Tagliapoltrone approvato al Senato: siamo a un passo da un traguardo storico

 

«Accogliendo esigenze da più parti avanzate si ritiene necessario ridurre il numero dei parlamentari italiani. Tale iniziativa è anche volta a rispondere alla esigenza di una diminuzione delle spese, in considerazione delle difficoltà che nell’attuale situazione economica incontrano alcune categorie di cittadini». Lo scriveva nel lontano 2001 il deputato Publio Fiori di Alleanza Nazionale nella sua proposta di legge “in materia di riduzione del numero dei deputati e dei senatori”. Tanti anni dopo gli sforzi inutili di Fiori e di tanti altri, con il Movimento 5 Stelle al governo, con il lavoro del ministro Fraccaro e dei nostri gruppi parlamentari, siamo a un passo dall’approvazione definitiva di un disegno di legge costituzionale semplice ed efficace: i deputati passano da 630 a 400, i senatori da 315 a 200.

Il Senato oggi ha portato a termine la sua missione, votando per la seconda volta sì al taglio delle sue stesse poltrone. 345 parlamentari in meno per consentire alle Camere di lavorare in modo più efficiente e rispondere meglio alle esigenze dei cittadini. Con questa riforma risparmiamo 500 milioni di euro ad ogni legislatura. Per capirci meglio: 300 mila euro al giorno da destinare alle necessità urgenti dei cittadini.

Pd e Forza Italia hanno stretto un nuovo patto (il Pd votando contro e Forza Italia non votando): il ‘Nazareno della poltrona’. Forza Italia addirittura ha cambiato idea rispetto alla prima lettura, quando aveva votato favorevolmente. Il partito di Berlusconi non si smentisce mai: privilegi e interessi di parte vengono sempre prima.

Quella di Forza Italia e Pd è una scelta veramente singolare per chi in tutta la Seconda Repubblica ha presentato decine di proposte per avere un Parlamento più snello, comprese le due maxi riforme della Costituzione bocciate nei referendum del 2006 e del 2016. In entrambi i casi destra e sinistra commisero un grave errore: presentare ai cittadini proposte monstre che stravolgevano la Costituzione. Noi invece stiamo proponendo diverse singole riforme che riguardano aspetti specifici della Costituzione: taglio dei parlamentari, abolizione del Cnel, referendum propositivo per la democrazia diretta. Così gli italiani possono valutare la bontà di ciascun provvedimento.

Si ridisegna così un Parlamento moderno, aperto e capace di mettersi in discussione a partire dalla sua composizione. Se anche stavolta la politica avesse fatto finta di niente ci troveremmo dinanzi all’immagine avvilente e anacronistica di un Parlamento che ignora le esigenze che emergono nella società, ripiegato a curare i propri interessi e la conservazione dei privilegi, in una paradossale fuga dalla realtà. Ma adesso c’è il MoVimento 5 Stelle al governo e per questo il Parlamento ha deciso di colmare la distanza che per molti anni si è creata tra la società e la politica parlamentare. Solo così la politica diventa credibile e coerente.