Europrogramma del Movimento 5 Stelle: tutela delle nostre eccellenze agroalimentari

 

Per il Movimento 5 Stelle il commercio deve essere uno strumento di prosperità, uguaglianza e progresso sociale per tutti. In questi anni al Parlamento europeo ci siamo battuti per una strategia commerciale che garantisca rispetto per le piccole e medie aziende, sostegno per chi soffre la globalizzazione, tutela delle eccellenze europee, lotta alla contraffazione ma anche rispetto per i nostri agricoltori. Puntiamo sulla qualità e non sulla quantità per avere un commercio sostenibile, rispettoso dell’ambiente e prospero per tutti i settori produttivi.

 

I NEGOZIATI CON GLI STATI UNITI E L’ACCORDO CON IL MERCOSUR

Gli accordi commerciali rappresentano una leva di sviluppo e di crescita per le imprese italiane. L’export va sostenuto. Tuttavia, bisogna prendere tutte le necessarie cautele per non minare la stabilità e il futuro delle piccole e medie imprese. Vigileremo sull’andamento dei negoziati sull’accordo commerciale Europa-Stati Uniti. Noi sosteniamo il dialogo e la cooperazione, ma non permetteremo nessun cedimento sui capitoli agricoltura e pesca perché in Europa vige il principio di precauzione. Negli Stati Uniti questo principio non esiste e questo mette a rischio i nostri consumatori.

I negoziati fra UE e Stati membri del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay) sono attualmente bloccati. Non sono stati risolti i problemi legati alle quote carne ed etanolo e sulle regole di origine per le importazioni di macchine.  Il Movimento 5 Stelle lotterà per avere una seria protezione delle indicazioni geografiche, oggi difese in maniera diversa nei diversi Paesi Mercosur, e difenderà i produttori di carne europei da un aumento smisurato di importazioni da grandi Paesi produttori come Argentina e Brasile. Inoltre, sosterremo il comparto agricolo evitando che mangimi derivanti da soia OGM entrino nei nostri allevamenti e sulle nostre tavole.

Più in generale, vogliamo assicurare reciprocità e stesse condizioni di accesso per i nostri nostri investitori sui mercati esteri, evitando le attuali barriere esistenti, perché i nostri imprenditori non sono imprenditori di serie B. L’Europa deve garantire gli strumenti necessari per aiutare gli Stati membri a scegliere in quali settori investire, in base alle proprie esigenze nazionali, evitando il pericolo di trasferimento di dati sensibili alle multinazionali straniere e ogni rischio di ledere la sicurezza nazionale difendendo i propri settori strategici.

 

L’INVASIONE DI ARANCE SUDAFRICANE

Nel 2018 è entrato in vigore l’Accordo di Partenariato Economico fra l’Unione europea e i Paesi della regione SADC che comprende Botswana, Lesotho, Mozambico, Namibia, Sud Africa e Swaziland. Al Parlamento europeo il Movimento 5 Stelle ha votato contro perché questo accordo prevede una liberalizzazione nel settore agricolo, in particolare degli agrumi. I produttori italiani sono in difficoltà da anni perché vengono sempre favoriti i principali competitori del Made in Italy, come per esempio nel caso delle arance egiziane o marocchine. Per colpa di questo nuovo accordo vengono applicate tariffe agevolate dalle esportazioni di arance dal Sud Africa fino all’esenzione totale dei dazi entro il 2025. In pochi anni le importazioni dal Sud Africa sono aumentate del 21%. Noi vogliamo difendere le 80.000 aziende italiane del settore dall’invasione di arance sudafricane. Al Parlamento europeo lotteremo per rivedere l’intero sistema di accordi di partenariato con i Paesi africani difendendo la nostra agricoltura e favorendo investimenti in settori chiave per lo sviluppo africano, come infrastrutture e servizi. L’agricoltura non può diventare una merce di scambio.

 

LA CONCORRENZA SLEALE DELL’OLIO TUNISINO

L’Europa in questi anni ha approvato l’importazione senza dazi di una quota annua di 35.000 tonnellate di olio d’oliva dalla Tunisia. Questa ulteriore quota si è aggiunta alle 56.700 tonnellate annue già previste dall’accordo di associazione UE-Tunisia. Questa concessione ha portato a un boom di esportazioni d’olio d’oliva dalla Tunisia: dal novembre 2017 al maggio 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono aumentate le esportazioni d’olio d’oliva sfuso (+177%) e di olio d’oliva imbottigliato (+25%), a danno delle nostre produzioni locali, specie italiane, spagnole e greche.

Noi proporremo misure correttive per i nostri agricoltori e ristabilire così la normalità del mercato manipolato da queste concessioni. Così facendo l’Unione europea non aiuta veramente il popolo tunisino, non sostiene la democrazia di quel Paese, ma alcuni grandi marchi che, senza pagare tasse, miscelano legalmente l’olio tunisino con quello siciliano o italiano vendendolo nei supermercati a prezzi low cost. Il nostro olio non può competere e viene svenduto o non viene acquistato. Dobbiamo difendere il Made in Italy.

 

L’ULTIMA MINACCIA: IL RISO ASIATICO

I dazi sulle importazioni del riso dalla Cambogia e dalla Birmania, decisi dalla Commissione europea, sono una grande vittoria politica in Europa del governo Conte e del Movimento 5 Stelle in particolare. Con noi al governo il Made in Italy è finalmente tutelato e l’Italia è più forte in Europa. La nostra battaglia a tutela del riso italiano è iniziata nel 2014: i produttori erano in ginocchio a causa del vertiginoso aumento del 4.000% delle importazioni da Cambogia e Birmania, passate da 5 a 386 mila tonnellate in pochi anni. Da allora non abbiamo mai lasciato soli i risicoltori e la nostra ininterrotta pressione istituzionale ha affiancato l’eccellente lavoro delle rappresentanze di categoria. Finalmente le oltre 4.000 imprese e famiglie che producono un’eccellenza tutta italiana potranno respirare una boccata di ossigeno.

La battaglia non è finita. Dobbiamo insistere per avere un sistema di controllo permanente e regolare su diversi prodotti sensibili europei come il riso, il latte, le arance, l’olio o la carne in modo tale da evitare, in futuro, di perdere quote di mercato e produzione, prima di riuscire ad attivare misure efficaci di salvaguardia. Tempi lunghi che si traducono nella scomparsa di numerose aziende produttrici. Oltre ad un Osservatorio permanente si dovrebbe insistere nel richiedere misure compensatorie, da parte europea, per i produttori che hanno risentito di tale pregiudizio, che hanno perso la loro quota di mercato oltre a richiedere un migliore coordinamento a livello doganale per i controlli sull’entrata di prodotti agricoli da paesi extra-Ue. Con noi l’Europa cambia.