Sistema Bibbiano, in Sardegna altra storia drammatica. Parte l’indagine conoscitiva

I nomi delle psicologhe legate a Claudio Foti arrestato per il caso Bibbiano al Centro Hansel e Gretel e a orrori passati, li ritroviamo all’interno di una storia che si avvicina molto alle drammatiche vicende di Bibbiano.

L’ha raccontata Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano (https://www.facebook.com/selvaggia.lucarelli/posts/10156464101040983). Si parla di una “morsa orribile di accuse campate in aria in cui è finita Agnese, una povera bidella sarda che alla fine un anno fa si è tolta la vita in un bagnetto, con un braciere, per la vergogna e le spietate certezze di certe psicologhe.”

Proprio così: Agnese viene incolpata di abusi nei confronti di una piccola di 4 anni e, quando si accorge che si andrà a processo, decide di togliersi la vita. Ma, stando alle ricostruzioni, l’impianto accusatorio è molto debole: “ci sono tante dichiarazioni false o contraddittorie di una bambina che all’epoca dei fatti aveva 4 anni e viene interrogata due anni e mezzo dopo, senza una visita ginecologica, ma con perizie e consulenze che suggeriscono l’abuso in base a sintomi che nessuno oltre la famiglia e le psicologhe ha mai notato”.

Chi c’è dietro questi sospetti?

Psicologhe legate sia nella formazione professionale, sia come relatrici ,ad incontri del Cismai e di Hansel e Gretel, con i nomi su varie locandine di eventi con Claudio Foti, Nadia Bolognini (Inchiesta “Angeli e demoni”), Federica Anghinolfi (Inchiesta “Angeli e demoni”), Andrea Coffari (avvocato di Foti), Pietro Forno (PM del caso Lucanto).

Prima di farla finita Agnese lascia nelle tasche dei bigliettini eloquenti con scritto “sono innocente”. Un’altra storia terribile di una vita spezzata.

La maggior parte dei media ha oscurato drammatiche vicende come questa. Noi abbiamo deciso sin da subito di tenere alta l’attenzione e di intervenire concretamente. Come? Abbiamo avanzato la richiesta di indagine conoscitiva in Commissione Giustizia per attuare una ricognizione dei vari sistemi, dentro e fuori le aule di tribunale (sia quelli in cui interviene il giudice, sia quelli in cui non interviene), attraverso i quali i minori vengono sottratti ed affidati ad altri soggetti.

Vogliamo anche verificare se le procedure attivate in base all’articolo 403 c.c. sono adeguate.

Si tratta dell’articolo, la cui modifica fu chiesta nel maggio 2017 dal Partito Democratico, che permette ad un’assistente sociale di strappare un bambino alla famiglia, in taluni casi, anche senza avere l’onere di autorizzazione da parte della magistratura. È una normativa complessa che abbiamo intenzione di modificare e che stiamo per analizzare con tavoli tecnici.

Abbiamo come obiettivo quello di verificare, monitorare, raccogliere ed elaborare dati sull’attività svolta e sui metodi impiegati dalle autorità pubbliche, di qualsiasi tipo, nell’ambito delle procedure di affidamento e analizzare l’efficacia dei metodi di osservazione, ascolto e trattamento dei minori nelle fasi di adozione dei provvedimenti di affido e nel corso dell’affido dei bambini. Stiamo incontrando esperti, tra i quali avvocati, magistrati, associazioni, vittime, per capire nel profondo le varie necessità.

Ma non ci fermiamo qui: abbiamo presentato una proposta di legge per l’Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli allontanamenti di minori dalle famiglie e sugli affidamenti a comunità, con particolare riferimento ai casi avvenuti nella provincia di Modena tra il 1997 e il 1998, mentre il Ministro Bonafede ha già firmato il decreto per istituire la “Squadra speciale di giustizia per la protezione dei minori”.

Dobbiamo tutto questo alle donne come Agnese e a tutte le mamme di Bibbiano e della provincia di Reggio Emilia: sappiamo che quel dolore insopportabile nessuno potrà mai mitigarlo ma il nostro impegno per fare giustizia su queste drammatiche vicende non mancherà mai.