Il decreto Crescita è legge

 

Il Decreto Crescita è il primo provvedimento della seconda e nuova fase di interventi previsti da questa maggioranza. E fa seguito ad azioni altrettanto significative, come l’introduzione del reddito di cittadinanza e il rilancio degli investimenti pubblici.

Saluto quindi con soddisfazione ed entusiasmo questo ulteriore passo in avanti. E’ da apprezzare il confronto tra alleati, anche se acceso, purché lo stesso continui ad avere come bussola il benessere della collettività e la volontà di sostenere i nostri settori produttivi e le fasce più deboli della popolazione.
Apro una parentesi, velocemente, perché c’è stata una dichiarazione di un senatore fantasma (Renzi), che si presenta solo quando ci sono le telecamere, in merito alla questione Ilva. E’ bene che si sappia che Mittal è un gestore temporaneo, e quindi non ha nessun potere di chiudere l’azienda. E’ bene che si sappia che la nostra forza politica è stata quella che ha trovato il giusto equilibrio tra il diritto alla produzione e il diritto alla salute. E qui chiudo la parentesi.

L’azione di questo governo è contraddistinta dalla voglia di voltare pagina. “Governo del cambiamento” non è una definizione autocelebrativa, ma il concretizzarsi di una richiesta venuta dall’elettorato e da un Paese stanco e vessato dalle politiche messe in atto negli ultimi anni.
“Incompetenti” e “cialtroni” sono alcuni degli insulti-slogan rivolti nei nostri confronti da parte dell’opposizione. Un’opposizione smarrita e ancora tristemente in cerca d’autore, che così facendo e dicendo non offende noi parlamentari del Movimento 5 stelle, che sarebbe poca cosa, ma offende e schernisce coloro i quali, nel marzo 2018, hanno mandato un segnale preciso e inequivocabile all’intera classe politica.

Successivamente tornerò sulla “competenza”, sul significato e sulla valenza che vi piace attribuire a tale termine.
Nel Decreto Crescita sono presenti numerose disposizioni che vanno incontro alle esigenze di lavoratori, imprese ed enti locali. Misure che mirano alla crescita, al rilancio degli investimenti privati e alla tutela del made in Italy.

È prevista la riduzione dell’aliquota Ires sugli utili reimpiegati in azienda, viene incrementa la percentuale deducibile dal reddito d’impresa dell’Imu dovuta sui beni strumentali, sino a raggiungere la totale deducibilità dell’imposta a regime, ovvero a decorrere dal 2023.
Vengono semplificate le procedure di fruizione del cosiddetto “patent box”, che consiste nella tassazione agevolata dei redditi derivanti da brevetti, opere dell’ingegno, software protetti da copyright. Ampliate le agevolazioni in favore dei lavoratori, docenti e ricercatori che rientrano in Italia.
Si offrono alle Pmi specifiche condizioni di accesso alla Sezione speciale del Fondo di garanzia.

Sempre per andare incontro alle imprese viene istituita al Ministero dello sviluppo economico una “Piattaforma telematica” per il sostegno della politica industriale e della competitività del Paese.
Viene ampliata la platea delle imprese beneficiarie dei finanziamenti erogati a valere sul Fondo per il credito alle aziende vittime di mancati pagamenti, garantendo la possibilità di accedere ai finanziamenti agevolati anche ai professionisti.

Sono previsti finanziamenti agevolati e contributi alle imprese e ai centri di ricerca a sostegno di progetti nell’ambito dell’economia circolare.
Per il 2019 saranno assegnati ai Comuni 500 milioni di euro per progetti di efficientamento energetico e di sviluppo territoriale sostenibile.
Sulla tutela del Made in Italy, tra le novità introdotte dal decreto vi è l’inserimento nel Codice della proprietà industriale della definizione di “marchio storico di interesse nazionale” e l’istituzione dell’apposito registro speciale presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi. Viene previsto anche un Fondo per la tutela dei marchi storici, per evitare il ripetersi del caso Pernigotti e per evitare che qualche speculatore estero si appropri di una nostra eccellenza semplicemente per spolparla e per portarne qualche brandello all’estero
Si tratta di norme e disposizioni attese da tempo.

Disposizioni contenute in un provvedimento fortemente voluto da questa maggioranza e che, ne sono convinto, avrà effetti benefici sul sistema socio-economico del Paese.
Effetti che le altre misure adottate in questi mesi iniziano a mostrare. Il lavoro da fare è tanto e tanta è la responsabilità che ognuno di noi deve costantemente avvertire sulle proprie spalle.
La risposta agli insulti di coloro che ieri bloccavano il Paese e oggi pubblicizzano in malo modo taumaturgiche ricette è nelle nostre azioni.
Definirsi “competenti”, cari colleghi dell’opposizione e del Pd in particolare, non vi assolve da quanto fatto negli anni passati. Al contrario, è il miglior modo per condannare il vostro operato, proprio perché avete agito sostenuti dalla vostra competenza e consapevolezza.

Ci sarebbe poi da spiegare il limite di questa competenza, dove può arrivare. Noi “cialtroni” ce lo chiediamo. Ci chiediamo, per esempio, se alcuni parlamentari del Partito democratico sono “competenti” per la scelta e la nomina di magistrati. Non saprei, che dite? Potreste dire di sì, che si è sempre fatto. Potreste dire che è normale.
No, cari colleghi! Sarà normale per voi e per il vostro modo di intendere la cosa pubblica e le funzioni a noi assegnate. Vergogna, competenti!
La differenza tra noi e alcuni di voi è abissale. E la misura di questa distanza è data dal modo di intendere e salvaguardare sacralità e prestigio delle Istituzioni.
Il tentativo di “LOTTIZZARE” Csm e magistratura è solo l’ultimo esempio in ordine di tempo. Il termine lottizzare ovviamente non è casuale.
Si tratta di azioni gravissime perpetrate in oltraggio alle istituzioni, e che danno conto di quanto il rispetto delle stesse sia per alcuni di voi sentimento alieno.
La gente sa, ha imparato a conoscervi. Anche se devo ammettere che siete ancora in grado di sorprendere. Sorprende il vostro attaccamento al potere, la vostra voglia di condizionare, il patologico asservimento di alcuni di voi a metodi e logiche non trasparenti.

Ma noi siamo i “cialtroni” e voi i “competenti”.

Chiudo questo mio intervento esprimendo soddisfazione per le misure contenute nel provvedimento che quest’Aula si appresta ad approvare.
Abbiamo tanto da fare, certo. Ci attende un periodo non facile. Ma insieme riusciremo a far ripartire il Paese.