Così abbiamo combattuto la mafia colorando i muri di Brancaccio – #StorieGuerriere

#StorieGuerriere è la rubrica del Blog delle Stelle dedicata alle iniziative portate avanti in questi anni da attivisti e portavoce locali del MoVimento 5 Stelle che hanno generato risultati positivi concreti e tangibili per il loro territorio o per i cittadini che lo abitano. L’impegno e la generosità di cittadini attivi che hanno portato un valore aggiunto per il nostro Paese.
Inviate la vostra storia guerriera a bit.ly/storieguerriere


a cura di Pasquale Tusa, Sergio Oliva e il gruppo del MoVimento 5 Stelle della Seconda Circoscrizione di Palermo

  • IL PROBLEMA

Brancaccio porta con sé lo stereotipo di terra di Mafia, conosciuta a livello mondiale per l’efferato omicidio del Beato P.P.Puglisi martire della Mafia. Siamo nella periferia estrema di Palermo e come tale, terra di nessuno, lasciata spesso in mano e in gestione del malaffare. Il gruppo che ai tempi realizzò questa iniziativa era il gruppo di attivisti locale della II Circoscrizione, i portavoce che la sostennero furono tutti, dai regionali ai nazionali.

  • L’INIZIATIVA

Nel 2013 dopo un’attenta analisi del territorio e delle problematiche ad esso legate, volevamo lanciare un messaggio forte e tangibile alla cittadinanza di Palermo. Brancaccio non è solo il luogo del martire Pino Puglisi, ma è anche un territorio dove è possibile investire con energie pulite. Un luogo ricco di risorse, naturali e paesaggistiche, storia e architettura, terra ricca di agrumeti dove nasce e si produce il tardivo di Ciaculli.

Il murales del 2013 aveva questa folle visione: realizzare un qualcosa che desse dignità e orgoglio alla gente del luogo, qualcosa che esprimesse il carattere e la forza di Brancaccio.

Un percorso che ha attraversato varie fasi:

Confronto, consci che per essere accettato il murales doveva passare dall’approvazione della gente posto, abbiamo effettuato diversi incontri per parlare con loro cercando di creare una forma comunicativa empatica.

Sviluppo e condivisione, era necessario parlare di Brancaccio tenendoci a debita distanza dal povero martire e dallo stereotipo “Brancaccio terra di Mafia”. Bisognava lanciare un messaggio di orgoglio e di fiducia.

Promozione, come ogni evento che si rispetti l’aspetto di marketing diventa strategia, con le nostre forze abbiamo cercato di promuovere con ogni mezzo l’evento, dai media classici al volantinaggio al passaparola.

Raccolta fondi, avremmo potuto trovare denaro in forme più semplici di certo, ma la strada intrapresa ci imponeva di condividere anche questo aspetto con la gente del quartiere, quindi tra una donazione in denaro ed altre in oggetti concreti, tutti erano protagonisti. Il murales del resto era di tutti.

  • IL RISULTATO

Realizzazione murale, la realizzazione del murale doveva essere un grande momento di festa e così fu, oltre al momento artistico, ci fu da mangiare e bere creando le prime vere basi di contatto con il territorio, una sinapsi emozionale.

Donazione generi di prima necessità, le somme raccolte andarono oltre le nostre aspettative, tanto che, decidemmo di devolvere la rimanente quota non utilizzata, all’acquisto di generi di prima necessità per la parrocchia di S.Gaetano a Brancaccio che si sarebbe fatta carico di destinarli, attraverso la Caritas, alle famiglie indigenti.

  • COSA SERVE PER REPLICARE L’INIZIATIVA?

L’iniziativa è sicuramente replicabile, per sviluppare un’idea del genere, serve una VISIONE al domani e tanta tanta determinazione.

Dal punto di vista burocratico l’iter ai tempi non esisteva, ci siamo creati un percorso condiviso con la Circoscrizione (una sorte di municipalità senza potere di decentramento). Non esisteva alcun regolamento comunale sui murales, per attivare un percorso di collaborazione e di condivisione abbiamo messo in campo una sorte di patrocinio, questa formula ci è servita per bypassare  i vari iter burocratici legati ai permessi oltre che a creare un bel percorso sinergico con la Circoscrizione, primo baluardo della macchina comunale.

Al di là della burocrazia, c’era l’aspetto non trascurabile dei costi per la realizzazione del murale e per la promozione dello stesso. Il metodo utilizzato anche in questa occasione è stato quel del coinvolgimento del territorio attraverso raccolta fondi e semplici donazioni, in talune circostanze anche materiali per la realizzazione del murale.

L’iniziativa fine a sé stessa serve a ben poco, il murale per noi è stato il mezzo per cominciare e condividere un percorso con il territorio, recuperando il distacco con chi per nascita si sente ghettizzato e non rappresentato da nessuno. Da lì in poi il nostro impegno continuò su Brancaccio con atti di promozione e denuncia, banchetti ed eventi.

Nel 2016 ripetemmo l’esperienza con un altro Murales ed un altro messaggio “Brancaccio la cittadella della cultura”…ma questo racconto è per un’altra volta. Oggi a distanza di tanti anni quei murales sono ancora lì per la gente del posto sono diventati patrimonio del territorio.