Il taglio del numero dei parlamentari è sempre più vicino

Il taglio del numero dei parlamentari è sempre più vicino: la Commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato la legge che riduce il numero di deputati e dei senatori. Adesso il provvedimento andrà in Aula a palazzo Madama e poi il testimone passerà alla Camera dei Deputati per l’approvazione definitiva.

Siamo ad un passo dall’approvare una riforma storica che consentirà al Parlamento di lavorare meglio, in maniera più snella ed efficiente. Voglio ringraziare la Commissione Affari Costituzionali per il lavoro svolto, dal presidente al relatore, grazie a tutti i componenti perché hanno approvato un provvedimento che rappresenterà una svolta nel rapporto tra istituzioni e cittadini. Con meno parlamentari si avrà una maggiore accuratezza nella selezione da parte dell’elettorato, una loro maggiore riconoscibilità e quindi indipendenza da interessi particolari che li renderà capaci di rappresentare meglio le istanze del Paese. Inoltre, tagliando 345 parlamentari in meno si otterrà un risparmio di ben 500 milioni a legislatura: soldi che saranno sottratti ai costi della politica per essere restituiti ai cittadini.

Spiace dover constatare come alcune forze politiche preferiscano fare il contrario di ciò che hanno promesso, a partire dal Pd che si è opposto sin dall’inizio a questa riforma nonostante prometta da tempo il taglio dei parlamentari. Ancor più da biasimare è la posizione di Forza Italia, che ha votato a favore del testo al Senato e alla Camera fino alle elezioni europee, evidentemente per ingannare i cittadini, e ora ha deciso di opporsi. Eppure ha presentato una proposta di legge, a prima firma Quagliariello, per ridurre a 400 i deputati e a 200 i senatori: proprio ciò che prevede la nostra proposta.

Bisogna essere chiari: sul tema del taglio del numero dei parlamentari i giochi di palazzo sono inammissibili, ne va ldella credibilità delle istituzioni. Governo e maggioranza andranno avanti per rispettare la volontà dei cittadini che hanno chiesto un cambiamento da parte della politica: non possiamo pensare alle poltrone, ora è il momento di mettere al centro gli interessi del Paese.