Equità fiscale e salario minimo: così cambieremo l’Europa

Di seguito l’intervista che ho rilasciato alla Nuova Sardegna

1. Come nasce la candidatura alle Europee con il MoVimento 5 Stelle?

Quando Luigi Di Maio ha ‘chiamato all’ azione’ le eccellenze femminili italiane, io sono stata segnalata dal territorio e ho effettivamente incontrato Luigi per parlare dei progetti concreti che il MoVimento ha per l’Europa. Idee che mi hanno subito convinto a sposare la causa e alle quali ho aggiunto la mia prospettiva.

2. Perché un sardo dovrebbe votare MoVimento 5 Stelle?

In tutti questi anni, la Sardegna è stata calpestata e ignorata dalla politica tradizionale. I fondi europei, se ben impiegati, avrebbero potuto portare sviluppo, invece sono stati gestiti male o addirittura rimandati indietro per incapacità di utilizzo. Un aiuto a metà, insomma. Nel frattempo però i sardi hanno pagato il conto all’Europa, subendo regole e diktat che hanno penalizzato lo sviluppo dell’economia locale.

3. Quali saranno le sue prime azioni da eurodeputata?

Mi vorrei concentrare su temi come l’equità fiscale per le aziende in Europa. Le nostre imprese non potranno avere la possibilità di competere sullo stesso piano di quelle estere fino a quando esisteranno paradisi fiscali come Olanda, Malta, Lussemburgo e Irlanda, per citarne solo alcuni. Altro punto fondamentale è introdurre, come finalmente stiamo facendo anche in Italia grazie al MoVimento, un salario minimo europeo per tutti i lavoratori.

4. Quali sono le priorità per la Sardegna?

Il mio programma per la Sardegna si articola in tre punti. Il primo è lo sviluppo dell’economia digitale partendo dalle infrastrutture tecnologiche, per costruire autostrade virtuali con cui superare l’insularità e trasformare la Sardegna in una California europea. Poi ci sono il sostegno alle produzioni locali e la diffusione di un turismo esperienziale che unisca enogastronomia, cultura, archeologia e natura. Dobbiamo combattere lo spopolamento, specialmente quello dei paesini dell’interno: i nostri giovani devono partire per scelta e mai per necessità.

5. Tra europeisti e sovranisti con chi sta?

Quella tra europeisti e sovranisti mi inizia a sembrare un po’ come l’ormai superata distinzione tra destra e sinistra. In Europa servono forze politiche come il MoVimento, che mettano al centro i valori fondanti e le grandi opportunità che l’Unione ci offre, ma che rivendichino con forza i diritti dei singoli Stati membri.

6. Perché l’Europa viene percepita come un corpo estraneo?

Perché è diventata un Europa per pochi e non un Europa di tutti. I cittadini la subiscono e non la percepiscono come Istituzione vicina alle loro esigenze. È subentrata la rassegnazione, ma noi siamo fiduciosi: riusciremo a cambiarne le regole dall’interno.

7. Crede che durerà il governo Conte?

Assolutamente sì. L’esperienza di questo Governo dimostra che il ‘cambiamento’ è possibile: Spazzacorrotti, decreto Dignità, Reddito di Cittadinanza, Quota 100 sono soltanto alcuni esempi. Penso che subordinare l’azione di governo all’interesse primario dei cittadini, e farlo attraverso un contratto di governo che risponde ai reali bisogni del Paese, sia stata la svolta.

8. Si sente più di destra o sinistra?

Sono una persona liberale, senza pregiudizi, che ha a cuore l’equità sociale e odia le ingiustizie. Ho girato il mondo, ma sono convinta che la mia terra abbia tutti gli ingredienti per potersi riscattare. Non vedo l’ora di mettere la mia esperienza al suo servizio.

 

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