ONG, la Corte dei Conti europea ci dà ragione: manca trasparenza

La verità prima o poi viene a galla. Per la prima volta arriva una relazione speciale della Corte dei Conti europea che conferma quanto sosteniamo da sempre: quando si parla di ONG, in Europa la trasparenza è un optional. Chi le finanzia? Ricevono fondi pubblici? A quanto ammontano? Controlli inaccurati e superficiali e informazioni incomplete rappresentano il pane quotidiano di questi enti che agiscono usufruendo di fondi europei erogati in modo poco trasparente e senza che la Commissione valuti correttamente i progetti finanziati.

Dopo la denuncia di Luigi Di Maio nel 2017, il gruppo Efdd – Movimento 5 Stelle aveva chiesto e ottenuto un’audizione speciale della Commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni del Parlamento europeo. Avevamo chiesto di tracciare l’utilizzo dei fondi da parte delle ONG e spinto per un sistema unico centralizzato di registrazione e gestione delle sovvenzioni.

Oggi la Corte dei Conti ci dà ragione e dimostra che la nostra voglia di chiarezza è motivata: dalla relazione emerge come la Commissione si sia rivelata superficiale nella raccolta e verifica delle informazioni sui fondi Ue attuati dalle ONG. La cosa ancor più grave, però, è che l’assegnazione dello status di ONG nel sistema contabile della Commissione è basata su autodichiarazioni. È un po’ come dire che qualsiasi ente possa autocertificare di essere una ONG: se lo sommiamo al fatto che le verifiche della Commissione in merito sono alquanto limitate, come si legge nella relazione, si moltiplicano le possibilità che proliferino enti di cui si sa poco e niente e che hanno intenzioni tutto fuorché benefiche.

Con il beneplacito di questo sistema che fa acqua da tutte le parti, le ONG hanno quindi modo di agire spesso indisturbate: d’altronde, come si legge nel rapporto della Corte dei Conti, la mancanza di informazioni disponibili ostacola i controlli della Commissione sulle spese dichiarate. In pratica, non è dato sapere in che modo i fondi vengano utilizzati! In totale, come risulta dal sistema contabile della Commissione, si tratta di 11,3 miliardi per il periodo 2014-2017. Le ONG che si occupano di immigrazione hanno ricevuto, solo nel 2015, circa 48 milioni di euro di fondi europei! Se non sappiamo come questi soldi vengono spesi, chi ci garantisce che tali enti siano in buona fede?

Il nostro obiettivo non è mai stato quello di bloccare i finanziamenti alle organizzazioni che lavorano nella legalità. Al contrario ci battiamo e ci batteremo affinché i fondi siano assegnati a enti meritevoli di rispetto e sostegno. Ecco perché accogliamo con soddisfazione la relazione della Corte dei Conti. Adesso ci aspettiamo spiegazioni da parte della Commissione e un cambio totale di approccio in questo sistema. La trasparenza è un dovere nei confronti dei cittadini europei!