Con la sugar tax tuteliamo la salute e riduciamo le spese sanitarie

di Alberto Zolezzi e Fabiola Bologna

Le bevande dolcificate possono avere effetti dannosi sulla salute umana e dei bambini in particolare. Per questo con la legge di bilancio appena approvata introduciamo un’imposta sul consumo di bevande con zuccheri aggiunti, naturali o artificiali. L’imposta è di un centesimo al litro (e 25 centesimi al Kg per quelli che si usano previa diluizione).

Questo provvedimento ha estrema importanza perché può contribuire a responsabilizzare i consumatori, a ridurre le patologie legate all’assunzione di zucchero e dolcificanti e di conseguenza a far risparmiare gli italiani perché si ridurranno le spese sanitarie collegate.

Gli studi relativi agli impatti sulla salute delle bevande con zuccheri aggiunti naturali e ancor più artificiali continuano a confermare l’allarme. Nel 2010 si stimano a livello mondiale 184mila i decessi da patologie cardiovascolari, tumori e diabete mellito di tipo 2 correlati a obesità da bevande zuccherate.

Il 4 novembre scorso la prestigiosa rivista JAMA International Medicine ha pubblicato uno studio su oltre 520mila persone comparando il consumo di una o più di due bevande con zuccheri aggiunti al giorno e dettagliando per zuccheri naturali o artificiali. Lo studio, intitolato Soft Drink Consumption and Mortality in Europe, ha preso in esame i consumi di persone reclutate fra il 1992 e il 2000 in 10 Stati europei, Italia compresa, e seguite in media per 16 anni. I risultati evidenziano un rischio di mortalità, per tutte le cause, maggiore del 17% per chi assume più di due bicchieri di bevande al giorno con zuccheri aggiunti. L’aumento di mortalità arriva al 26% se gli zuccheri aggiunti sono artificiali.

Tra le cause di morte si segnalano in particolare quelle per patologie cardiovascolari (27% in più per tutte le bevande zuccherate e 52% in più per gli zuccheri artificiali), per cause oncologiche (tumore del colon), per malattie neurodegenerative (59% in più di morbo di Parkinson).

Questo studio è stato eseguito con i metodi statistici più moderni e comprende un numero di persone molto ampio. Il nostro compito di legislatori è quello di ascoltare quello che ci dice la scienza e orientare le scelte di consumo dei cittadini per proteggere la loro salute.

Sarà necessario accompagnare questa nuova norma potenziando le campagne di educazione alimentare già in atto e confrontandosi con le aziende produttrici per avere anche il loro sostegno in questo graduale cambiamento delle abitudini di consumo, che se gestito correttamente comporta vantaggi per tutti e risparmi per i cittadini.