No inceneritori nè ora nè mai

Ancora una volta torniamo sul tema degli inceneritori. Oggi leggo che chi non ne vuole costruire di nuovi sarebbe folle e irresponsabile. Io trovo che sia folle e irresponsabile pensare l’esatto contrario. E non lo dico per motivi ideologici, ma tecnici e pragmatici.
L’ho già spiegato, ma evidentemente è necessario ripetere.

L’Italia oggi, e a maggior ragione in futuro, non ha bisogno di nuovi inceneritori. Vediamo perché.

L’Europa ci dice che già al 2025 dovremo inderogabilmente raggiungere il 65% di riciclo. E il 70% nel 2030.
Per costruire un inceneritore occorrono dai 5 ai sette anni. Per rientrare dall’investimento occorrono altri 20 anni. Bene: nel 2047 cosa daremo da mangiare a questi eventuali nuovi impianti visto che bruciano la parte residuale, terminale, della raccolta, cioè tutto quello che non può essere riciclato?
Nel frattempo dato che iniziano – fortunatamente – a scarseggiare i rifiuti indifferenziati, è stata annunciata la chiusura degli inceneritori di Livorno e di Ravenna. Vedete? Non servono.

Io dico sì agli impianti, però quelli che servono: innanzitutto quelli di compostaggio, soprattutto al Sud. Lavorano l’organico, che è la gran parte del rifiuto da trattare, e quello con maggiore impatto per i cittadini: cattivi odori, percolato… Servono impianti di compostaggio di prossimità, con un sistema a stella: quelli più piccoli vicino a dove il rifiuto viene conferito. Ne ho già parlato con gli industriali del settore del compostaggio e concordano in pieno.

In ogni caso il contratto di governo sul punto è chiaro. Ecco cosa dice: “Una corretta e virtuosa applicazione dell’economia circolare, in linea con la gerarchia europea nella gestione dei rifiuti, comporta una forte riduzione del rifiuto prodotto, una crescente percentuale di prodotto riciclato e contestualmente una drastica riduzione della quota di rifiuti smaltiti in discarica ed incenerimento, fino ad arrivare al graduale superamento di questi impianti, adottando metodi tecnologicamente avanzati ed alternativi”. Ed è proprio quello che stiamo facendo.

#AvantiCosì