Ai Castelli romani piantiamo alberi dove altri volevano cementificare

Importanti aree verdi e siti culturali di Roma sono stati salvati di recente dalla più grande speculazione edilizia del Lazio, del valore di oltre un miliardo di euro, tentata dal costruttore Luca Parnasi con l’appoggio della vecchia politica.

Una vittoria per l’ambiente merito dell’azione congiunta di attivisti e portavoce locali, regionali e nazionali del MoVimento 5 Stelle, con il sostegno decisivo del ministero dei Beni culturali sotto la guida di Alberto Bonisoli. Ora a Marino pianteremo alberi, altro che cemento! Avverrà il 21 novembre in occasione di Alberi per il futuro, per ribadire che è di ossigeno e rispetto dell’ambiente che ha bisogno la comunità di questo territorio alle porte della Capitale, non certo di nuova speculazione edilizia e consumo di suolo.

Vediamo cosa è successo e quale pericolo, per l’ambiente e la cultura, hanno scampato i cittadini romani e dei Castelli. Le aree tra i Comuni di Marino, Castel Gandolfo, Albano e del Divino Amore, veri e propri polmoni verdi della Capitale e siti storici, erano finite nelle mire di imprese riconducibili alla galassia del costruttore arrestato con l’accusa di corruzione e finanziamento illecito.

In questa vasta porzione di territorio, infatti, nel 2011 l’allora Sindaco di Marino Adriano Palozzi (Forza Italia), poi arrestato nell’inchiesta sullo stadio della Roma, proprio insieme a Parnasi e ad altri imprenditori aveva avviato un progetto di cementificazione da 1 milione e 350.000 metri cubi, proprio nella zona denominata Divino Amore con propaggini di edificazione nell’area di Mugilla e Mazzamagna, in una delle ultime aree di agro romano dei Castelli Romani. Sotto il nome roboante del progetto noto come EcoVillage, si nascondeva l’ennesimo affare progettato per portare nelle mani di soggetti privati aree che da piano regolatore prevedono destinazioni del tutto diverse da quelle che prevedono la presenza di cantieri, calcestruzzo e costruzioni. Né lo stadio della Roma, né l’edificazione del Divino Amore, né i piani regolatori vigenti prevedevano quelle destinazioni urbanistiche, ma la politica amica degli imprenditori del cemento pensava anche in questo caso di poter fare il miracolo.

Per fortuna però è arrivata prima la politica amica dell’interesse collettivo e dell’ambiente, e la dura opposizione del MoVimento 5 Stelle ha impedito che queste zone di enorme interesse ambientale e culturale venissero sacrificate in nome degli interessi privati. Nell’ultimo anno e mezzo si sono susseguite proposte e documentazioni prodotte dal Comune di Marino con l’attività del sindaco pentastellato Carlo Colizza e della sua maggioranza: una fitta e complessa serie di atti volti a fermare la speculazione e riaffermare il primato della buona politica sugli amici degli amici.

Le critiche mosse dal Comune si fondavano sulle risultanze delle analisi tecniche svolte, dalle quali è emerso un grave pericolo per la tenuta infrastrutturale ed ambientale del territorio. Per questa ragione l’Amministrazione comunale di Marino ha richiesto la cancellazione dell’iniziativa imposta dall’ex Sindaco Palozzi e dal centrodestra contro la volontà di molta parte della popolazione.

Anche i Comitati e le Associazioni ambientaliste si sono battuti negli ultimi sette anni per contrastare questo piano ottenendo ben tre sospensive per il progetto di cementificazione del Divino Amore, sia da parte del Comune di Marino sia a seguito della Valutazione d’impatto ambientale della Regione.

Dalla Regione Lazio, grazie all’impegno e a un emendamento dei portavoce 5 Stelle, è arrivato anche un ampliamento della zona del Parco dell’Appia Antica di quasi 1.400 ettari, dal cuore di Roma fino ai Colli Albani. La parte più consistente di quel territorio erano appunto i 955 ettari in area Falcognana – Divino Amore – Mugilla, in buona parte in territorio del Comune di Marino. A questo ha fatto seguito il risolutivo intervento del ministero guidato all’epoca da Alberto Bonisoli, con cui abbiamo collaborato per mesi affinché il cosiddetto “vincolo Bondi” ratificato nel 2010 a tutela dell’Agro Romano meridionale si estendesse a queste zone di interesse storico-culturale, salvandole dal cemento.

Per mesi abbiamo lavorato fianco a fianco ai sindaci e ai cittadini per programmare il futuro di quelle aree e scongiurare la mega-speculazione, grazie alla determinazione dell’amministrazione di Marino guidata da Carlo Colizza e del consigliere regionale Marco Cacciatore.

Vincere questa battaglia non è stato facile: di fronte avevamo soggetti che, sapevamo, non avrebbero rinunciato facilmente ai loro propositi. Il 19 luglio 2019 infatti, Parnasi e Palozzi hanno chiesto al Comune di Marino la liquidazione dei danni per circa 300 milioni di euro arrecati per la mancata realizzazione del piano di lottizzazioni, in quanto il Comune aveva sospeso i programmi edificatori. L’estensione del vincolo operata da Bonisoli ha avuto il merito di aver anche scongiurato il pericolo di dover pagare una cifra del genere a chi voleva deturpare il territorio.

L’ultimo atto di una lunga battaglia che dimostra che il Movimento, quando lavora di squadra e insieme agli attivisti, alle associazioni di cittadini, è più forte di ogni lobby e sistema di potere. Ora continueremo a tenere gli occhi aperti, ma intanto celebreremo questa vittoria piantando alberi nella zona di Marino. Il 21 novembre con il sindaco di Marino pianteremo ‘Alberi per il futuro’ presso la scuola Elsa Morante in via Niccolo Tommaseo 44 e al Parco Lupini, insieme a tutti i cittadini che amano la loro terra e la vogliono verde, pulita e libera dagli affaristi.