Reddito di cittadinanza e crescita per risollevare la Sardegna

Di seguito l’intervista che ho rilasciato al portale Tiscali

Visita lampo di Luigi di Maio in Sardegna, in vista del doppio appuntamento elettorale delle suppletive del 20 gennaio e delle regionali del 24 febbraio, in cui il M5S schiera Francesco Desogus. Durante il mini tour dell’isola il titolare del Mise ha fatto tappa a Porto Torres, dove ha lanciato il modello del “reddito energetico” sperimentato per la prima volta dal comune a guida pentastellata. Di Maio ha poi voluto fare un “blitz” a Sassari, per incontrare i 64 lavoratori in presidio permanente da un mese dopo il licenziamento da parte dell’Asl unica regionale e della locale Azienda ospedaliero-universitaria. Una visita, quella del ministro, dominata oltre che dall’agenda elettorale anche dal tema del lavoro, dopo la sentenza del caso Foodora in cui la Corte d’Appello di Torino si è pronunciata sul ricorso di cinque “riders” a suo tempo licenziati riconoscendo loro il diritto ad essere retribuiti per la prima volta come lavoratori dipendenti, sulla base della retribuzione stabilita il quinto livello del contratto collettivo logistica trasporto merci.

Quella su Foodora è una sentenza importante, che conferma l’impostazione perseguita finora dal Governo ed apre nuovi scenari in un ambito, quello della Gig economy, che tende a sfuggire ad ogni regolamentazione. Ora sarà più facile arrivare in tempi brevi a una disciplina di settore in Italia, senza provocare la fuga dei grandi players e la perdita di posti di lavoro?

Il primo atto da ministro del Lavoro è stato quello di incontrare i Rider, che per troppo tempo sono stati il simbolo di una generazione abbandonata, senza tutele e spesso senza contratto. Ho ascoltato direttamente i lavoratori e con loro ho iniziato un percorso per normare una professione che fino a pochi anni fa non esisteva. Il Ministero del Lavoro ha fatto da punto di raccordo tra le istanze di aziende, lavoratori e parti sociali. Siamo ormai in dirittura d’arrivo. È stato un percorso molto delicato anche per i tecnici che ci hanno lavorato perché l’obiettivo era realizzare una norma che guardasse al futuro delle professioni lavorative. La sentenza di ieri conferma quello che abbiamo sempre sostenuto: c’è bisogno di tutele minime per i lavoratori.

Sul reddito di cittadinanza: Conte spiega che le ragioni del differimento servono a fare le cose “per bene”. Ma la misura parte ridimensionata, in termini di risorse e di platea. C’è la grande incognita della riforma dei centri dell’impiego,che richiede tempo e risorse. E ci sono i dubbi dei territori in svantaggio economico. In una regione come la Sardegna, ad esempio non sarà semplice offrire alla platea dei richiedenti 3 alternative lavorative possibili. Come si fa?
Non c’è alcun problema sul Reddito di Cittadinanza e quota 100. Parliamo di misure che rivoluzioneranno le politiche per il lavoro nel nostro Paese. Ci sono le risorse per i Centri per l’impiego e con le Regioni troveremo la strada per utilizzarle al meglio. Come ho sempre detto il Reddito è una misura rivolta ai lavoratori, più o meno giovani, ma è una misura che offre importanti sgravi alle imprese, sgravi che arrivano fino a 18 mesi. Per quanto riguarda le offerte lavorative, saranno tre, come stabilito. Lo ripeto rivoluzioniamo il mercato del lavoro.

I dati Istat appena pubblicati parlano di una produzione industriale in retromarcia anche in Italia. Lei scommette sulle autostrade digitali, pronosticando un nuovo boom economico, ma nel frattempo come si recupera il meno 19% del settore auto?
I dati che leggiamo dimostrano che l’attuale mondo industriale ha bisogno di un cambio di passo decisivo per colmare quel divario che c’è tra noi e gli altri Paesi del nord Europa puntando su intelligenza artificiale, blockchain, nuove tecnologie, investimenti su nuove forme di produzione energetica, senza dimenticare attenzione a chi è in difficoltà. Negli Stati Uniti giovani imprenditori di straordinario successo come Bezos, Musk e Branson stanno investendo per la nuova conquista dello spazio dando un impulso straordinario alla ricerca e all’innovazione che ha ripercussioni in tutto il mondo. Dobbiamo smetterla di guardarci l’ombelico. Se comprendiamo cosa sta succedendo nel mondo e cavalchiamo la rivoluzione digitale con la nostra inventiva e capacità di innovazione possiamo ricreare un nuovo boom economico.

C’è un’ enorme questione sociale che cova nel ventre del paese: l’impoverimento crescente e la precarizzazione generalizzata dei giovani in rapporto alle precedenti generazioni . Lo attesta una recente ricerca su dati Bankitalia che attesta come i figli dei baby boomers siano quelli che non hanno mai beneficiato del “miracolo italiano”. Sui giovani si sono riversati il costo della perdita di competitività del sistema paese, le loro retribuzioni medie all’ingresso nel mondo del lavoro risultano dimezzate rispetto ai coetanei in altri paesi europei, come la Francia. Come intende muoversi il suo ministero per colmare il gap della diseguaglianza generazionale?
Stiamo già lavorando per abbassare il costo del lavoro, il primo passo concreto riguarda le tariffe Inail e siamo consapevoli che esiste un problema generazionale. Quota 100 serve anche a dare opportunità ai giovani di entrare in azienda e iniziare a costruire il proprio futuro. In questi anni è stata tolta loro la speranza di poter progettare la propria vita. Con le misure che mettiamo in campo vogliamo dare loro nuova fiducia in se stessi, nuovi stimoli e opportunità. Se i giovani acquistano fiducia il Paese cresce.

Restiamo sulle questioni sociali: lei ha visto delle similitudini tra la piattaforma dei Gilet jaunes francesi e quella del M5S, esortandoli a “non mollare”. Ma prima delle politiche si era rivolto a Macron come campione del riformismo europeo a cui guardare per possibili convergenze. A chi guarda dunque il M5S per le prossime europee?
Partiamo da un presupposto: vogliamo rinnovare l’Europa presentandoci agli elettori con un progetto nuovo. Un progetto aperto anche ad altre forze politiche con le quali, nei giorni scorsi, abbiamo stabilito un contatto. Ci presenteremo agli elettori un Manifesto in 10 punti che metterà al centro i diritti sociali e la Democrazia diretta. Per quanto riguarda i gilet gialli, incontrerò alcuni rappresentanti per spiegare loro il nostro progetto e l’idea di creare un gruppo che possa essere l’ago della bilancia. I movimenti popolari fanno bene alla democrazia.

Dalla Sardegna il M5S lancia l’idea del reddito energetico. Di che si tratta ed è una prospettiva applicabile concretamente e a breve in ambito nazionale?
Oggi, da Porto Torres, abbiamo voluto raccontare a tutto il Paese del reddito energetico. Si tratta di una nuova forma di produzione di energia che rappresenterà un aiuto anche per le famiglie in difficoltà. Attraverso un bando pubblico, il Comune ha selezionato una cinquantina di abitazioni su cui sono stati installati, a costo zero per le famiglie, degli impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. Il nostro obiettivo? Puntare sulle rinnovabili e ridurre le emissioni di CO2. Ora vogliano esportare il modello Porto Torres in tutto il Paese affinché diventi un esempio di risparmio per i cittadini. Come ha detto il ministro Fraccaro da Porto Torres illuminiamo il Paese con il reddito energetico. Accendiamo l’Italia.

Dalla Sardegna però non arrivano solo buone notizie, ma anche qualche croce. Il M5S nell’isola sconta il cambio in corsa fra due candidati, Puddu e Desogus, che ha comportato la riconvocazione delle regionarie già svolte in estate e che ora rischia di avere un peso in termini di “recupero” sugli altri competitors in campo. Questo pone un tema organizzativo importante per il Movimento: non sarebbe stato meglio per una volta derogare alla democrazia diretta ed attingere a un nome immediatamente riconoscibile, individuato magari nei ranghi della società civile?
Francesco Desogus è stato nominato dagli attivisti grazie ad una votazione online su Rousseau che ha rappresentato una lezione di democrazia per i partiti tradizionali. Il nostro programma e il nostro quotidiano lavoro sui territori ci consente di non rincorrere nomi per così dire “noti”. Noi puntiamo sulla nostra coerenza è quello che ci rende forti. Francesco Desogus è un candidato eccellente, una persona che con impegno e costanza ha sempre difeso e portato avanti le battaglie del Movimento.