La lettera di Luigi Di Maio al popolo francese pubblicata da Le Monde

Ieri sera ho inviato una lettera a Le Monde e a tutti i francesi, mi sembrava giusto fare un po’ di chiarezza. Ecco la traduzione in italiano:

Gentile Direttore,
la ringrazio per l’opportunità di poter scrivere questa lettera sulle pagine del suo giornale in relazione al richiamo, da parte del Governo francese, dell’ambasciatore in Italia.

La prima cosa che voglio ribadire con forza è che l’Italia e il Governo italiano considerano la Francia un Paese amico e il suo Popolo, con la sua tradizione democratica millenaria, un punto di riferimento nelle conquiste dei dei diritti civili e sociali a livello mondiale.

Da Ministro dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle Politiche sociali, ho sempre guardato alla Francia e al suo sistema di Welfare State come la stella polare dei diritti sociali europei. Non mi meraviglia che il popolo francese stia mostrando insofferenze notevoli rispetto allo smantellamento di alcuni di questi diritti.
E questo non riguarda solo l’attuale Governo.
Deve sapere, direttore, che nel 2016 mi trovavo in visita all’Assemblea Nazionale francese come vicepresidente della Camera, quando iniziarono le grandi proteste di piazza contro la riforma del lavoro di Hollande che poi è stata portata avanti in maniera ancora più precarizzante dal Presidente Macron.
Ricette ultra-liberiste dei partiti di destra quanto quelli di sinistra, che hanno precarizzato la vita dei cittadini e ne hanno ridotto fortemente la capacità di acquisto. Mi ha colpito molto che tra le rivendicazioni nel manifesto dei gilet gialli ci fossero temi che ormai superano la destra e la sinistra e che tengono al centro il cittadino e le sue esigenze, con un atteggiamento post ideologico. E’ per questo che ho voluto incontrare esponenti dei gilet gialli e della lista Ric, perché credo che il futuro della politica europea non sia più nei partiti di destra e di sinistra, sopratutto diffidando da quei partiti di destra e di sinistra in Europa che dicono di essere “nuovi” ma hanno una tradizione in alcuni casi addirittura famigliare.

In Italia guardiamo con molta attenzione e rispetto a quello che sta succedendo in Francia e cerchiamo come Governo italiano di prendere ogni giorno iniziative volte a ricostituire i diritti dei cittadini, invertendo la rotta rispetto al passato che basava l’azione politica sul togliere diritti e possibilità economiche ai più deboli per darli ai grandi potentati economici.
Questo perché vogliamo che la qualità della vita sia migliore per i cittadini. Riteniamo, infatti, che dove c’è equilibrio, i conflitti possano diminuire.
Nell’ultima legge di bilancio abbiamo deciso di alzare le tasse a concessionari di gioco d’azzardo, banche, compagnie assicurative, multinazionali che estraggono petrolio nel nostro mare, tagliare mezzo miliardo di spese militari, per finanziare misure che permetteranno ad un milione di italiani di andare prima in pensione e a 5 milioni di italiani di percepire un reddito minimo, e ci permetteranno di finanziare un miliardo di investimenti nelle startup innovative.

Abbiamo ricalibrato gli incentivi alle imprese sulla dimensione di quelle piccole e medie che nonostante le grandi difficoltà ci hanno fatto diventare la seconda forza manifatturiera di Europa e le abbiamo escluse dalla morsa infernale di alcune direttive europee come quella Bolkestein. Qui, caro Direttore, il gilet giallo lo indossano i pensionati d’oro a cui abbiamo tagliato la pensione o il vitalizio da privilegiati.
Guardiamo al vostro popolo come un punto di riferimento e non come un nemico.
E nonostante le divergenze politiche e di visione economica tra il Governo Francese e quello Italiano, credo questo non debba intaccare lo storico rapporto di amicizia tra i nostri due popoli e i nostri due stati. Per questo, come rappresentante del Governo, voglio ribadire la massima collaborazione del nostro esecutivo, per le questioni che più ci stanno a cuore come Paese e come membro fondatore dell’Unione Europea.