Andare avanti, ma con intelligenza 

Sono giorni in cui leggo molta confusione tra le opinioni politiche, piuttosto avventate, di qualcuno.
Sulla via della Seta ad esempio ho assistito a un dibattito surreale. Un accordo che ho voluto fortemente, perché servirà a spingere il nostro Made in Italy e le nostre eccellenze in un mercato dove ancora non riusciamo ad arrivare. Significa più crescita, più economia, più sviluppo per le nostre imprese e più lavoro.
Eppure qualcuno è riuscito a montarci su un film, parlando di presunte preoccupazioni degli Stati Uniti verso l’Italia. E c’è chi ha persino fatto eco a queste preoccupazioni, strumentalizzandole. 


Vedete, il meccanismo ormai è lo stesso da decenni: ogni volta che il nostro Paese prova a muovere un passo autonomamente, come in questo caso, c’è sempre chi accende una spia d’allarme. È accaduto lo stesso con l’Europa su quota 100, sui truffati dalle banche e sul reddito di cittadinanza.
Io sono dell’idea che l’Italia debba rispettare i propri alleati atlantici e onorare sempre gli impegni presi, ma che possa anche scegliere come e dove andare. Occorre fare le cose con coscienza e responsabilità.
Mi auguro che la Lega sia della stessa idea, perché negli ultimi giorni ho visto posizioni diverse, un po’ schiacciate su quello che chiedono gli altri Paesi e non su quello che vuole e fa bene all’Italia. Mi ha sorpreso, non lo nascondo. 


Su ogni punto dei precedenti governi continuo a sentire “dobbiamo andare avanti”. Ma non dimentichiamoci che siamo arrivati al governo per provare a cambiare il Paese (e mi sembra che qualcosa la stiamo facendo), non certo per lasciarci trascinare da misure prese da chi ci ha preceduto.
Per questo non servivamo certo noi!
Quindi si, andiamo pure avanti. Andiamo avanti, ma con intelligenza. Questa è la parola chiave. Perché c’è un contratto scritto per gli italiani e per nessun altro. Siamo tutti grandi e vaccinati per scegliere. Siamo stati eletti per iniziare a farlo. Altrimenti, ripeto, potevamo tenerci Berlusconi e il Pd.