Le fake news sul MoVimento non si contano più

Ormai ci siamo abituati alle fake news dei giornali sul MoVimento 5 Stelle, quasi non ci stupiamo più.

Anche oggi, sul quotidiano “La Stampa” sono state pubblicate una serie di bufale sul MoVimento 5 Stelle. Hanno messo in mezzo Paola Taverna, Riccardo Fraccaro, Alfonso Bonafede e Stefano Patuanelli, questa volta scrivendo cose non vere, cercando di metterli contro il Capo Politico, Luigi Di Maio. Bufale prontamente smentite dai diretti interessati.

Puntano a dividere il MoVimento 5 Stelle, a metterlo in cattiva luce nei confronti dei cittadini, perché dà fastidio, perché lotta, quasi in solitudine, contro i grandi evasori, perché ha tagliato i vitalizi, perché ha tagliato il numero dei parlamentari, perché ha approvato e approverà provvedimenti a vantaggio del Paese e perché siamo e saremo sempre contro i privilegi.

Scrivere falsità non significa fare buon giornalismo, ma fare politica.

La deontologia professionale insegna altro, ma non tutti i giornalisti se lo ricordano o lo mettono in pratica. Il buon giornalista dovrebbe essere esclusivamente al servizio del lettore e della corretta informazione. Invece, di chi sono al servizio alcuni?

Comunque noi non ci facciamo spaventare da questa campagna mediatica volta a screditarci, volta a screditare chi è sempre stato dalla parte dei cittadini e sempre lo sarà. L’Italia sta vivendo un momento molto importante della sua storia. Sono molte le questioni delicate in ballo, dall’Ex-Ilva ad Alitalia. C’è una Legge di Bilancio che sta vivendo le fasi più intense del lavoro parlamentare, con la fase emendativa, e non abbiamo assolutamente necessità di un giornalismo che perda tempo a inventare storie per attaccare una parte politica che sta lavorando per risolvere questioni critiche, che interessano tutti. C’è davvero bisogno di un giornalismo serio in questo Paese, che informi i cittadini e non deformi la realtà a uso e consumo di pochi.

Nel MoVimento 5 Stelle si continua a lavorare uniti per un unico obiettivo, fare il bene degli italiani. Sarebbe il caso che anche le altre forze politiche e i media pensassero ai cittadini e non soltanto a compiacere gli interessi dei loro padroni, editori o multinazionali che siano.