A difesa delle donne: pene più alte per violenza e stalking

Di seguito l’intervista che ho rilasciato a Repubblica

 

Pene più forti per le violenze sessuali, e anche per i maltrattamenti in famiglia e lo stalking. «Perché, per stare dalla parte delle donne, non servono le parole, ma i fatti». Dice così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che a Repubblica annuncia il prossimo pacchetto di misure anti violenza.

La cronaca, ogni giorno, dimostra che le donne sono vittime di femminicidi, ma anche dell’oscurantismo della politica di destra. Ci si mettono anche i giudici con le sentenze a ribasso. Zingaretti, al suo esordio, dice che “forze oscurantiste” premono sui diritti femminili. Che fa il Guardasigilli?

«Su un tema così importante, su cui c’è un dramma culturale e sociale che si consuma ogni giorno, la risposta non deve essere nelle parole ma nei fatti. Io e la mia maggioranza abbiamo il dovere di dare una risposta netta per tutelare le donne. E la risposta il legislatore deve darla con le leggi e con i fatti».

Ma cosa ha in mente?

«Com’è noto in questi giorni è in discussione in Parlamento il cosiddetto codice rosso, scritto a quattro mani con Giulia Bongiomo. Ma adesso il MoVimento 5 Stelle aggiungerà un pacchetto di poche norme che serviranno per dare una prima risposta immediata a questo dramma culturale e sociale. Norme su cui mi auguro si raggiunga l’unanimità».

Ma cosa c’è in più rispetto all’obbligo di trattare in tré giorni i casi di violenza?

«Il codice rosso è un pacchetto di norme blindato e già segna una svolta importante perché la donna che trova il coraggio di denunciare viene presa permane subito dallo Stato, attraverso magistratura e forze dell’ordine. Ma il MoVimento 5 Stelle vuole aggiungere un pacchetto, tra cui l’aumento di pena per il reato di violenza sessuale. Anziché 5-10 anni passiamo a 6-12. Altri aumenti sono previsti per i maltrattamenti in famiglia e lo stalking in modo, nei casi gravi, di dare termini più lunghi per le fasi cautelari e quindi proteggere la vittima».

Lei sta dicendo che, se passa questo suo testo, sarà più difficile per i giudici modulare le condanne in caso di femminicidio?

«Anche su questo stiamo lavorando. Già al Senato si sta votando una stretta sul rito abbreviato che, vietandolo per i reati puniti con l’ergastolo come l’omicidio, impedirebbe lo sconto di un terzo della pena. Ma stiamo riflettendo anche sul meccanismo delle attenuanti che rischiano, in questa emergenza sociale, di far rientrare il delitto d’onore».

Ma lei come giudica le sentenze di Bologna e di Genova? Pensa che stiamo tornando al delitto d’onore?

«Da quando sono ministro della Giustizia mi sono imposto di non commentare le sentenze. Il mio ruolo è quello di intervenire sulle leggi affinchè nelle aule giudiziarie la risposta dello Stato sia una risposta di vera giustizia».

Lei governa con la Lega. Da lì vengono messaggi negativi. Cosa pensa del convegno di Verona sulla famiglia?

«In realtà sul codice rosso e sul divieto dell’abbreviato c’è totale sintonia, come e sull’importanza di tutelare le donne. Ciascuno poi organizza i convegni che vuole. Chiaramente io, in un convegno di quel tipo, non andrei mai, perché considerando alcuni ospiti mi pare che le lancette dell’orologio sulla concezione della donna vengono spostate indietro di qualche secolo. E in un momento come questo invece le istituzioni e gli uomini delle istituzioni devono dare un segnale completamente diverso».

Salvini ci andrà…

«Non ho l’abitudine di commentare l’agenda di altri ministri. Io rispondo per i miei impegni».

Salvini però annuncia pure la riforma del diritto di famiglia…

«Non ho nessuna intenzione di commentare le dichiarazioni di altri ministri».

Quindi quando andrà al voto il ddl Pillon, che viene giudicato del tutto oscurantista dalle donne, lei che farà?

«Io so solo che i parlamentari stanno valutando il ddl Pillon. Aggiungo che sulle tematiche di giustizia voi giornalisti avete sempre tentato di vedere una spaccatura che finora non c’è stata. Anzi abbiamo approvato a tempo di record una legge storica come la spazzacorrotti».

Non le pare che ci sia una grande contraddizione tra la sua legge e le norme sblocca cantieri che si traducono in un ritorno al passato sugli appalti con un grande rischio corruzione?

«Non  è nessun ritorno al passato. Quel decreto serve solo per semplificare e sbloccare i cantieri, ma sempre nella totale legalità. Se c’è qualcosa che alimenta la corruzione questo è l’eccesso di burocrazia. Con la spazzacorrotti il messaggio è chiaro: se sei condannato per aver preso o pagato una mazzetta vai in carcere e con la Pubblica amministrazione non avrai più niente a che fare per tutta la vita».

Il caso Sarti. Una donna anche vittima della violenza delle immagini private diffuse online e di un rapporto affettivo poco chiaro. I vostri vertici però hanno annunciato subito l’espulsione e non se ne sono curati.

«Il MoVimento 5 Stelle ha espresso a Sarti totale solidarietà per la barbarie che sta subendo. Ma su un piano, che non ha nulla a che fare con la barbarie, i probiviri stanno valutando la restituzione degli stipendi».

Che impressione le fa l’omicidio di Imane Fadil?

«Non dico una parola sulle indagini in corso».

Si annunciano in Senato l’autorizzazione per Salvini sul caso Diciotti e l’ultimo voto sulla legittima difesa. Il MoVimento terrà?

«Sono due temi su cui MoVimento si è già espresso e credo che i cittadini si siano stancati di ascoltare sempre gli stessi dibattiti perché le loro esigenze sono ben altre. E la tutela delle donne è tra le priorità assolute».