Tre domande ai sindacati

Partiamo dalle fondamenta: la nostra Costituzione. L’art. 36 afferma che “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Qualità del lavoro, esistenza libera e dignitosa, diritto: tutto questo non può esistere se ci sono persone che in Italia, nel 2019, vengono pagate pochi euro all’ora.

Per questo vogliamo introdurre un salario minimo orario non inferiore a 9 euro lordi all’ora. Ci sembra una proposta di buon senso. E invece, cosa leggiamo? Attacchi su attacchi, proprio da quei sindacati che dovrebbero essere più rappresentativi dei diritti dei lavoratori. “Rischiamo – dicono i sindacati – con l’introduzione di un salario minimo legale, che un numero non marginale di aziende possano disapplicare il Ccnl di riferimento (semplicemente non aderendo a nessuna associazione di categoria), per adottare il solo salario minimo e mantenere ‘ad personam’, o con contrattazione individuale, i differenziali a livello retributivo, senza dover erogare né il salario accessorio né rispettare le tutele normative che ad oggi il Ccnl garantisce”. Leggendo critiche del genere, ci vengono in mente due cose: o certi sindacati non hanno mai letto il disegno di legge che abbiamo presentato, o difendono altri interessi, ma certamente non quelli dei lavoratori. Basterebbe leggersi i primi 2 articoli del ddl, è scritto nero su bianco lì: il salario non può mai essere inferiore a quello previsto dal contratto collettivo nazionale in vigore per il settore in cui opera l’impresa. Chiaro, no?

La realtà è che ci sono categorie di lavoratori, ad esempio quelli della vigilanza privata che da contratto nazionale guadagnano 4,72 euro lordi, o alcuni addetti del settore agricolo che prendono poco più di 5 euro lordi all’ora. Non so se ci rendiamo conto. Per il MoVimento 5 Stelle questo non è più accettabile e il nostro disegno di legge sul salario minimo orario chiede che qualunque lavoratore e qualunque lavoratrice in Italia non possa guadagnare meno di 9 euro lordi all’ora. Su questa proposta, ne abbiamo sentite di ogni: che non funzionerà, che non serve, che è un’illusione (tutte cose che dicevano anche del Decreto Dignità, salvo poi dover accorgersi del boom sui contratti a tempo indeterminato).

E allora ci siamo fatti alcune domande: i sindacati considerano rispettoso della dignità umana, oltre che di quella del lavoro, retribuire l’ora di una persona con 4,72 euro lordi? Lo considerano degno di un Paese civile, settima potenza mondiale, seconda potenza manifatturiera in Europa? E perché hanno stipulato contratti così? A noi viene il dubbio che gli attacchi che riceviamo dai sindacati, li riceviamo da una vera e propria élite di privilegiati, che parla per bocca di persone che guadagnano migliaia di Euro al mese e che temono di perdere potere.
Per fortuna, ci sono anche sindacati onesti intellettualmente, che riconoscono che la nostra proposta non mette minimamente in discussione i contratti collettivi che sono già stati stipulati e che retribuiscono il lavoratore degnamente, ma semmai rilancerebbero questi contratti, li migliorerebbero. Questo è il nostro obiettivo.

Il lavoro delle persone per noi è una cosa seria. E alcuni sindacati farebbero meglio a cercare il nemico da un’altra parte, non certo nel MoVimento 5 Stelle che ha sempre dimostrato, dal primo giorno di governo, di agire per migliorare le condizioni dei lavoratori e la loro qualità della vita.