L’introduzione del mandato zero per i consiglieri comunali

Oggi, in questo ultimo tutorial per la riorganizzazione del MoVimento 5 Stelle, parleremo dei nostri territori e dei nostri eletti sul territorio, a partire dai consiglieri comunali.

I consiglieri comunali sono la stragrande maggioranza dei nostri eletti e ogni giorno, nei consigli comunali e nei consigli di municipio, portano avanti le battaglie del MoVimento molto spesso da soli, con un solo consigliere comunale e decine e decine di atti da studiare e da seguire. In futuro, a seguito di questa grande riorganizzazione, potremo dargli più supporto legale, più supporto di esperti per portare avanti il loro mandato.

Adesso a me interessa non disperdere l’esperienza che un consigliere comunale matura durante il suo mandato e che può portare in altri contesti, ad esempio in Regione, in Parlamento, in Europarlamento. Come possiamo fare per fare in modo che una persona che è stata eletta come consigliere comunale al primo mandato, che poi si ricandida per provare di nuovo a vincere e quindi a diventare sindaco, non ce la fa e torna in Consiglio comunale: come possiamo fare per non disperdere questa esperienza per effetto della regola dei due mandati che segnerebbe, con le regole attuali, la fine della sua esperienza da portavoce? Abbiamo deciso di introdurre il cosiddetto ‘mandato zero’.

Che cos’è il mandato zero? È un mandato, il primo, che non si conta nella regola dei due mandati, cioè un mandato che non vale. Ora voglio essere molto chiaro: il mandato zero e l’eventuale introduzione del mandato zero, se vorrete votarlo come iscritti, varrà solo e soltanto per i consiglieri comunali e per i consiglieri di municipio. Dai sindaci in su stiamo parlando comunque di persone che o gestiscono potere e prendono uno stipendio pieno o, in ogni caso, gestiscono potere. E ricordiamoci perché è nata la regola dei due mandati: per fare in modo che non si gestisca troppo potere nelle mani di poche persone per troppo tempo.

Come funziona il mandato zero? Se tu vieni eletto consigliere comunale o di municipio al primo mandato e lo porti avanti tutto e poi decidi di ricandidarti e non diventi né presidente di municipio né sindaco, allora il tuo secondo mandato, quello precedente, cioè il mandato zero, non vale. Voglio spiegarlo ancor meglio. Il principio vero è che tante persone, giustamente, decidono di non ricandidarsi la seconda volta al Consiglio comunale come sindaco, perché semplicemente pensano che magari avendo delle armate di sette, otto liste contro, hanno serie difficoltà a riuscire a diventare sindaci e quindi la loro esperienza che hanno maturato nel primo mandato vorrebbero portarla in Parlamento, in Consiglio regionale, e scelgono di non ricandidarsi.

Ma ci sono alcuni coraggiosi che invece in questi anni ci hanno provato comunque, sempre e comunque, e queste persone come tutte quelle che verranno che si ricandideranno anche al secondo mandato e magari nel loro secondo mandato finiranno di nuovo in Consiglio comunale perché non ce l’hanno fatta a diventare sindaco, potranno ricandidarsi in altri livelli, in Regione o in Parlamento perché il mandato zero viene neutralizzato.

Se invece ti ricandidi come sindaco e vieni rieletto sindaco, allora a quel punto quello è il tuo secondo mandato e lo fai da sindaco per cambiare la tua città in cinque anni anche grazie all’esperienza che hai maturato nel tuo primo mandato.

Quali sono i vantaggi di avere questo mandato zero che non viene conteggiato? Durante il tuo secondo mandato da consigliere comunale non solo lo puoi completare nei cinque anni e poi alla fine, quindi, di questi secondi cinque anni da consigliere comunale ti puoi candidare altrove, in Parlamento, in Regione, e quello diventa il tuo secondo mandato; ma puoi decidere di candidarti in Regione, in Parlamento, in Europarlamento e in altri ruoli anche durante il tuo secondo mandato di consigliere comunale, perché in quel momento l’esperienza di quel consigliere comunale è preziosissima. Stiamo parlando di una persona che è stata cinque anni in Consiglio comunale, più due, tre, quattro anni in Consiglio comunale nel secondo mandato. È una persona che conosce le dinamiche del territorio, degli enti locali.

Questa regola del mandato zero per me è molto importante, perché i nostri consiglieri comunali oggi rappresentano una parte di quell’esercito silenzioso sul nostro territorio che ogni giorno combatte e che merita di poter mettere a disposizione tutta questa esperienza portata avanti con querele subite, denunce continue, lavoro sul territorio con gettoni di presenza irrisori. Insomma, merita di poter essere valorizzata come persona e come esperienza.

Infine c’è un altro tema importante che ho discusso coi consiglieri comunali quando ci siamo visti a Roma circa un mese fa, ed è quello delle liste civiche. Non mi sfugge che le liste civiche molto spesso siano dei serbatoi di voti che nascono due mesi prima delle comunali o delle regionali e scompaiono il giorno dopo le elezioni comunali o regionali, lo so benissimo. Ma voglio farvi una domanda: ha senso, invece, se ci troviamo su un territorio in cui abbiamo lavorato fianco a fianco con un comitato, un’associazione, un movimento, per anni abbiamo lavorato insieme, ha senso secondo voi poi andare alle comunali e candidarci gli uni contro gli altri?

Io non credo che si possano sbloccare le coalizioni con le liste civiche in tutta Italia, secondo me non siamo ancora pronti. Ma allo stesso tempo possiamo avviare delle sperimentazioni su quei territori dove per anni, cinque, dieci anni, magari abbiamo lavorato fianco a fianco con dei movimenti, con delle associazioni, con dei comitati, persone che conosciamo da sempre, con cui abbiamo condiviso valori, e poi ci ritroviamo in una situazione per cui alle comunali loro non possono candidarsi nella lista del MoVimento, noi vogliamo fare la lista del MoVimento giustamente, e quindi facciamo due candidati sindaco, o due candidati presidente di Regione, che si scontrano, dividono i consensi e alla fine fanno il gioco dei partiti tradizionali.

Io vi propongo di votare la possibilità di sperimentare, nei prossimi anni, su quei territori dove siamo pronti, dove c’è una comprovata esperienza di partecipazione comune con comitati, associazioni e movimenti, la possibilità di introdurre le sperimentazioni. Possiamo provarle in qualche elezione regionale dei prossimi mesi, o in qualche elezione comunale. E ovviamene sarà mia cura fare in modo che siano delle vere liste civiche con una storia di partecipazione insieme.

Con questo video tutorial si conclude il percorso di illustrazione della nuova organizzazione del MoVimento. Adesso tocca a voi.

Voterete per parti separate tutti i concetti che vi ho raccontato in questi video: dal Team del Futuro nazionale, ai facilitatori regionali, al mandato zero dei consiglieri comunali, alla possibilità nel secondo mandato per i consiglieri comunali di candidarsi altrove durante il mandato, fino alla sperimentazione delle liste civiche. Questi temi non sono stati calati dall’alto, anzi: vengono da mesi di riunioni sul territorio che voi avete fatto come iscritti, da commenti e proposte che sono arrivate su Rousseau e da tanti eletti che io ho incontrato, dai sindaci, dai consiglieri regionali, dagli europarlamentari, ai municipali, ai comunali, in cui, in tutti questi incontri, mi hanno detto che qualcosa doveva cambiare per essere più forti sul territorio e più attivi.

Ma l’importante è ricordare che se stiamo riorganizzando il MoVimento è per permettere ad ancora più persone di partecipare. Non solo i nostri attivisti che ci sono oggi, che fanno un grande lavoro e vanno sostenuti, vanno riattivati, vanno coordinati, vanno messi in condizione di poter portare avanti più iniziative sul territorio. Ma abbiamo tante persone da coinvolgere. Io ho iniziato questo racconto della nuova organizzazione del MoVimento con dei numeri: alle politiche abbiamo avuto 11 milioni di voti, abbiamo centomila iscritti a Rousseau, cinquantamila che votano sempre e circa ottomila attivisti. Noi abbiamo un potenziale enorme di persone che conoscono il MoVimento, lo sostengono ma non partecipano sul territorio. E se siamo in grado con questa organizzazione di riattivare i cittadini sul territorio, di farli diventare cittadini attivi, allora questo Paese potrà cambiare, l’Italia potrà cambiare, al di là del fatto che tu stia al governo o all’opposizione, al di là di quanti eletti nelle istituzioni hai, perché hai cittadini consapevoli che dedicano un’ora a settimana della loro vita per provare a migliorare la qualità della vita di un territorio e di tutti i loro concittadini.

Buon voto a tutti.