Stiamo portando avanti una grande impresa. Un’impresa che si chiama Italia

di Giorgio Sorial, vicecapo di Gabinetto al Mise

Ieri abbiamo “salvato” i lavoratori di un’altra azienda. Un’azienda del nord, in Piemonte, in difficoltà, che sta passando da qualche anno un momento di difficoltà e le cui conseguenze ricadono in primis sulle vite di 140 famiglie. Ho usato il verbo salvare tra virgolette, perché è difficilissimo da scrivere quando conosci veramente cosa significhi per tanti lavoratori ritrovarsi in questa situazione, senza prospettive, senza lavoro, senza sicurezze, da un giorno all’altro.

La loro determinazione e la nostra tenacia, per trovare a tutti i costi una soluzione per dare il diritto ad un sostegno al reddito che permettesse di dare anche il tempo all’azienda per superare questo momento di difficoltà e trovare un nuovo rilancio.

Mi si smuove qualcosa nella pancia ogni qualvolta sento le storie di questi lavoratori. Le ascoltiamo dalla loro diretta voce, senza intermediazioni e ognuna di queste rappresenta una vita di sacrifici, di incertezze, di difficoltà. Stiamo dando risposte a tutto questo. Passo dopo passo.

Sono 140 oggi, 183 per la Maran di Spoleto qualche giorno fa, 100 della Tagina a Gualdo Tadino, 318 a Figline Valdarno con la Bekaert, 21 lavoratori che erano stati dimenticati da tutti a Termini Imerese, altri 30 a Gela, poi ci sono i 227 precari regolarizzati l’altro ieri con l’azienda Flex di Triste. Questi solo negli ultimi giorni, senza calcolare le tante altre realtà produttive e i lavoratori con cui abbiamo operato per risolvere vertenze e crisi aziendali, dal giorno del nostro insediamento.

Non sono numeri. Ognuno di loro è una storia, una famiglia, lavoratori che abbiamo conosciuto e incontrato in questi mesi.

Poi c’è l’accordo Whirpool per rilocalizzare in Italia attività ora all’estero, non ci dimentichiamo di tutti i lavoratori dell’automotive, settore su cui abbiamo iniziato ufficialmente un percorso di visione per dare prospettive a lungo termine, i lavoratori di Alitalia, quelli di Termini Imerese che da anni ricevono promesse svanite sempre in fumo, quelli di Industria Italiana Autobus per cui stiamo lavorando, il riassorbimento di lavoratori Honeywell, un lavoro globale sul cosiddetto settore del bianco, sull’alimentare, per le aziende tecnologiche, per i punti vendita di esercizi commerciali, e tante altre attività.

Ascoltiamo gli imprenditori, le loro storie, le loro difficoltà e, ogni giorno, ci mettiamo al tavolo istituzionale insieme a loro ed ai lavoratori, per trovare soluzioni a lungo termine che sviluppino le attività imprenditoriali e garantiscano i livelli occupazionali.

Voglio parlare di questi lavoratori e di questi imprenditori. Di tutti quelli che lo fanno in maniera onesta, senza collegamenti politici o spalle ricche su cui piangere. Quelli che lo fanno senza aver mai chiesto niente a nessuno, sopportando il peso di momenti difficili e situazioni complicate.

Voglio parlare di uomini e donne che hanno grande dedizione e spirito di sacrificio. Voglio parlare di persone che non strumentalizzano né si fanno strumentalizzare, che ci fanno pervenire senza pregiudiziali le loro istanze, che raccogliamo e che insieme risolviamo.

È un’Italia che spesso non ha avuto voce, proprio perché lontana dalle logiche di partito e di ideologia, impegnata invece quotidianamente a dare lustro alle attività produttive sparse nel nostro territorio arrivando a creare la storia di marchi e produzioni conosciute in tutto il mondo.

Ci sono tavoli al Ministero dello Sviluppo Economico e del Lavoro che vanno avanti anche da sette, otto, dieci anni, a cui piano piano stiamo dando risposta, per garantire risoluzioni positive definitive.

Poi ce ne sono altri, di nuovi, che vengono convocati di giorno in giorno al ministero, in alcuni casi dopo aver fatto un passaggio non risolutorio presso le istituzioni regionali, e ai quali dedichiamo tutte le nostre energie e il nostro tempo.

Non ho avuto tanto tempo negli ultimi mesi per potervi raccontare le storie di ognuno di loro. Uso la giornata di oggi per darvene un assaggio, con la volontà di riuscire sempre più a condividerle con voi.

E voglio farlo dicendo grazie a tutte queste persone e a tutte quelle che insieme a noi, in maniera costruttiva, stanno risollevando questo Paese, con la fierezza che ci contraddistingue e la determinazione che ci guida.

Poi ci sono anche altre realtà di cui ci stiamo occupando lavorando alacremente. Aziende e multinazionali che dopo aver sfruttato la manodopera nel nostro Paese, le risorse del nostro territorio, l’intelletto dei nostri giovani, la passione dei lavoratori italiani ed aver fatto utili, parecchi utili, decidono per mero profitto di portare produzioni all’estero e delocalizzare.
Non sono imprenditori, ma i prenditori che sfruttano e hanno sfruttato le risorse dello Stato, con la compiacenza di molti, per aggiustare i propri conti bancari e scappare.

In queste realtà il valore aggiunto sono i nostri lavoratori, che hanno fatto grandi nel mondo marchi storici del tessile, del caffè, dell’alimentare e della tecnologia.
Ed ora con un controsenso illogico, proprio grazie alla loro bravura ed ai loro risultati positivi, si ritrovano scaricati dall’azienda che ne ha acquisito le conoscenze e le trasferisce all’estero.

Dobbiamo stringerci attorno a queste comunità di lavoratori per mantenere tali produzioni nel nostro Paese. Attività che possono trovare continuità attraverso l’interesse collettivo, grazie all’imprenditoria sana che abbiamo in Italia e la determinazione dei lavoratori stessi.

Possiamo reindustrializzare e continuare a produrre con strumenti che questo Governo sta mettendo in campo proprio a tale scopo.
Non facciamoci ricattare dai Prenditori. Solo così, se lo faremo tutti insieme, potremo dare un messaggio forte e chiaro a chi vuole usare il nostro Paese come un mordi e fuggi, fine solo al proprio lucro.

Vi chiedo di continuare a giudicarci sulle nostre azioni, fatelo sempre, in maniera costruttiva, perché non siamo perfetti, non pretendiamo e non vogliamo esserlo, ma l’impegno profuso sta portando risultati di cui beneficiare tutti. E sopratutto vi chiedo di supportarci in questo lavoro, comunicarlo, attivare i vostri contatti, interessarvi a quello che succede attorno a voi.

Aiutateci in questa grande impresa. Un’impresa che si chiama Italia.
Noi vogliamo che lavori ogni giorno meglio e nell’esclusivo interesse di tutto il suo Popolo.