Torino viene prima: stop ai freni a mano

Le vicende di questi giorni segnate dal caso del trasferimento del Salone dell’auto verso la Lombardia impongono allora alcune considerazioni di natura politica su cui mi sono riservata qualche giorno per riflettere e che desidero esporre per la prima volta qui in quest’aula. Dove tutte e tutti noi abbiamo il dovere di agire per l’esclusivo bene della Città e dei suoi cittadini. Ma andiamo con ordine.

Il Salone dell’Auto

Verso le 19 di giovedì ho letto, come molti di voi, il comunicato stampa di Parco Valentino – Salone dell’Auto che annunciava la prossima edizione in Lombardia. Un comunicato dove erano in chiaro date, luoghi e partnership. Sarebbe un’offesa nei confronti dell’intelligenza collettiva pensare che davvero tutto questo possa essere stato deciso e organizzato in un paio di giorni.  Ho avuto più volte modo di confrontarmi con il Presidente, Andrea Levy, vero, ma pur entrambi consapevoli delle difficoltà politiche – che comunque, insieme all’Assessore Sacco ci siamo sempre impegnati a superare – non si era mai, in nessun caso, dato per definitivamente deciso il cambio di location.

È però proprio alle difficoltà politiche che questa vicenda finisce per fare da sfondo.

Lo dico molto chiaramente. Nessuno, sottolineo, nessuno tra coloro che hanno il dovere, l’onore e la responsabilità di Amministrare la Cosa Pubblica, può permettersi il lusso di ironizzare, dileggiare, osteggiare con atti politici o esternazioni un evento che coinvolge 700mila cittadini e che ha ricadute sulla Città in termini economici, lavorativi e di immagine.  Sia altrettanto chiaro che lo stesso deve valere per qualsiasi evento, anche di minore impatto.  Il lavoro deve sempre, sempre essere rispettato. Quanto accaduto è, di coseguenza, ingiustificabile, a prescindere dell’opinione che si può legittimamente avere dell’evento in sé. La nostra responsabilità istituzionale sovrasta sempre quella politica, sicché il rispetto dell’Istituzione non può cedere il passo ai legittimi impegni di rappresentanza di una parte, specie quando questa rappresenta un singolo.

Revocate le deleghe al vicesindaco Guido Montanari

Per questo motivo questa mattina ho revocato le deleghe al Vicesindaco e Assessore, Guido Montanari.  Ringrazio Guido per il prezioso lavoro svolto in questi tre anni ma ci sono momenti in cui ognuno deve assumersi le responsabilità di ciò che dice, anche in contesti non formali.  Quando si riveste un ruolo istituzionale, non ci si può permettere questi inciampi. E quelle riportate dai giornali in questi giorni pronunciate dal Vicesindaco non possono essere derubricate a battute di spirito, né giustificate dal contesto.  Assumerò io le deleghe ad interim fino a nuove comunicazioni.

Basta alle battute di arresto

Vengo ora all’ultimo punto, quello che sta a monte di tutto: l’unità di intenti della Maggioranza di questo Consiglio Comunale.  Ci sono delle condizioni a reggere il ragionamento che – Presidente, colleghe e colleghi – proporrò a quest’aula: Non sono disposta in alcun modo ad andare avanti con il freno a mano tirato.

Intendo onorare fino in fondo la responsabilità di amministrare questa città. È innegabile che in questi tre anni abbiamo fatto tanto ma è altrettanto vero che tanto altro avremmo potuto fare e che, in alcuni casi, avremmo potuto far meglio e, come sempre, sono pronta ad assumermi le mie responsabilità.  A tal proposito Ringrazio quei consiglieri che, tra infinite difficoltà, si sono spesi anima e corpo sui provvedimenti nell’interesse della comunità, sforzi che non possono essere vanificati da esternazioni estemporanee.

Affermazioni che trattano superficialmente temi che toccano la vita di migliaia di cittadini e il lavoro di imprese e lavoratori. In questi intensi anni di mandato, la città ha raggiunto traguardi che molti non credevano possibili.

Ciò è accaduto quando la maggioranza ha saputo, con unità di intenti, far fronte alla responsabilità di amministrare Torino, mandato ricevuto dalla degli elettori della città.

  • Penso al salvataggio di GTT che dalla soglia del fallimento è passata a gestioni in attivo e ad aggiudicare forniture di  mezzi nuovi, mezzi che finalmente presto vedremo sulle strade di Torino al servizio di chi a Torino vive, lavora, studia o semplicemente visita  la città da turista.
  • Penso alla capacità della città di attrarre investimenti per riavviare riqualificazioni ferme da anni come Porta Palazzo, la Rinascente, l’ex stazione di Porta Susa o il recentissimo palazzo della Rai.
  • Penso alla capacità di Torino di crescere a ritmi mi visiti prima per quanto riguarda i flussi turistici.
  • Penso alla vittoria che la città ha saputo conseguire nella competizione con città come Tokyo, Singapore e Londra, per le ATP Finals.
  • Penso al Salone del Libro, prova lampante che quando le Istituzioni si muovono compatte, la città si riconosce pienamente in esse e con orgoglio e determinazione si vincono battaglie dove tutti ci davano per spacciati.
  • Penso, per lo stesso motivo, alla liberazione del MOI, la più grande occupazione abusiva d’Europa che perdura da oltre 5 anni.
  • Penso ai tanti torinesi che hanno visto nuove aree verdi e nuovi spazi riqualificati grazie ad AxTo.
  • Penso al superamento delle baraccopoli Rom di corso Vercelli e corso Tazzoli,  alla riduzione di oltre l’80% di roghi tossici e all’avvio delle procedure per il superamento del campo di via Germagnano.
  • Ai 150 milioni destinati all’area di crisi complessa che permetteranno la creazione di nuovi posti di lavoro.
  • Alla rivitalizzazione del tessuto produttivo in chiave innovativa, con nuove imprese e sperimentazioni per iniziare a dare risposta alle vere emergenze di Torinoil lavoro e la povertà.
  • A tal proposito, penso alle iniziative della Città per mettere a frutto, da subito, il Reddito di Cittadinanza voluto dal Governo.
  • Ed infine, penso alla messa in sicurezza di un bilancio ereditato che stava consegnando la Città al commissariamento.

E tuttavia ricorrono ormai con frequenza non più compatibile con la responsabilità di amministrare la città, l’intera città, comportamenti che spesso vanificano i risultati raggiunti, offrendo sponda a narrazioni che vorrebbero associare Torino all’idea di luogo senza opportunità, con beneficio per altre aree che invece si propongono e vengono rappresentate come luoghi delle occasioni.

La credibilità di una Città nei confronti dei cittadini, degli investitori, del Paese e sul piano internazionale passa anche dall’unità di intenti delle sue Istituzioni e dalla capacità di prendere decisioni veloci ed efficaci.

Non possiamo pensare, per fare due rapidi e recenti esempi concreti, che un’occasione di attrazione di investimenti e riqualificazione come il motovelodromo, già oggetto di legittima discussione, possa essere osteggiato successivamente per diatribe interne.

Non possiamo pensare che la realizzazione di un nuovo impianto sportivo come quello che un investitore privato vorrebbe far sorgere in Parella, venga compromesso da posizioni ideologiche.  Anche nei rapporti fra istituzioni abbiamo il dovere di chiarire alcuni aspetti.

Non possiamo pensare che chi ha responsabilità di governo, anche se a livello locale, si scagli regolarmente e sistematicamente contro il lavoro di Prefettura e Questura.  Non possiamo pensare che ambiente, innovazione, sicurezza, welfare, eventi e futuro della Città siano soggetti, per liti interne, a compromessi al ribasso.

La politica è mediazione, ma la mediazione non può essere una corsa al ribasso e messa davanti all’interesse della Città.

Torino viene prima

Dalla settimana prossima arriveranno in Aula una serie di delibere di cui questa Città ha bisogno per esprimere al massimo tutto il suo potenziale.  Delibere che riguardano il futuro della nostra Città e il benessere dei cittadini. Provvedimenti su cui chiederò all’aula un mandato pieno, senza ovviamente prescindere dal sano confronto politico, Istituzionale, anche personale come è sempre stato.

Ma non intendo più accettare battute di arresto o compromessi al ribasso.  Ciò che chiedo è una prova di maturità.  Per questo, a questi atti, che ritengo fondamentali per il futuro della nostra città, vincolerò il mio mandato e il destino di questa amministrazione, perché questa amministrazione ha senso di esistere solo se può lavorare e portare risultati per il bene della città.

Nel prossimo orizzonte abbiamo la linea della Metro 2 da finanziare ed avviare, strade e ciclabili da rifare, aziende da far crescere, lavoro da creare, ambiente da tutelare, cittadini in difficoltà da aiutare anche con l’attuazione del reddito di cittadinanza, parchi da curare, trasporti da migliorare, raccolta differenziata da estendere, sicurezza da garantire attraverso il protocollo sulla Sicurezza Integrata.

Se l’Amministrazione sarà nelle condizioni di continuare a fare il bene  della città, sarò felice di portare avanti il mio mandato e continuare a dare ai cittadini le risposte che meritano.  Una perdurante situazione di stallo – che verificheremo già dai voti sui primi provvedimenti – procurerebbe, invece, danni che la Città non può e non deve permettersi.

E se il male minore fosse il termine anticipato di questa consiliatura, così sarà.

Grazie.