiana Cohousing https://www.facebook.com/groups/1557745934442896/

– La Rete italiana villaggi ecologici:  https://ecovillaggi.it