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Stop alla disinformazione sulla manovra del popolo

Oggi gran parte dei giornali gridano al presunto aumento indiscriminato delle tasse e ai presunti tagli indiscriminati a qualsiasi cosa: pensioni, scuola, salute, ecc. Queste informazioni nel migliore dei casi sono assolutamente parziali, spesso distorte, in alcuni casi addirittura inventate.

E’ vero che nella manovra sono previsti aumenti di tasse. Bisogna anche però dire per chi sono previsti. Ossia per le banche, per le grandi assicurazioni, per il gioco d’azzardo e per i colossi multinazionali che sono abituati a pagare le tasse in paradisi fiscali all’interno della UE. Ossia aumentiamo le tasse a quelli che hanno sempre goduto di un trattamento di favore e di privilegio da parte dei vecchi governi. Non a tutti, ma a quelli che pur avendo tanto pagavano poco. Non viene invece citato da nessun giornale il fatto che abbiamo abbassato le tasse al 15% a centinaia di migliaia di partite IVA, quelle che fatturano fino a 65.000 euro e che in questi anni sono sempre stati vessati proprio per non andare a chiedere più soldi a banche, assicurazioni e lobby dell’azzardo. Così come nessuno sbatte in prima pagina il fatto che abbiamo dimezzato l’IMU per i capannoni, una misura che piccoli e medi imprenditori chiedevano da tempo immemore. Una criticità vera che c’è stata riguarda il mondo del volontariato, ma ieri sia il ministro Di Maio sia il presidente Conte hanno assicurato che verrà risolta al più presto.

Tutto il resto sono balle. Come quelle sulle pensioni. L’enorme balla sul blocco dell’adeguamento delle pensioni: abbiamo spiegato ieri in un post dettagliato come funziona e dimostrato che le pensioni più basse avranno un incremento maggiore di quello che aveva previsto il vecchio governo. Gli unici tagli alle pensioni sono riservati alle pensioni d’oro: uno scandalo tutto italiano a cui abbiamo deciso di mettere fine dopo anni di promesse non mantenute. Finalmente si fa. Così come finalmente si aumentano le pensioni minime. Come è che nessun giornale lo scrive? Forse perchè qualche editorialista perderà la sua pensione d’oro? Può essere.

Non è vero che ci sono tagli alla scuola né alla sanità. È, invece, vero che nella manovra sono previsti nuovi stanziamenti per la scuola: 2.000 docenti in più nella scuola primaria, 400 in più per i licei musicali, 290 educatori in più nei convitti e negli educandati, quasi 300 milioni in più in due anni per il funzionamento delle scuole. Così come è vero che per la sanità Abbiamo aggiunto altre risorse al miliardo programmato per il Fondo sanitario nazionale. Ci sono 4 miliardi in più da investire nel fondo per l’ammodernamento delle strutture sanitarie, contro rischio sismico e antincendio, 350 milioni in tre anni per combattere i tempi di attesa per esami e visite, ci sono più borse di studio per i futuri specialisti e medici di base, ci sono più fondi per la ricerca e per i nostri Istituti di ricerca, e una particolare attenzione al ruolo sociale delle farmacie rurali che rischiavano di sparire.

Insomma il racconto di questi giorni più che quello indipendente e super partes che ci si aspetterebbe dagli organi di informazione, sembra ripetere la tiritera delle opposizioni che coerentemente proteggono i privilegiati e vorrebbero che si facesse cassa sulla povera gente. Invece abbiamo deciso di fare cassa sui privilegiati, compresi quei giornali che campano aggrappati alla greppia dello Stato e entro pochi anni non vedranno più il becco di un quattrino pubblico e iniziamo già dal 2019 a stringere i cordoni della borsa. Forse è per quello che anzichè fare informazione, si limitano a beceri e falsi racconti propagandistici. La verità sbatterà il conto in faccia anche a loro e l’unica cosa che otterrano alla fine sarà la perdita di altri lettori.