I fatti per salvare il clima: auto e furgoni nuovi dovranno emettere meno

 

di Eleonora Evi, EFDD – Movimento 5 Stelle Europa

Contro i cambiamenti climatici non servono parole ma i fatti. Su questo noi siamo in prima linea. Dopo il campanello d’allarme lanciato dall’ultimo rapporto IPPC di valutazione sui cambiamenti climatici, dovrebbe essere chiaro a tutti che siamo entrati nella fase “bollino rosso” per il clima e che ognuno è chiamato a fare la propria parte. Che il settore dei trasporti non possa sottrarsi alle proprie responsabilità è certo. La trasformazione delle auto e dei furgoni di domani deve avvenire già da oggi, e non può più essere rinviata come vorrebbero invece i fautori del Dieselgate.

In questa congiuntura storica, ritardi e rimbalzi di responsabilità verso altri settori, sono del tutto inaccettabili. Oltre al rapporto IPPC, anche l’Agenzia ambientale europea (AAE) ha appena pubblicato una relazione sulle tendenze e sulle proiezioni riguardo alle emissioni di gas a effetto serra nell’Unione che non lascia spazio a fraintendimenti e invoca senza mezzi termini un’azione urgente sui trasporti.

L’AEE ha infatti calcolato che nel 2017 le emissioni di gas a effetto serra sono ulteriormente aumentate e che questo aumento è imputabile soprattutto al trasporto stradale, dove l’aumento del consumo di petrolio ha fatto crescere le emissioni di CO2 rispetto all’anno precedente (+14,4 Mt). Ma non solo, la relazione evidenzia anche, in maniera piuttosto preoccupante, che le emissioni medie di CO2 delle auto di nuova immatricolazione sono aumentate per la prima volta dal 2010. Perciò il trasporto stradale, in particolare i produttori di auto e furgoni, stanno continuando ad andare nella direzione opposta e contraria rispetto alla sfida che è necessario cogliere per salvare il clima.

Una sfida che invece il Parlamento UE ha abbracciato adottando la proposta di regolamento sugli standard di emissione di CO2 di auto e furgoni nuovi dopo il 2020, attualmente oggetto di negoziato con i governi nazionali. Il Movimento 5 Stelle nella Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare ha lavorato costruttivamente alla definizione della posizione del Parlamento UE, che prevede:

1) Maggiore ambizione sugli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 (-20% nel 2025 e – 40% nel 2030);
2) Una traiettoria di riduzione delle emissioni di CO2 di auto e furgoni nuovi dopo il 2030, per continuare la decarbonizzazione del settore nell’orizzonte 2050;
3) Un meccanismo incentivante a due vie” (bonus/malus) per la diffusione dei veicoli a basse e zero emissioni (ZLEV), che dovranno raggiungere una quota di mercato di almeno il 20% nel 2025 e di almeno il 35% nel 2040 (quindi non solo un “premio” per i costruttori che vendono un numero sufficiente di questi veicoli, ma anche obblighi di riduzione della CO2 più gravosi per chi non ci riesce);
4) Tutele per le regioni e le comunità che potrebbero subire gli effetti negativi della trasformazione in termini sociali e occupazionali che devono poter utilizzare le indennità pagate dai costruttori incapaci di ridurre le emissioni di CO2 delle proprie flotte per finanziare programmi di formazione, ricollocazione dei lavoratori e acquisizione di nuove competenze;
5) Lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica e di rifornimento per i veicoli a emissione zero (ZLEV) e la creazione di una filiera sostenibile delle batterie in Europa come elementi imprescindibili per garantire la transizione, infondere fiducia nei consumatori e dare certezza agli investitori;
6) Una procedura di verifica in condizioni reali (RDE) per assicurare la rappresentatività delle emissioni misurate in sede di omologazione.

Siamo contenti di aver contribuito a plasmare questo risultato. Il Parlamento europeo ha adesso un mandato negoziale molto forte. Ma soprattutto siamo orgogliosi di poter lavorare in squadra con il Ministro Costa, che il 9 ottobre ha dimostrato che l’Italia può avere un ruolo determinante, avendo convinto i più restii tra i suoi omologhi europei ad accettare per il 2030 una riduzione delle emissioni auto del 35%, aumentano così quanto proposto in partenza dalla Commissione UE. Adesso bisogna lavorare per raggiungere il migliore accordo possibile con il Consiglio e avere così un regolamento auto e furgoni a prova di futuro.